Sono sicuro che molte persone leggeranno solo il titolo di questa puntata e si arrabbieranno pensando: smettila di denigrare il pensiero, tutto nasce dal pensiero, chi agisce senza pensare è solo uno stupido. Ebbene non ci crederete ma in fondo anche io sono del vostro parare però senza le azioni anche i pensieri diventano inutili… e viceversa.

C’è pensiero e pensiero

E’ chiaro che ogni azione che compiamo abbia un processo cognitivo alla base, ormai sappiamo che anche i nostri moto neuroni hanno una qualche forma di cognizione quindi è del tutto impossibile credere che possano esistere azioni senza pensiero. Ma ciò che ho inteso nel nostro episodio come pensiero è qualcosa di più complesso, è quel modo di pensare intenzionale e volontario che avviamo quando dobbiamo per esempio, risolvere un problema o progettare un piano d’azione molto complesso.

Ecco quel tipo di pensiero, che non è l’unica parte del nostro pensare, molte volte ci ostacola, soprattutto quando lo usiamo per raccontarci storie che diano senso a ciò che facciamo. Si, perché il nostro cervello continua a costruire storie che ci aiutano a dare senso anche alle cose più assurde che ci capitano, spesso ti racconto la storia di Freud ma ce ne sono davvero tantissime nel campo della psicologia. Come ad esempio quando prendono le persone, le mettono a contatto con delle macchine che distribuiscono premi a caso, lascia che mi spieghi meglio.

Immagina di partecipare ad un esperimento di psicologia, entri dentro una stanza e trovi un bel macchinario pieno di leve e lucette. Ti metti a giocare un po’ e ti accorgi che se tiri una leva salta fuori una caramella (o un qualsiasi altro premio) allora provi nuovamente ma scopri che non era solo la leva, quindi inizi a sperimentare, a mescolare vari gesti e ogni tanto salta fuori il premio. Il punto è che la sequenza corretta non esiste, la macchina tira fuori a caso quei premi, ma tutti i partecipanti si convincono di aver scoperto specifiche regolarità, alcuni si convincono addirittura di aver capito quale sia la vera “combo del premio”.

Ti sembra assurdo? Ogni giorno un sacco di persone giocano a macchinette mangia soldi che fanno esattamente la stessa cosa, ogni tanto pagano a caso e la gente si illude di scoprire il segreto per vincere e nel frattempo, invece di acquisire reali abilità di previsione diventa ludopatica! Ti sembra esagerato? Sappi che non sto affatto esagerando, il meccanismo che ci illude della scoperta di tali regolarità è lo stesso descritto da Freud per dare senso e coerenza alle suggestioni post-ipnotiche. E’ la fottuta tendenza della mente umana a non voler restare senza uno straccio di spiegazione… ora seguimi.

La scienza ci ha fatto capire negli ultimi secoli che siamo profondamente ignoranti: fino a qualche anno fa eravamo convinti che la terra avesse una manciata di migliaia di anni. Keplero vissuto nel 1600 (500 anni fa scarsi, pochi per la storia umana) si è dovuto scontrare con l’idea che i pianeti fossero sospinti dagli angeli e che fossero sfere perfette divine. Potrei continuare ancora e anche con storie molto recenti. Ora, noi sappiamo davvero poco su ciò che ci accade attorno e gli antichi ne sapevano ancora meno (con buona pace degli amanti della saggezza antica) però la nostra mente non può fare a meno di raccontarsi storie… non è divertente e assurdo questo paradosso!

Il pensiero ci rasserena

Le storie ci tranquillizzano, pensare di aver capito come funziona una certa cosa ci fa tirare un sospiro di sollievo e purtroppo accade anche in situazioni davvero pesanti, come quando muore una persona. Ho da poco perso un compagno di scuola, giovane, simpatico ed intelligente e quando penso che è stato investito da una valanga penso: “però è stato stupido, doveva saperlo che con questo caldo c’è rischio”. La mia frase è probabilmente te veritiera ma non fino in fondo perché in realtà io non so perché sia accaduta quella disgrazia, non conosco bene la montagna e non frequentavo quel ragazzo da anni, ma la narrazione nella mia testa mi rasserena.

E’ possibile che tu possa pensare “ma scusa cosa c’entra questa faccenda con il tema di oggi?” C’entra parecchio perché i pensieri di cui parlo nella puntata sono questo tipo di narrazioni, storie che ci raccontiamo per giustificare ciò che accade. Storie che ci raccontiamo per non agire, che creano la famosa paralisi dell’analisi, che ci bloccano quando vorremmo andare a parlare con quella ragazza o con quel ragazzo ecc. Il problema di tale narrazione è che tende a sostituirsi spesso all’esperienza, cioè crediamo che pensare intensamente a qualcosa possa aiutarci a fare meglio certe azioni, cosa che in alcuni casi è vera per questo lo facciamo.

Ma solitamente il pensiero di quel tipo, se non viene seguito o accompagnato da una azione diventa un vero e proprio freno che ci impedisce di esplorare. Diventa una coperta di Linus senza la quale non facciamo niente ma al contrario di una semplice coperta questa modalità rischia di bloccarci. Come risolvere questa tendenza? Agendo, poco per volta e cercando di comprendere che non si tratta di cose separate, per poter esplorare il mondo è necessario pensarci e per avere dati affidabili è necessario agire, altrimenti continuiamo a raccontarcela senza fare nulla.

C’è anche chi pensa che tutta la vita debba essere una profonda ricerca di significato, cosa del tutto plausibile dato che il senso che diamo alle cose ci da anche molta soddisfazione. Tuttavia dovremmo tenere conto che anche i significati possono essere storie come quelle descritte qui sopra, che essi anzi sembrano essere particolarmente bravi ad influenzare le nostre azioni. “No a mangiare da Mario non ci vado più, ho visto come mi guarda da anni e alla fine ho capito. E’ invidioso di me, io non ci vado perché mi fa ogni volta una specie di malocchio”. Ok sto esagerando ma a volte facciamo proprio così e anche peggio di così.

Non si tratta di una gara

E’ chiaro che il pensiero generi cose meravigliose: arte, letteratura, filosofia e molto altro… anche a me piace pensare allo scienziato che solitario nella sua stanza scopre cose pazzesche. Un po’ come abbiamo visto nella puntata sugli esperimenti mentali, ricordi? Einstein è stato un esempio perfetto di ciò, attraverso le sue teorie e le conseguenti prove matematiche è riuscito ad anticipare cose che ancora oggi stiamo scoprendo essere vere. Buchi neri, onde gravitazionali ecc. Tuttavia la dimostrazione matematica assomiglia molto ad un’azione, ad un test comportamentale più che a pure ipotesi.

Insomma pensiero e azioni sono intrinsecamente legate, anche perché se per pensiero intendiamo tutto ciò che ci frulla per la testa allora diventa ovvia la risposta. La puntata di oggi serve solo per continuare a ribadire un semplice principio che oggi tende a sfuggirci: il fatto che pensiamo per agire non pensiamo per comprendere. Questa potrà sembrare a molti una frase assurda ma se mi hai seguito fino ad ora sarà molto chiara. Infatti noi crediamo di comprendere le cose ma ormai sappiamo che tali scoperte sono in realtà temporanee, perché presto o tardi arriveranno altre ipotesi che scalzeranno le precedenti.

Tuttavia anche le ipotesi più raffazzonate sono utili. E’ un esempio che amo particolarmente per cui lo ripeterò, lo usiamo spesso per descrivere i comportamenti scaramantici. Immagina di essere un uomo delle caverne che sa molto poco su ciò che gli sta attorno. Un giorno ti svegli e vedi che il tuo “vicino di caverna” è stamazzato al suolo nel bel mezzo di un campo di fiori blu. Se capita poi di trovare altri esseri viventi morti lì intorno ecco che si crea subito l’ipotesi: fiori blu cattivi. Se poi in quella zona accanto non succede altro e qualcuno dovesse morire in un fiume “particolarmente blu” ecco… il colore blu uccide!

Anche se oggi sappiamo che non è il colore ad uccidere, non conta se l’ipotesi sia realistica ciò che conta è che ci tenga lontani dai guai. Magari quel fiore blu attira alcuni animali feroci o alcuni insetti velenosi, non conta se sia vera l’ipotesi iniziale ciò che conta è proteggersi da quel luogo. Quindi ciò che conta non è l’ipotesi teorica avanzata ma i suoi effetti pragmatici, il fatto che ci faccia evitare di indulgere in quei comportamenti. Non sono tra virgolette i pensieri precisi che emergono su quel tema ma le azioni che si modifica in risposta a ciò che ipotizziamo.

So che purtroppo le persone che non amano queste ipotesi non arriveranno mai a questo punto… amen, quando finalmente capiranno che quei fiori blu sono solo fiori blu allora forse capiranno che i loro pensieri sono un ausilio all’azione. Le azioni sembrano quasi di serie B… eppure le cose sono più complesse di così, le azioni sono le uniche cose che possiamo gestire con un certo grado di sicurezza. I pensieri no! Non mi credi? Allora fai così evita per tutto il giorno di fare azioni offensive… e allo stesso tempo evita di avere pensieri offensivi… ti accorgerai che la prima cosa è molto più semplice della seconda.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.