Ti sei mai sorpreso leggendo i risultati di una qualche ricerca di psicologia? Se mi segui da tempo, probabilmente si. Conoscere ciò che ci appare “contro intuitivo” può rivelarsi di grande valore. Non per nulla Kahneman ha vinto il Nobel per l’Economia dimostrando come “sbagliamo con facilità” seguendo teorie “razionali”…
L’hai ascoltato? In realtà fare questo podcast non mi è costato una grande fatica, perché in passato avevo già scritto un post su alcuni di questi studi. Perché questa settimana sono anche impegnato nella divulgazione di questi 3 video che t’invito a vedere.
Per cui ho riciclato un po’ di ottimo materiale per la 49° puntata 😉 In realtà quando si parla di ricerca si tratta sempre in un qualche modo di “riciclaggio” ma nel senso di stare “sulle spalle dei giganti”.
Ed anche in questo post ti racconto alcuni risultati scientifici che possono davvero fare la differenza. Ad esempio: ti sei mai trovato a parlare da solo e magari pensare che fosse un sintomo di psicopatologia? O peggio ancora, sentirti chiamare per nome mentre sei in mezzo alla gente?
Insomma gli studi non fanno altro che abbattere le nostre credenze limitanti o meglio, se cerchi bene trovi sempre studi del genere perché sono il sale della ricerca scientifica. Qui su psinel ti ho mostrato per filo e per segno cosa intendo per “scienza” nei miei manifesti.
“Genna perché c’è bisogno di manifesti e di dire tutte queste cose, non fai prima a darci delle tecniche semplici senza spiegarci tutte le volte da dove arrivano e perché?”
A volte lo faccio ma purtroppo questa tendenza, quella di non spiegare “i perché” rovina questo mercato. Un po’ come togliere le etichette DOC dal nostro mercato (come ha di recente fatto il nostro governo;)).
Non solo, se non ti racconto da dove arrivano le cose non diventerai mai bravo a riconoscerle! Se non capisci da dove arriva quel “vino” non potrai mai affinare il tuo palato. Lo stesso vale per le ricerche scientifiche, se non ti abitui a comprendere come vengono “pensate” non affinerai mai il tuo palato.
Fa ridere questa metafora dopo che ti ho detto che la ricerca ha smontato i sommelier, ma in realtà quella ricerca voleva solo mostrare i limiti dei nostri sensi. Quei degustatori sono stati, per così dire, ingannati dal colore del vino.
Ma questo non toglie che siano più bravi (di me di certo) a riconoscere la qualità del vino in generale. Tenere sott’occhio gli sviluppi scientifici non significa “crederci ciecamente” ma mantenere la “mente aperta”.
Infatti un vero ricercatore è costantemente disposto a mettere in discussione le proprie ipotesi (o almeno dovrebbe esserlo). E’ di per se un potente esercizio di pensiero quello di osservare come altri vedono il nostro modo di pensare.
Questo effetto diventa potentissimo quando i risultati degli studi vanno contro il nostro “senso comune”. Quando violano il nostro modo ordinario di pensare e ci portano a mettere in discussione ciò che abbiamo creduto fino a poche ore prima.
Non si tratta di essere disposti a salire sempre “sulla barca del vincitore” ma di ammettere quando qualcuno smonta le nostre idee. L’osservazione “scientifica” è quella più soggetta a questi rapidi cambiamenti. Ed è anche quella che per ora ha dato maggiori risultati sul piano della efficacia.
Non si tratta di “belle idee” ma di una serie di studi, che se poi sono supportati anche da belle idee ben venga:) Spesso ti ripeto che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole” per comunicare che molte scoperte moderne erano già presenti nell’antichità.
Ma quante sono le idee sagge dell’antichità? tantissimissime! ed è chiaro che qualcuno ci possa già essere arrivato in un qualche modo. Quella saggezza non va buttata, anzi, deve diventare un riferimento per chi inventa teorie, crea ipotesi e disegni di ricerca.
Ed in effetti così è! Per secoli lo studio della mente è stato “oscurato” dalle religioni, dai modelli di governo e dalle nostre convinzioni limitanti. Oggi abbiamo una serie di strumenti fantastici per studiare come pensiamo, agiamo e ci emozioniamo.
Si, non sono gli unici strumenti, ma di certo si tratta di un metodo (quello scientifico) che ci ha dato grandi risultati. Immagino già i critici pensare “si ma non si può ridurre l’uomo alla scienza” Sono più che d’accordo, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.
Altrimenti ci ritroviamo nello stesso punto in cui si ritrovarono i primi medici, che non potevano fare ricerche sui cadaveri. Questo era ovviamente vietato dalla Chiesa e tutti ne erano concordi. Dire che la mente umana è troppo complessa per essere studiata con metodo scientifico è un po’ come dire, “tanto è inutile aprire quei cadaveri, perché è Dio che si occupa di decidere se uno muore o vive”.
Forse la analogia potrà sembrarti un po’ tirata mase ci pensi bene rischiamo spesso di pensarla in “quel modo”. Poi ovviamente ci sono tutte le critiche di ordine metodologico, come forse saprai noi esseri umani (seppur fatti di carne ed ossa) non ci comportiamo “come la materia”.
In modo (più o meno) prevedibile ecc. Se vai sulla pagina di presentazione di psinel ci trovi 3 manifesti didattici che chiariscono il modo di osservare il metodo scientifico nella psicologia ed anche nella crescita personale.
Lo so che queste cose “sono noiose” ma è l’unico modo per divulgare un sano modo di parlare di queste materie. Che troppo spesso rischiano di essere prese per “saggezza del popolo” e non come il risultato di uno sforzo congiunto di migliaia di persone, ricercatori, insegnanti, professionisti ecc.
Che come nel mito di Prometeo “ci portano il fuoco di questa conoscenza”. Spero di portare un po’ di questo anche dentro di te, sperando che Zeus non mi incateni ad una rupe e mi faccia divorare il fegato dagli uccelli;)
Fammi sapere cosa ne pensi, come sempre puoi lasciare un tuo commento qui sotto. Rispono personalmente nel più breve tempo possibile!
A presto
Genna