Il significato del termine suggestione è già tutto nel suo etimo: “suggerire, ispirare, consigliare”. Tutti conosciamo il potere di un buon suggerimento, di una buona ispirazione o del consiglio adatto, e allo stesso tempo tutti sappiamo che se suggerimenti, ispirazioni e consigli vengono elargiti a caso non hanno alcuna forza.

Anzi sappiamo che consigliare quando non richiesto, cercare di ispirare quando non è necessario o suggerire nel momento inappropriato potrebbero avere un effetto uguale e contrario. Oggi parliamo di questo perché nel campo della crescita personale ci sono alcune confusioni che è bene districare per poter capire al meglio come muoversi…

Il potere della suggestione

E’ molto probabile che il tema della suggestione sia conosciuto, ad un qualche livello e con nomi differenti, praticamente da sempre. Il bambino capisce immediatamente cosa deve fare per raggiungere i propri scopi, dal pianto alle urla, dal fingere di non stare bene per evitare la scuola al dissimulare quando ne ha combinata “una”.

Insomma fin da bambini capiamo il potere del cercare di indurre stati nelle altre persone per ottenere ciò che desideriamo o per evitare qualcosa. Ed è molto probabile che gli antichi, con i loro miti, rituali, narrazioni di ogni genere e tipo, avessero capito molto presto il potere della comunicazione per condurre le persone a pensare in un certo modo e/o a fare certe azioni.

Non è un caso che quando nasce la filosofia moderna con la figura (mitologica anch’essa) di Socrate una delle battaglie di quel filone di pensiero sarà proprio contro la suggestione, contro le verosogmiglianze e gli artifici retorici dei sofisti. Il paradosso sollevato è che per riuscire a fare questo sono dovuti diventare degli abili persuasori.

Quella che oggi chiamiamo suggestione può essere assimilata a termini come persuasione, influenza o in modo negativo “manipolazione”. Ciò che cambia è l’intento ed anche la modalità con la quale si utilizzano questi stratagemmi. Non solo, le persone credono che chi è “suggestionabile” sia anche più stupido, meno saldo a se stesso e più facilmente abbindolabile.

Come abbiamo visto nel passato le cose non stanno proprio così, anche perché le persone che sono più semplici da abbindolare sono proprio quelle che credono di non poterlo essere. Ok questo è un altro discorso ma è bene tenerlo a mente, la suggestione è solo un modo per indicare la forza della nostra comunicazione nei confronti di una o più persone.

I sofisti

Ciò che Socrate e in definitiva Platone additava ai sofisti non era di essere degli ottimi comunicatori (Socrate era un sofista) ma di usare tali modalità comunicative per portare avanti “falsità e veresogmiglianze”, in altre parole si tratta di un modo di esprimere se stessi che ci allontana dalla VERITA’, il pallino dei socratici, andare verso il vero e abbandonare il verosimile.

Gli argomenti più importanti sono quelli logici, quelli che hanno reali contenuti e non quelli che vengono “infiocchettati a dovere” o che sfruttano le emozioni. I Greci antichi ci erano già arrivati e forse qualcuno aveva già notato qualcosa del genere, tuttavia nell’ambito prima religioso e poi in quello della cura, l’aspetto suggestivo è rimasto ancora a lungo.

Nella religione è ovvio il motivo ma in quello della cura non troppo. Per prima cosa dobbiamo ricordare che la cura è stata intrecciata per millenni con gli aspetti religiosi e mistici. Ancora oggi ci sono santoni adibiti a curare, preghiere per guarire, rituali magici per farsi passare malattie ecc. E quando sento dire che tutta la cura si basa sull’effetto placebo… brrrrrrr.

Ecco mi viene la pelle d’oca, ma magari fosse così facile aiutare una persona che soffre, certo che il placebo e la profezia che si auto-avvera funzionano, funziona avere una aspettativa positiva nei confronti dei nostri pazienti ecc. Tuttavia sono orpelli alla relazione terapeutica, aiutano, sono come un buon arredamento ma non sono il progetto che ci sta sotto.

Come faccio a saperlo? Ci sono molte buone dimostrazioni da parte di anni e anni di psicoterapia, non solo da parte mia ma anche da parte dei miei colleghi che dimostrano che la suggestione è importante ma non è fondamentale, non è il principio attivo della terapia, ed inoltre ho anche una piccola raccolta di dati che voglio condividere con te su tale punto.

La psicoeducazione

Se mi segui da tanto tempo sai che sono un fautore della psicoeducazione scientificamente basata, anzi tutti i prodotti che trovi su Psinel hanno questo appiglio. Negli anni abbiamo progettato percorsi per le emozioni, per raggiungere gli obiettivi e per imparare a meditare, ma tra tutti i percorsi quello che maggiormente mi ha sorpreso è quello sull’ansia.

Attenzione, non ti dico questo perché voglio che tu ti metta a comprare i miei prodotti (certo vorrei ma non è questo il contesto) ma per indicarti che in quel percorso NON c’è suggestione ma solo educazione. Certo qualche metafora, qualche messaggio un po’ suggestivo ma ti assicuro che gli effetti non sono dati assolutamente da quelle cose ma dalle metodiche descritte.

E non hai idea di quante persone mi scrivano che quel percorso li ha aiutati tantissimo, voglio portare questi dati per dimostrare che ciò che fa lo psicologo non è convincere le persone, non è fare l’imbonitore e non è suggerstionare le persone ma è invece dare loro degli strumenti veri e concreti per aiutarsi.

Sai che il mio obiettivo è quasi contrario alla mia professione, cioè uno degli obiettivi di PSINEL è fare in modo di creare della psicoeducazione auto-somministrata che possa realmente fare del bene e magari nel futuro evitare di andare dai miei colleghi. So che questo è quasi impossibile ma è semplicemente un piccolo sogno che a tratti però si manifesta davvero.

Quindi essere carismatici e persuasivi non conta nella terapia? Certo che conta ma se la persona non conosce cosa farti fare, come farti pensare, in che direzione sarebbe più corretto indirizzarti… la suggestione non solo non funziona ma potrebbe addirittura dimostrarsi contro producente per il percorso scelto.

Roberto e Maria

Questi sono due nomi di fantasia che uso spesso per illustrare gli effetti della suggestione e della suggestionabilità. Roberto è stato un mio paziente per diverso tempo e per varie ragioni, un ottimo soggetto ipnotico (anzi forse il migliore che abbia mai avuto) in grado di sviluppare qualsiasi fenomenologia ipnotica.

Un giorno Roberto e Maria vengono nel mio studio mi chiedono un piccolo miracolo: devono recarsi all’estero ma sono entrambi terribilmente spaventati dal viaggio in areo. Mentre Roberto era iper suggestionabile al contrario sua moglie Maria non lo era quasi per niente. Chi dei due ha tratto maggior beneficio dal nostro incontro?

E’ stata Maria quella che è riuscita a fare un viaggio bello tranquillo e sereno mettendo in pratica i miei consigli. Al contrario Roberto, convinto di essere praticamente immune perché si sentiva molto preso dalla ipnosi non ha fatto molti esercizi e si è ritrovato carico di timori durante il volo. Tutto ciò solo per dimostrarti ancora che non è la suggestione a determinare il cambiamento.

Non ho nulla contro la suggestione, tutti i professionisti della salute e non solo dovrebberlo conoscerla e saperla utilizzare per i loro scopi, tuttavia dobbiamo evitare di confondere la suggestione con le competenze. Non è vero che se ti suggestiono abbastanza ti cambio, posso di certo dare l’incipit al cambiamento ma raramente questo “funziona da solo”.

Se la nostra mente fosse come una scatola che una volta aperta, attraverso manovre suggestive, fosse in grado di accogliere le suggestioni e metterle in atto come se ti avessero riprogrammato, ti assicuro che i miei colleghi userebbero solo quella modalità. Perché sbattersi ad ascoltare, comprendere, mentalizzare ecc.

La scorciatoia

Continuando: perché utilizzare manovre complesse, far parlare di eventi del passato, usare tecniche raffinate e spenderci anni di studio quando basterebbe impegnarsi nell’uso della suggestione? Credete davvero che noi psicologi e soprattutto psicoterapeuti (e tutto il mondo della salute) siamo così stupidi da non esserci arrivati?

Nella mia scuola di psicoterapia i test di suggestionabilità si fanno al primo anno. Si imparano subito queste cose come mezzi di comunicazione e come pezzi di storia di un certo tipo di ipnosi, ma la vera psicoterapia ipnotica non si fonda sulla suggestione.

In realtà sospetto che chi si concentra su questi aspetti cerchi la famosa scorciatoia. Della serie: “chi me lo fa fare di studiare il caso del mio paziente quando posso benissimo riempirlo di buone suggestioni?” non sarebbe fantastico? La risposta è si ma purtroppo NON funziona!

Chiunque dica il contrario ha avuto le seguenti esperienze: non ha mai davvero trattato una psicopatologia, cioè si è occupato solo di fare qualche piccola demo. Non ha mai fatto i dovuti follow up cioè non si è premurato di sapere se il suo intervento ha avuto effetti a lungo termine o nel più classico dei casi:

Ha visto pochi pazienti o ha confuso il suo fare il fenomeno su di un palco (o in mezzo alla strada) con la terapia. Non è la stessa cosa, essere capaci di incollare qualcuno alla sedia o fagli avere allucinazioni positive non equivale al saperlo aiutare davvero se ha un reale problema.

Questo affascinante tema continuerà nel nostro Qde come al solito con preziose e succose informazioni aggiuntive. Ricordandoti che non è una puntata contro la suggestione ma contro chi si è convinto che gli interventi psicologici si fondino esclusivamente su di essa.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.