Se vuoi che una cosa funzioni devi crederci! Hai mai sentito una frase del genere? E’ qualcosa su cui tutti potremmo concordare, cioè se decidi di intraprendere una certa azione è perché in fondo ci credi, giusto? Non sempre le cose stanno così e nel campo della psicologia e della crescita personale, anteporre le convinzioni alle azioni sembra qualcosa di scontato ma nuovamente le cose sono leggermente diverse. Oggi scoprirai quali sono le pratiche che funzionano anche se non ci credi!

L’elefante nella stanza

Se hai ascoltato la puntata forse ti sarà rimasta in mente la definizione di cose che funzionano al di là delle convinzioni. Sono tutte quelle azioni che se protratte nel tempo hanno un effetto concreto su di noi senza il bisogno di credere che possano averlo. Lo so è una definizione strana, anche perché, come spero tu abbia colto nella puntata: è praticamente impossibile scindere le cose. Non è un caso che tutti i farmaci vengano testati accuratamente contro il placebo, cioè per assicurarsi che quella molecola abbia un reale effetto è necessario far prendere quel farmaco senza che la gente sappia cosa sta accadendo.

Nel 1962 due psicologi Stanley Schachter e Jerome E. Singer, fanno un esperimento pazzesco! Prendono alcuni soggetti e gli dicono che verrà somministrato loro un farmaco. In alcuni casi gli dicono che la sostanza li ecciterà (una anfetamina) e in un altro caso dicono che li calmerà. Insomma ad un certo punto scambiano i gruppi e attraverso un astuto espediente sociale (mettere un attore che finge di avere quelle risposte) riescono ad elicitare la risposta opposta alla sostanza assunta. Chi aveva assunto una anfetamina pensava di aver preso un calmante, iniziava a sentirsi più calmo e tranquillo e viceversa.

Questo studio ha fatto alzare le orecchie di mezzo mondo e dato una forte spinta agli studi sull’effetto placebo. Tuttavia l’esperimento non dimostra che le sostanze non hanno avuto il loro effetto ma dimostra quanto le convinzioni, unite ad una spunta sociale, possano per un breve lasso di tempo, modulare la risposta del farmaco. Quindi sì, le convinzioni sono potentissime tuttavia sono anche altrettanto aleatorie per decidere di dare un plcebo al posto di un farmaco. La puntata di oggi non serve a sminuire il potere delle convinzioni ma a spiegare che non tutti riescono ad utilizzarle al meglio e in certi casi allora è meglio passare direttamente a cose “che funzionano anche senza troppa convinzione”.

E’ chiaro che se credi che andare in palestra ti farà bene allora aumenterai la tua motivazione, di conseguenza ci andrai con maggiore forza ed intenzione, starai più attento a monitorarti e tutto ciò porterà risultati più velocemente. Tuttavia, potresti andare in palestra, non credere affatto che questa cosa funzioni, ma il semplice fatto di farlo (anche contro voglia) se svolto adeguatamente (magari con un personal trainer che ci guida) ti farà ottenere comunque dei risultati. Purtroppo le nostre convinzioni sono ballerine, nel senso che nel corso del tempo si modificano e a volte possono anche ostacolarci.

Ad esempio: sono esaltato e mi iscrivo in palestra perché voglio un bel fisico tonico per l’estate. Ci vado per qualche mese, poi magari succede qualcosa che mi fa rallentare perché se all’inizio vedevo risultati netti, poi nel tempo questi rallentano (cosa più che naturale in ogni situazione in cui partiamo da zero). In quei momenti, se magari prima la tua “convinzione” era a 10, di colpo può scendere anche a 2 o 1, il che di certo non farà bene alla tua motivazione e forse ti farà allenare peggio. Ma in generale se non mollerai otterrai comunque dei risultati, anche se ad un certo punto arrivi a credere che la cosa non funzioni affatto per te. Insomma il grado di convinzione non è un parametro a cui affidarsi per migliorare o motivarsi.

Le azioni motivano e fanno credere

Nella crescita personale classica c’è quasi il mito che per poter fare qualcosa bene io debba prima convincermene a fondo. Fino a quando non sento una bruciante convinzione e motivazione non inizio, ecco questo è uno degli errori principali della motivazione. La quale di solito, avviene proprio perché agiamo e non perché pensiamo di poter fare qualcosa. Come forse ricorderai la nostra mente è una macchina predittiva, che continua a fare previsioni su ciò che accadrà, per questo le convinzioni hanno un enorme potere su di noi. Allo stesso tempo però il modo migliore di far nascere nuove convinzioni non è “pensandoci” ma agendo, perché solo agendo possiamo avere feedback del fatto che quella previsione abbia effetto o meno.

Lo so è quasi banale da ripetere ma è proprio questo il meccanismo: Vado in palestra perché sono curioso di sapere se posso migliorare, poi vedo che il mio corpo migliora davvero e questo aumenta il mio desiderio di progredire. Se questo circolo continua in modo positivo, anche se io inizialmente mi dichiaro avverso allo sforzo fisico, finirò per diventare un adepto della ghisa (modo stupido che uso con i miei amici per indicare chi ama alzare pesi in palestra). Nonostante tutto ciò, le azioni di certo sono il mezzo migliore per indurci a credere ma dall’altra parte esistono azioni che sembrano funzionare con un “minimo” di credenza ed altre che al contrario ne richiedono il massimo.

La faccenda è molto semplice: più dobbiamo credere che qualcosa funzioni e più significa che quella cosa funzionerà poco, spesso per poco e non su poche persone. Al contrario ci sono azioni che funzionano anche se proprio non ci crediamo e questo non ha solo a che fare con il mondo esterno ma anche con quello interno. Andare in palestra è qualcosa di “più esterno” del meditare, eppure entrambe queste pratiche hanno poco bisogno di convinzione e più di azione (la quale poi si trasformerà anche in una convinzione). Sì meditare, ma non tutte le pratiche, ad esempio quelle più devozionali (orientate ad un qualche credo o con un qualche scopo) non hanno lo stesso grado di affidabilità.

Facciamo un altro esempio più concreto: una immaginazione guidata nella quale vieni indotto a sentirti rilassato e tranquillo, con qualche frase ipnotica motivazionale, richiede più convinzione della pratica. Cioè ripeterla 1000 volte non aumenterà più di tanto il suo effetto, si lo so che in molti penserete che è il contrario perché ti “riprogrammi” ma in realtà la ricerca non ha mai provato un effetto cumulativo del genere su tecniche simili. Se non sull’ipnosi ma fatta da un operatore e non da una traccia audio, ad esempio. Al contrario, la pratica della meditazione di consapevolezza non richiede convinzione affinché funzioni ma necessità di molta azione, cioè devi farla tante volte per ottenere risultati.

Ovviamente ci tengo a ripeterlo, queste due cose non si possono separare. Ed è anche per questo che a volte, alcune persone, dopo pochi incontri di meditazione di consapevolezza iniziano a sentirsi subito bene. Perché, potremmo affermare, sono auto suggestionati che la cosa funzioni. Certo esistono anche casi nei quali la pratica fa subito bene ma non sono così tanti, spesso quando una persona parte con troppa auto-suggestione, rischia poi di fermarsi non appena nota che le cose non funzionano come immaginava.

Le cose che funzionano

Questo è un altro piccolo paradosso: se inizio a fare qualcosa e sono super gasato (molto convinto) all’inizio è possibile che nel tempo perda motivazione, perché? I motivi sono molti ma il principale è legato al tema dell’episodio dedicato al “diventare imperturbabili“. Facciamo qualche passo indietro: la mente tende a prevedere costantemente, quindi se sono gasato dall’inizio prevederà che tutto fili liscio e in modo lineare. Ed invece è possibile trovare degli intoppi nel percorso, di colpo mi trovo con un errore di previsione (ti invito ad ascoltare quell’episodio perché è molto importante e lo diventerà sempre di più), più alta era la mia aspettativa e più sarà dolorosa la realtà!

Questo vale per ogni nostro comportamento, tuttavia vale di più, molto di più per quelli che richiedono auto-suggestione. Torniamo alla nostra potente “riprogrammazione” e immaginiamo di fare tutte le mattine dei mantra con delle affermazioni positive per sentirci meglio. E’ possibile che questa cosa aiuti? Certo, ma se poi durante la giornata succede il contrario? Tipo se mi ripeto 100 volte di essere calmo e tranquillo e poi, quando un tizio mi taglia la strada inizio ad inveire fino a perdere il fiato? La meditazione di consapevolezza non setta alcuna aspettativa e anzi ci addestra a non farlo gradualmente. E’ quasi il contrario del cercare di convincersi! Eppure funziona e dopo un po’ iniziamo anche a crederci (in alcuni casi pure troppo per quanto mi riguarda).

Ecco l’Identikit delle cose che funzionano: 1- richiedono azioni ripetute nel tempo 2- puoi farle senza grosse convinzioni di partenza anzi, puoi anche non crederci affatto, tanto se funzionano prima o poi ci crederai! 3- Date queste loro caratteristiche di solito hanno dati empirici a supporto e non si fondano solo su resoconti soggettivi. Il fatto che richiedano sforzi ripetuti implica che spesso non hanno feedback immediati, cioè oggi vado in palestra e domani mi sento già più forte? Raramente capita in questo modo, l’altra cosa interessante è che sono talmente lineari e chiari che tendiamo a dimenticarcene.

Il mix tra sforzo prolungato, mancanza di feedback e semplicità ci porta spesso a sottovalutare queste pratiche. Il primo ostacolo è come sempre il cervello che vuole risparmiare energia, dunque se una cosa implica troppo tempo e fatica tendiamo a scartarla o a sminuirla. La mancanza di feedback immediato, conseguenza legata alla causa precedente, ci impedisce di sapere se le azioni che stiamo compiendo avranno un ritorno, se stiamo investendo correttamente le nostre risorse. Ed infine, la loro estrema chiarezza e semplicità ci fa confondere la differenza tra “semplice e facile”: una cosa semplice non significa che sia facile, decidere di iscriversi in palestra e fare attività fisica è una cosa piuttosto semplice, ma non significa che sia facile.

Sai quali sono le azioni che reputiamo facili? Quelle che abbiamo fatto molte volte, così per riuscire a rendere facile quell’abitudine è necessario che diventi tale, cioè qualcosa che facciamo molto spesso. Un’altra caratteristica delle cose che funzionano è che il loro approfondimento è infinito e questo si scontra con il tema della semplicità. E’ semplice sapere che per restare in forma dobbiamo fare attività fisica, ma più ci impegniamo nelle varie discipline e più scopriamo che dietro c’è un mondo che potrebbe espandersi tantissimo. Dopo un po’ che mi alleno scopro che posso farlo meglio se mi nutro meglio, se dormo meglio, se gestisco meglio lo stress, ecc.

Gli specchietti

Quando ero ragazzo c’era la moda di elaborare il proprio motorino, cioè cambiare delle sue componenti per renderlo maggiormente performante. C’era chi poteva permettersi cambiamenti rilevanti e costosi, come cambiare parti del motore (il cilindro, il carburatore ecc.) ed altri meno facoltosi che si affidavano a piccole modifiche, tra queste c’erano quelle dedicate alla aereodinamica, come il cambiare gli specchieti di serie. Ora ci tendo a dirti che queste cose sono illegali per il codice della strada sto solo facendo un esempio: la maggior parte delle persone, a causa di ciò che ho appena descritto (economia cognitiva ecc.) tende a voler cambiare gli specchietti piuttosto che investire nel motore.

Così troviamo persone che nel campo della salute fisica comprano integratori di ogni genere, magari comprano anche aggeggi per fare una ginnastica passiva, la cremina che aiuta la pelle ma non si allenano e non mangiano bene. Stanno cambiando gli specchietti della moto invece che puntare l’attenzione su aspetti più rilevanti. L’aumento della velocità data dal cambio degli specchietti ha più a che fare con la suggestione che con risultati reali, proprio come l’assumere una marea di integratori senza fare altro di rilevante. Siamo fottutamente attratti da questi espedienti, perché ci suonano semplici e facili.

Ti faccio un esempio recente dato dalla medicina, non sarà sfuggito agli interessati che negli ultimi tempi esistono farmaci per dimagrire pazzeschi. Fanno davvero dimagrire (gli agonisti dell’ormone GLP-1), allo stesso tempo però, come tutte le ricette magiche, non appena si interrompe la loro assunzione si torna ad ingrassare come prima. Sono farmaci molto utili per persone diabetiche e seriamente obese, tuttavia per riuscire a far si che funzionino nel lungo termine è sempre necessario modificare lo stile di vita. Perché non si possono prendere a vita e prima o poi si dovranno interrompere, insomma funzionano come il nostro trucco o come la vincita alla lotteria.

Se vinci tanti soldi alla lotteria ma li sperperi il problema è che poi se ne vuoi altri di quel genere dovrai giocare ancora e ancora alla lotteria. Viceversa se fai quei soldi costruendo un’azienda e poi li perdi, avrai acquisito una conoscenza che ti renderà capace di ripetere la stessa impresa (o simile). Ecco dunque un’altra caratteristica delle cose che funzionano senza crederci, hanno un potere cumulativo, cioè più le fai e più stai investendo su di te, viceversa le cose che richiedono “di crederci tanto” sono solitamente l’opposto. Più le fai e meno ti danno risultati… di solito!

Questa puntata è una scommessa, cercare di spiegare alcuni dei concetti più complessi in assoluto per mostrare che il dibattito su questo tema è millenario e sconfinato. Non è un attacco all’auto-suggestione o a tecniche simili, perché anch’esse usate correttamente funzionano, non è neanche un attacco alla meravigliosa capacità della nostra mente di influire sul nostro corpo (vedi effetto placebo) ma è un modo per mettervi in guardia. Perché c’è chi usa queste cose per fregarvi, vi fa sentire bene con un rilassamento ma questo non vi addestra realmente e potrei fare altri mille esempi del genere.

Non solo, questa puntata (folle) serve anche per ricordare che se non ci impegniamo non otteniamo risultati, un tema quasi pericoloso perché lo si confonde con lo stacanovismo tossico, cioè il credere che si debba sempre cercare di fare tutto bene e sempre. C’è sicuramente una buona via di mezzo, ma una cosa è certa: chiunque sia arrivato a leggere fino a questo punto desidera migliorare se stesso/a e in tal caso spero che questa cozzaglia di concetti possa esservi stata utile…

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.