Nel campo del miglioramento personale negli ultimi anni abbiamo assistito all’esplosione di una pratica molto interessante, quella che molti chiamano “morning routine”, cioè la “routine del mattino”.
In un mondo sempre più frenetico trovare uno spazio tutto nostro da poter dedicare alla nostra crescita è una delle attività più preziose. E’ inutile conoscere tante tecniche e metodi se poi non abbiamo il tempo di applicarli.
Oggi parliamo di questo… e ci chiediamo se sia indispensabile che tale spazio sia al mattino presto o se sia necessario seguire i nostri cronotipi.
Lo sappiamo da sempre
Da ragazzo ho frequentato le scuole salesiane, ero molto contento di poter saltare tutte le mattine un pezzetto di lezione perché ci portavano in chiesa a cantare. Non sono mai stato un credente fervente ma la musica, il canto e il saltare un po’ di scuola mi è sempre piaciuto.
Per tre anni consecutivi durante l’estate siamo andati in “colonia” nelle prime due settimane delle vacanze estive. In quei luoghi (Col Di Nava per l’esattezza) tutte le mattine ci svegliavamo per pregare e cantare prima che la giornata iniziasse. Ora, se ci pensi bene questa è proprio una morning routine.
Una abitudine che hanno tutte le tradizioni spirituali del passato, le quali hanno da sempre cercato di scandire le nostre giornate con le loro pratiche. Insomma l’idea di svegliarsi presto al mattino per dedicarsi allo spirito non è una moda degli ultimi decenni ma appartiene alla cultura di tutte le religioni.
Ora immagino che qualcuno starà pensando che per tale motivazione sia giusto svegliarsi all’alba per dedicarsi allo spirito e alla mente. Sarà perché a me non piace svegliarmi così presto ma non sono molto convinto che vi siano ragioni speciali per farlo. Credo piuttosto che un tempo non si avesse altro spazio che non il mattino presto.
I ritmi biologici
Come sappiamo il nostro orologio biologico è collegato all’andamento dei ritmi di “luce e buio”. Siamo progettati per dormire quando non c’è luce ed essere attivi durante le ore diurne. Chiunque abbia sballato questo andamento nella propria vita, per divertimento o per lavoro, sa che non è facile per nulla invertire i nostri ritmi.
Tuttavia non è correttissimo affermare che siamo animali diurni (come ho fatto in puntata) perché sicuramente da sempre c’è stato chi ha dovuto vegliare di notte per motivi di sicurezza. Ad oggi esistono lavori notturni e pomeridiani e se c’è una cosa nella quale noi esseri umani siamo davvero bravi è la capacità di adattarci alle situazioni.
In tutto ciò abbiamo solo alcune dimostrazioni indiscutibili su come funzionano i nostri cicli del sonno: se non dormiamo o dormiamo troppo male rischiamo conseguenze serissime. In altre parole non è tanto se vivi di giorno o di notte ma è se dormi a sufficienza il vero ago della bilancia per il funzionamento ottimale del tuo organismo!
Ora da un punto di vista biologico mi sembra ovvio che vi siano alcune “regole naturali” che è necessario seguire, come ad esempio il dormire una giusta quantità di tempo. E anche i cicli di luce e buio regolano questo orologio, tuttavia affermare che proprio in virtù di tale “legge naturale” dobbiamo svegliarci all’alba mi sembra un azzardo.
Anche perché i più recenti studi su questo tema continuano a confermare la presenza di cronotipi differenti: c’è chi funziona meglio al mattino, chi funziona meglio al pomeriggio, chi la sera e chi un mix di tutte le altre opzioni. E’ ovvio che un tempo era meglio andare a dormire con il buio e svegliarsi con la luce, ma siamo davvero convinti che valga per tutti?
I cronotipi
Sappiamo da diversi anni che esitono persone con cronotipi differenti, la storia stessa ci dice qualcosa del genere, quando ad esempio ci racconta che alcuni personaggi amavano lavorare di notte alla luce delle candele. Ora immaginiamo che una persona con un cronotipo notturno legga che esiste un “miracolo del mattino”, cosa penserà?
Se la sua vita prosegue tranquilla penserà che si tratta di cavolate ma se la sua vita ha qualche problema, soprattutto di organizzazione personale, tenderà a credere che sia perché non si sveglia all’alba. Ed è questa la convinzione che mi ha spinto a produrre questa puntata, perché ho sentito troppe persone che hanno provato questa pratica con scarso successo.
Io stesso, che sono un gufo, ho provato a svegliarmi un po’ prima per circa 3 mesi (più o meno 3 o 4 anni fa) il risultato: all’inizio mi svegliavo alle 6, che per me è come svegliarsi alle 4 🙂 Ci mettevo circa 2 ore per iniziare realmente a carburare, così verso le 8 ero pronto per iniziare davvero a lavorare. Dalle 8 alle 11 ero super produttivo ma poi mi spegnevo gradualmente.
Il pomeriggio, che per me è sempre stato l’orario di punta ero talmente stanco che dovevo fare un pisolino. Cosa molto sana ma che personalmente non ho mai fatto, quando mi svegliavo ero talmente rintronato che non riuscivo ad essere reamente produttivo. All’inizio credevo che fosse per mia pigrizia e mancanza di abitudine ma poi nel tempo…
Ho sentito sempre più persone con problemi simili, soprattutto chi come me ha la fortuna di poter organizzare quasi totalmente il proprio tempo. Quindi di certo può essere una buona mossa per chi non ha tempo proprio, ma non è una regola che vale per tutti e la ricerca da ragione alle mie sensazioni e alle persone che come me “non ci sono riuscite”.
Uno spazio tutto tuo
Questo non significa che la routine sia sbagliata, anzi è fondamentale costruire una nostra abitudine giornaliera che ci aiuti a migliorare. Se hai fatto un qualsiasi mio corso sai che spendo molto tempo nello spiegare quanto sia importante costruire un nostro angolino di miglioramento personale.
Ma non è necessario che questo angolino sia alle 5 del mattino, almeno non per tutti. Per quanto mi riguarda quindi il vero disastro arriva quando le persone confondono il marketing con la vera informazione, quando non ci rendiamo conto che chi ha scritto il libro “miracle morning” non intendeva in realtà dirci che a quell’ora ci sono energie mistiche particolari.
Semplicemente ci invita a creare uno spazio tutto per noi, che con molta probabilità si trova nelle prime ore del mattino, quando i bambini dormono, la moglie dorme e intorno a noi si sentono solo i camion della nettezza urbana. Perché dobbiamo costruire uno spazio? Per lo stesso motivo per cui se vuoi rimanere in forma la palestra è un ottimo luogo.
Lo so che in questi giorni non puoi andare in palestra (sto scrivendo queste parole il 04 novembre 2020) ma se hai l’abitudine a fare allenamento di certo potrai trovare un altro modo per farlo. E’ il classico discorso sulle abitudini che abbiamo affrontato 1000 volte in questi anni: creare una abitudine ci aiuta a risparmiare energia, ma non solo!
Ci aiuta a costruire un mindset di crescita, cioè ci ricorda che lavorare su noi stessi è possibile e soprattutto è necessario. Che non esistono le bacchette magiche ma esiste il duro lavoro che ci aiuta a migliorarci costantemente. Costruire l’abitudine quindi ti aiuta a fare un sacco di cose positive per te stesso, anche al di là di ciò che fai in quello spazio!
Il potere della luce
Voglio terminare il post di oggi spezzando una lancia nei confronti del giorno. Se potete vivete di giorno e regolate il vostro sonno con la luce, perché si è vero che il mattino non ha proprietà miracolose però allo stesso tempo è vero che il nostro organismo va “a luce solare”, nel senso che ha bisogno di luce vera e naturale.
Per tanto se per caso fai un lavoro notturno o sei come me, un “po’ gufo” ricorda di passare almeno un po’ di tempo tutti i giorni esposto alla luce naturale. Ci sono anche qui una valanga di studi che dimostrano quanto faccia male non farlo.
Il post di oggi è un po’ provocatorio ma serve per mostrare quanto velocemente tendiamo a credere a certe cose. E sono anni che ci battiamo contro queste iper semplificazioni soprattutto quando la loro comunicazione, cioè il marketing, punta all’idea proprio di miracolo magico senza sforzi.
In realtà svegliarsi prima non è per nulla senza sforzi e anche trovarsi un angolo per se stessi a qualsiasi orario è all’inizio faticoso. Il concetto più importante da portare a casa è proprio il fatto di costruire la nostra “palestra mentale” per poter racchiudere i nostri esercizi in uno spazio definito, la routine.
Ma devo ammetterlo anche il termine routine non mi piace, mi sa di qualcosa di stantio e di ripetitivo, ed effettivamente è qualcosa del genere. Solo che se l’avessero chiamata “il miracolo delle abitudini” di certo non avrebbe avuto tutto questo successo, no?
Continuiamo questa delirante riflessione sul nostro caro Qde, ci vediamo nella nostra “area riservata”.
A presto
Genna