Quante volte hai sentito parlare di Harari, Pinker o Rosling in questo sito? Se mi segui probabilmente ti usciranno dalle orecchie i titoli dei loro libri perché negli ultimi anni mi hanno profondamente catturato.
Sebbene solo uno tra questi sia un mio collega (Pinker) gli altri mi hanno insegnato moltissimo attraverso un’analisi differente dei nostri “tempi moderni”.
Voglio festeggiare questo 2020 consigliando anche a te questi libri, magari li hai già letti, magari non ne sai assolutamente nulla, qualsiasi sia il tuo punto di partenza ascolta tutta la puntata e poi prosegui con la lettura.
Una visione basata sui dati
Se per caso ti sei mai fermato a leggere la descrizione di Psinel e la sua “mission” di certo non ti sarà sfuggito il fatto che si tratta di un progetto al quanto ambizioso perché si propone di offrire in-formazioni basate sulla ricerca.
Però parlare di “ricerca” in senso lato non rende bene l’idea e neanche parlare di scienza perché esistono molti metodi “scientifici”. Invece parlare di dati è tutt’altra cosa, il che significa che parliamo di cose che per un motivo o per un altro sono già state “oggetto di misurazione”.
Non ci riusciamo sempre ma il tentativo è questo e prima o poi rifarò la descrizione in modo che sia più intelligibile da tutti. Ora i 5 libri di cui parliamo oggi dovresti già conoscerli perché li ho più che citati negli ultimi anni.
Sono libri che nella maggior parte dei casi si basano sui dati, sulla raccolta di informazioni, ipotesi e scoperte non tanto sulla opinione degli autori. Si in realtà le opinioni ci sono ma sono sempre ben argomentate sulla base dei dati proposti.
Se uno la vede in questo modo non può che restare a bocca aperta quando si trova davanti i testi di Pinker, di Rosling o di Harari, perché sono una sorta di “spremuta di conoscenza” basata (per lo più) su dati che ognuno di noi può andare a reperire autonomamente.
Hans Rosling e Factfulness
L’autore che meglio incarna questa visione basata sui “dati” è in assoluto Hans Rosling con il suo splendido Factfulness che nelle prime pagine già fa cadere la mandibola a chi non fosse abituato ad ascoltare certi ragionamenti e certe statistiche.
Senza alcuno spoiler ciò che posso dirti è che Rosling mostra in modo molto chiaro e convincente che il nostro mondo è profondamente migliorato negli ultimi anni. Ma migliorato in un modo davvero sbalorditivo, cose che purtroppo non senti ai telegiornali.
Come il fatto che siamo nell’epoca con minori morti infantili di sempre, questo non significa che i bambini non muoiano o che non esista la povertà, ma significa che rispetto solo a 50 anni fa abbiamo dimezzato le morti premature e la povertà relativa.
Ripeto tali dati non dovrebbero farci pensare che siamo “arrivati a creare un equilibrio socio economico perfetto”, non è così. Però di certo sarebbe bene mostrare al grande pubblico che non stiamo con le mani in mano e che molte cose sono cambiate, in positivo.
Già solo leggere Factfulness, e ascoltarti anche la mia Live, può cambiare il modo con cui vedi il mondo che ti circonda, con maggiore speranza verso il futuro, con maggiori aspettative positive. Ripeto senza illuderci di aver cambiato il mondo per sempre.
Una visione sistemica
Diversi anni fa ti rompevo spesso le scatole con l’idea di dover avere uno “sguardo sistemico sul mondo” che si potrebbe tradurre con la capacità di farci un’idea allargata di un certo concetto per osservarlo “nel suo insieme” invece che in modo spezzettato.
Ad esempio potremmo pensare che l’uomo abbia inventato solo adesso le tecnologie più potenti a disposizione ma se uno guarda bene scopre che senza altre invenzioni, come ad esempio la capacità di condividere un linguaggio, tali innovazioni non sarebbero arrivate.
Forse l’autore che meglio incarna tale capacità di osservare il mondo in modo sistemico è il mitico Yuval Noah Harari storico di fama internazionale grazie non tanto al suo lavoro di storico ma proprio per i suoi libri.
Libri che hanno spinto i potenti di mezzo mondo a consultarlo per vedere “dove stiamo andando” appunto per ottenere quella visione sistemica della storia del mondo che ci consenta di intuirne (a grandi linee) la direzione. I suoi testi sono incredibilmente belli e spero che tu ne abbia letto almeno uno.
Nell’audio ti ho detto di scegliere tra passato (Sapiens), presente (21 lezioni per il XXI secolo) e il futuro (Homo Deus) ma la cosa migliore sarebbe leggerli tutti e tre, ricordandoti che non si tratta della verità infusa ma di ipotesi intelligenti che possono allargare il tuo modo di vedere il mondo.
Scontro tra scienza e altro…
Se invece vuoi avere una visione sistemica basata sui dati, una sorta di mix tra i due autori precedenti devi leggere e seguire il lavoro di Steven Pinker, l’unico mio collega tra i tre, che si è occupato per anni di psicologia e in particolare di psicolinguistica.
Come accennavo in puntata oggi si è creato uno scontro fasullo tra “elité e popolo” dove vengono viste male tutte quelle figure che cercano di divulgare la scienza perché percepite come “al soldo dei potenti”, come “vecchie istituzioni inutili” che cercano di controllarci.
Si, una roba da super cospirazionisti che però è passata con scioltezza nel nostro modo comune di vedere le cose, con uno sguardo sospettoso verso chi ha studiato e cerca di raccontarci “come stanno le cose” e la gente sembra rispondere:
“Io oggi ho internet e posso capire da solo come funziona il mondo” un atto di meraviglioso liberalismo che però si scontra con molti nostri “difetti di fabbrica” che vengono taciuti come ad esempio lo stra citato effetto Dunning-Kruger.
Oppure con l’incapacità di distinguere ciò che è attendibile da ciò che è una sorta di “fake news” che si può trovare online. Il fatto di avere la conoscenza in tasca non fa di noi persone maggiormente intelligenti ma persone con più possibilità.
Illuminismo adesso
Il testo che rappresenta tale punto di vista di Pinker ha un titolo che è tutto un programma: “Illuminismo adesso” rifacendosi proprio a quell’età dei lumi che tutti abbiamo studiato a scuola e che guarda caso viene spesso attaccata ancora oggi.
Ed è proprio durante l’illuminismo che diventano di moda i “manuali” non intesi come li vediamo oggi (libri che contengono tutto lo scibile su una certa questione) ma come libretti importanti che si possono portare in tasca per auto-difesa intellettuale.
Pinker ci mostra quanto quella mentalità sia stata fraintesa come una sorta di movimento contro la religione (a tratti era davvero così) che voleva in un qualche modo sostituirsi ad essa. Invece di credere in un qualche Dio oggi si crede in una qualche teoria scientifica.
Non è così, gli scienziati non pensano di sostituirsi a Dio ma pensando di ricercare qualcosa che è presente in questo mondo. Ancora prima dell’Illuminismo gli esseri umani hanno cercato di trovare soluzioni pratiche alla malattia, alla fatica alle carestie.
Al punto che i testi di Chiesa di qualche secolo fa sono pieni di preghiere atte ad eliminare questi mali dal mondo. Non c’è alcun male nel farlo se chi prega per la risoluzione delle malattie consente a chi desidera farlo studiare dei vaccini e altro.
La scienza si è dovuta imporre su tali ideologie
Ciò che la gente non sospetta miminamente è che tale pensiero molto elementare: il fatto che la scienza non ricerchi le verità metafisiche della religione, non è un trucco per sostituire una fede con un’altra ma è la pura verità.
Come ripeto tantissime volte ultimamente, la scienza non esiste ma esiste una cosa chiamata “metodo scientifico” che è una sorta di ricetta per studiare gli eventi che capitano nel mondo che ci circonda, ed è la migliore ricetta mai scoperta dall’essere umano.
Come faccio a dirlo? Perché da quando applichiamo tale “ricetta” abbiamo debellato carestie, epidemie, allungato la vita, reso il mondo più ricco, inventato tutto ciò che ci circonda ecc.
Non è un metodo mistico che richiede di credere in qualche cosa ma un modo abbastanza naturale di indagare il mondo, qualcosa che in realtà fai tutti i giorni quando sei chiamato a comprendere qualcosa di inusuale.
Ok ammettiamo pure che vi sia una sorta di “tecno-religione” dove invece di credere in un dio crediamo nella tecnologia e di conseguenza nella scienza. Questa è spesso la visione della gente convinta che vi sia un qualcosa di male nel processo della ricerca.
Sfide secolari acquisite nel tempo
Il nostro caro metodo scientifico ha richiesto un sacco di tempo per essere messo appunto, ma ci sta dando un sacco di soddisfazioni. E la cosa bella è che più sappiamo e più sappiamo di non sapere, ma alcune cosette le abbiamo scoperte.
E grazie allo sforzo congiunto di migliaia di persone siamo riusciti a salvare miliardi di vite, a migliorare il nostro stato di salute, la qualità della nostra vita e molto altro. Lo so che non è facile da credere ma se conosci l’inglese guarda i primi 4 minuti di questo video:
Qui Harari mostra in pochi minuti moltissime sfide che abbiamo superato nello scorso secolo, molte delle quali sono davvero poco conosciute o riconosciute: come il fatto che viviamo in nell’era più pacifica di sempre.
Si è chiaro che ci sono ancora guerre e che ne potrebbero arrivare altre, ma attualmente siamo in un periodo d’oro anche da quel punto di vista li. I motivi sono molti, per Harari è una sorta di paradossale spaventarci con le atomiche.
Siamo diventati talmente auto-distruttivi da aver creato una pace paradossalmente lunga, dove siamo così intimamente connessi che la distruzione di una nazione causerebbe un disastro a catena nell’intero mondo.
Ma per fortuna non è solo per questo, le brutture dello scorso secolo ci hanno spinti a creare uno zoccolo sempre più forte di diritti umani per evitare le faccende terribili accadute nel passato.
Un film già iniziato
Come leggerai nel Qde, che spero di riuscire a far uscire (purtroppo sono in Liguria e mi mancano alcune cosette per farlo) è come se ognuno di noi arrivasse in questo mondo come all’interno di un film già iniziato.
Ci mettiamo diversi anni a capirlo: da bambini pensiamo che il film sia stato fatto tutto per noi, da adolescenti crediamo che il film sia stato fatto per la nostra generazione tutta speciale e da adulti, smettiamo di pensare al film.
Ma la verità è che da adulti dovremmo poter avere uno sguardo allargato su questo film, comprendere che siamo il frutto di un lunghissimo processo evolutivo che è ancora in corso, e che anche se non siamo protagonisti, possiamo sempre fare la nostra “buona parte”.
Così con questo ultimo post del 2019 ti lascio con questa semplice riflessione e mi piacerebbe sapere se hai letto uno di quei libri, in ognuno dei quali puoi trovare un pezzetto del copione della nostra “storia”.
Ci vediamo nel 2020
Genna