Vuoi che gli altri prestino più attenzione a ciò che hai da dire? Vorresti comunicare più efficacemente per stimolare i tuoi interlocutori?
Continua a leggere e scoprirai non solo la comunicazione efficace, ma anche come influenzare positivamente te stesso e gli altri: diventa più carismatico in pochi semplici passi.
Carismatici si nasce o si diventa?
Si definisce carismatico chi, grazie alla propria personalità, esercita fascino, attrazione e potere di persuasione sugli altri. Detto ciò, sulla base di questa definizione possiamo dedurre che il carisma è qualcosa che dipende interamente dalla nostra genetica. In realtà, come dimostrano numerose ricerche, ciò non è vero.
Essere carismatici, infatti, è una vera e propria abilità o competenza la quale, da un lato è sicuramente condizionata dalla nostra genetica e dal cosiddetto talento ma, dall’altro, può essere esercitata e allenata attivamente. Fai attenzione però, essere naturalmente dotati in una qualche abilità è sicuramente importante perché ci mette in una condizione di vantaggio ma, come avrai intuito, non basta.
La fallacia del talento è un tema estremamente attuale, che ho affrontato più nel dettaglio in altre sedi. Guarda la mia diretta YouTube per saperne di più:
Per comprendere la natura del carisma, inoltre, è importante mettere a fuoco un altro tema centrale: noi non siamo carismatici sempre e comunque.
Ad esempio, se sei appassionato di calcio è facile che tu sia più carismatico quando parli di questo argomento piuttosto che quando parli di collezionismo di francobolli (a meno che non ti piacciano entrambe le cose).
Il punto è che, quindi, il carisma è situazionale e cioè è strettamente connesso a una specifica area della nostra vita o ad un particolare contesto.
1. Resta ancorato al momento presente per essere più carismatico
Una volta considerate alcune tra le caratteristiche essenziali del carisma, ecco il primo passo concreto che puoi fare: pratica la meditazione per diventare più consapevole.
La capacità di ascoltare attivamente il nostro interlocutore, la capacità di reagire nel modo più adeguato rispetto al contesto e, ancora, la capacità di comunicare nel modo appropriato sono tutti aspetti che la pratica meditativa riesce ad alimentare, giorno dopo giorno, pratica dopo pratica.
La parola chiave della mindfulness, infatti, è presenza.
Essere presenti quando comunichiamo con gli altri, dare loro la nostra attenzione e scegliere consapevolmente cosa dire o non dire loro sono soltanto alcuni tra i tanti benefici che la pratica della meditazione porta nella nostra vita quotidiana.
Un altro esercizio utile che puoi fare prevede di tenere un diario. In questo modo, infatti, riuscirai a conoscere meglio te stesso e le tue risorse.
2. Diventa più competente: preparati sull’argomento
Un altro aspetto molto importante riguarda la tua preparazione.
Tanto più sarai preparato su un argomento tanto più riuscirai ad apparire carismatico agli occhi degli altri. A mettere in luce questo aspetto sono i ricercatori Haslam e Reicher che sottolineano, non a caso, l’importanza di conoscere i valori, la cultura e le convinzioni delle persone che vogliamo influenzare.
Altro aspetto essenziale evidenziato dai ricercatori è quello di mettersi sullo stesso piano dei nostri interlocutori: così facendo, infatti, le persone con cui parli ti vedranno non come un modello irrealistico e irraggiungibile ma come una vera e propria fonte di ispirazione, come “uno di loro”.
Infine, per mantenere la tua influenza carismatica sugli altri Haslam e Reicher suggeriscono di dedicare del tempo a soddisfare i bisogni altrui, a mantenere le promesse date e ad essere coerente rispetto ai tuoi valori.
3. Comunica con più efficacia
Per essere più carismatico devi prestare attenzione a come comunichi con gli altri e, quindi, a come si diventa un buon comunicatore. Le competenze chiave che dovresti allenare sono le seguenti:
- imparare ad ascoltare;
- imparare a fare domande;
- controllare e utilizzare la comunicazione non verbale;
- controllare e modulare il tono della voce;
- dare valore agli altri.
Per quanto riguarda l’abilità dell’ascolto, è fondamentale notare che se non riesci ad ascoltare correttamente l’altro sarà impossibile entrarci in sintonia. Ciò accade dal momento che, curando soltanto la tua esposizione, non presterai alcuna attenzione alla ricerca di aspetti in comune su cui fare leva nella comunicazione.
Senza ascolto, infatti, non si può parlare di comunicazione efficace.
Altra competenza fondamentale è quelle di fare domande. Rivolgere delle domande agli altri, infatti, non soltanto ha l’obiettivo di raccogliere delle informazioni ma anche quello di dare valore al nostro interlocutore, al suo punto di vista e ai suoi bisogni.
Se vuoi approfondire i temi della comunicazione, guarda questo video per saperne di più!
4. La comunicazione non verbale: sorridi di più
Le ricerche di Bogodistov e Dost hanno dimostrato che rivolgere agli altri un sorriso genuino (sorriso di Duchenne) stimola il nostro interlocutore ad avvicinarsi e a ricercare la nostra vicinanza. Ma che cosa si intende per sorriso genuino? Con questa espressione si fa riferimento a quella particolare espressione facciale che coinvolge non soltanto la bocca (nell’azione di sorridere, appunto) ma anche gli occhi, provocando delle caratteristiche rughe che prendono il nome di “zampe di gallina”.
Cosa accade se, invece di un sorriso genuino, esprimiamo un sorriso “finto”? Trasmettiamo un particolare messaggio al nostro interlocutore: voglio essere cortese nei tuoi confronti ma, allo stesso tempo, preferisco mantenere una certa distanza o distacco nei tuoi riguardi.
Quindi, se vuoi che le persone intorno a te si sentano accolte e benvenute, inizia a mostrare loro il tuo più bel sorriso. Mi raccomando però, deve essere vero e genuino.
Inizia a guardare gli altri negli occhi (un po’ più spesso)
Lo psicologo e ricercatore Jari Hietanen ha messo in evidenza l’importanza di mantenere il contatto visivo con il nostro interlocutore. Salvo alcuni casi limite (uno sconosciuto che non ti stacca gli occhi di dosso, ad esempio, potrebbe avere delle intenzioni non molto benevole nei tuoi confronti) infatti, guardare qualcuno negli occhi suggerisce l’idea che si vuole dare valore al nostro interlocutore, prestandogli tutta la nostra attenzione.
La ricerca di Hietanen inoltre, ha osservato che guardare qualcuno negli occhi attiva le stesse regioni cerebrali che si attivano quando elaboriamo le ricompense o quando ci sentiamo inclusi a livello sociale. Non a caso, è stato osservato che mantenere il contatto visivo con gli altri fa sì che questi ci vedano più competenti, attraenti e piacevoli.
Quindi, se sei uno che fa fatica a guardare gli altri negli occhi, prova a farlo più spesso, soprattutto se vuoi risultare più convincente e carismatico.
5. Mostra (di più) le mani mentre parli
Se ti hanno sempre insegnato che gesticolare è una pessima abitudine, è arrivato il momento di sfatare questa convinzione. Utilizzare le proprie mani per comunicare, infatti, è uno strumento molto potente per essere più efficaci nelle conversazioni. Perchè?
Utilizzando le mani, mentre comunichiamo, riusciamo a sottolineare e a mettere in evidenza particolari frasi o parti del discorso o ancora, a rappresentare in modo visivo ciò di cui stiamo parlando. Un’altra funzione molto importante della gestualità è quella di comunicare le nostre emozioni: uno stato di tensione o al contrario di sicurezza, infatti, possono leggersi non soltanto dalle nostre parole ma anche dai nostri movimenti.
Per certi versi, le mani potrebbero essere viste come il cursore del mouse: indicano qual è il punto su cui si sta indirizzando l’attenzione. Quindi, è bene farlo con consapevolezza per evitare effetti indesiderati. Per avvalorare ancora di più l’importanza della gestualità, alcune ricerche hanno osservato che le stesse regioni cerebrali si attivano quando interpretiamo il linguaggio verbale e quello dei gesti. L’idea è che, dunque, entrambe le modalità di comunicazione abbiano un ruolo fondamentale e ugualmente importante.
Adesso non hai più scuse: se stai parlando con qualcuno prova ad utilizzare anche le mani, potresti risparmiare tempo e fatica!
6. Trova degli aspetti in comune
Come avrai ormai capito, il carisma non è una caratteristica stabile e innata ma anzi, qualcosa che cambia e si costruisce all’interno di una relazione con l’altro. Non basta modificare la forma e gli aspetti più superficiali del nostro modo di parlare: è necessario, infatti, prestare molta attenzione anche al contenuto e alla sostanza dei nostri discorsi.
Non a caso una delle principali abilità da allenare, per essere più carismatici, è quella di trovare esperienze, idee o temi che interessano il nostro interlocutore. In questo modo sarà più facile creare un legame significativo con l’altro, un legame che tanto più è profondo tanto più è in grado di lasciare il segno della nostra presenza.
Tutto ciò potrebbe sembrarti piuttosto faticoso, e in parte hai ragione. È anche vera una cosa però, qualsiasi abilità o competenza non migliora spontaneamente ma richiede sempre uno sforzo da parte nostra, se il nostro obiettivo è quello di migliorare e fare dei passi in avanti.
Dal Podcast di Psinel
Ti piacerebbe aumentare il carisma? Ma cosa significa davvero essere carismatici?
Dall’antica Grecia ad oggi continuiamo a porci una domanda simile, per capire quali siano quelle doti che consentono di “influenzare il prossimo”.
A grande richiesta oggi torniamo a parlare di carisma, “senza diventare stupidi” …buon ascolto:
E’ nato prima l’uovo o la gallina?
Carismatici si nasce o si diventa? Questa è una delle domande più frequenti ma alla luce delle conoscenze attuali sull’apprendimento è una domanda “senza risposta”.
Perché è come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina, nel senso che trattandosi di una “abilità complessa” possiamo nascere predisposti “ma non imparati”.
E sarebbe anche difficile cercare di capire se uno “ci nasce o apprendere” dalle persone che lo circondano. Secondo le conoscenze attuali è molto facile che si apprenda il carisma.
Sicuramente ci sono parti “ereditarie” ma non contano così tanto come l’ambiente, cioè avere la possibilità di esercitare quella certa dote.
Il figlio del “re”
Se nasci con una certa dose di carisma ma sei naturalmente già avvantaggiato perché “sei il figlio del re”, probabilmente non farai molto per sviluppare ulteriormente quell’abilità.
Viceversa se nasci con “meno carisma del figlio del re” ma sei costretto a farti strada nella vita, comunicando e convincendo il prossimo, è facile che tu possa superare il “carisma innato”.
Il “figlio del re” ovviamente è una metafora ma potresti metterci qualsiasi altro vantaggio innato: estetica, denaro, posizione social ecc.
Non sappiamo con certezza se sia “innato” ma sappiamo che si può aumentare, questo ci fa sospettare che la parte della natura sia meno rilevante di quanto creduto in passato.
Tuttavia, come hai ascoltato dalla definizione “da dizionario” in puntata, la parte rilevante del carisma è ancora il concetto di “personalità”.
La personalità carismatica
Molte persone sarebbero pronte a scommettere che chi ha davvero “carisma” non ha praticamente bisogno di fare nulla per dimostrarlo.
Essendo un “tratto di personalità” basterà entrare in una stanza per modificarne l’energia. Hai presente vero? Ci sono alcune persone che sembrano avere questo “potere magico”.
Tuttavia “chi entra in una stanza” ed ha questo potere di certo non lo fa stando zitto o fermo, ma lo fa dimostrando e agendo un certo tipo di comportamento.
Azioni che i miei colleghi cercano di studiare da anni e che ci hanno portato ad ipotizzare che tale “personalità” non sia altro che una stratificazione di apprendimenti.
Esistono dei segnali comportamentali che indicano chiaramente il carisma di una persona, e guarda caso sono tutti indici abbastanza prevedibili.
I segnali del carisma
Se ci presti sufficiente attenzione potrai renderti conto facilmente che anche tu sei perfettamente in grado di individuare “l’uomo carismatico” all’interno di un gruppo.
Provaci adesso! Quando esci di casa osserva i gruppi di amici o di colleghi e noterai spontaneamente alcuni schemi di comportamento.
Le persone con maggiore carisma: parlano di più e con un tono leggermente “più alto”. Sono spesso fisicamente al centro della scena, sedute al centro o camminano in centro.
Usano gesti più ampi e plateali rispetto al resto del gruppo. Quando c’è da prendere una decisione, anche molto piccola (“dove andiamo a pranzo”) sono quelli che “scelgono”.
I discorsi su cui vertono le conversazioni sono quasi sempre campi di “competenza o interesse” proprio di quella persona.
Il carisma situazionale
Se poi inseguissimo di nascosto quella persona che abbiamo ritenuto “carismatica” in altri contesti potremmo accorgerci di qualcosa di molto interessante:
Il carisma è situazionale! Cioè quella stessa persona “in casa propria” magari non riesce a farsi ascoltare neanche “dal gatto” ed è l’ultima ad avere voce in capitolo.
Il carisma è sempre “riferito a” qualcosa si specifico. Una persona ha carisma nelle conversazioni da “bar”. Un’altra è trascinante quando lavora, un’altra ancora quando fa imitazioni e racconta barzellette.
Anche se pensi di non avere neanche un “briciolo di carisma” sappi che probabilmente ti sbagli, forse non riesci a vedere che in alcuni contesti sei anche tu molto carismatico.
Le competenze specifiche che hai sviluppato sono spesso associate al carisma in quella specifica situazione. Il tutto funziona un po’ come il caro “effetto alone”, ricordi? Più avanti trovi un video…
L’effetto alone
La competenza spiccata in un determinato ambito o anche il fatto di essere “di successo” in una certa nicchia può amplificare la “percezione del carisma”.
In altre parole, se sei in giro con gli amici e incontri un attore famoso al bar e questo si mette a chiacchierare con voi, è probabile che abbia un forte ascendente.
Se quell’attore è abbastanza famoso e rispettato. Ad esempio, se io incontrassi un noto calciatore, per prima cosa non lo riconoscerei e forse non avrebbe alcun “ascendente” su di me.
Questo effetto dove ammiriamo a tal punto la competenza di un individuo da vederlo anche “figo” è in parte il nostro caro “effetto alone”.
La percezione del “carisma” individuale è quindi una sorta di sommatoria di cose che giudichiamo di valore in una persona.
Questo è anche il concetto “scientifico di autostima” che noi psicologi chiamiamo: auto-efficacia o agency. Cioè la consapevolezza di saper fare adeguatamente una certa cosa.
Ma come sappiamo non possiamo diventare bravi in tutto. Per questo spesso il carisma di una persona che conosciamo è data da una sua spiccata abilità.
Che in un effetto alone illumina anche altre parti della sua personalità. Ci sembra più credibile, amabile e intelligente… e a volte è solo un miraggio 😉
Il carisma da “prima impressione”
Lo so, cio che invece cercano tutti dal mondo della crescita personale è il carisma della “prima impressione”. Una capacità magnetica quasi leggendaria in possesso di poche persone.
Come hai sentito in puntata esistono centinaia di accortezze che si possono mettere in atto per dare una “prima impressione carismatica”.
Sono le stesse che retori e attori affinano da millenni. Dalle capacità oratorie a quelle teatrali, oggi raffinate dalla ricerca sulla comunicazione “umana”.
Come forse avrai capito, a me questi “trucchi” non fanno impazziate. Perché troppo spesso vedo attori che cercano di applicare metodi e non persone che mostrano se stesse.
E credo che il vero carisma nasca dalla capacità di mostrare davvero te stesso. Dalla abilità di fare di ciò che sei un capolavoro.
Il paradosso dello “status”
Se il carisma funziona anche come una sorta di “effetto alone” allora sicuramente tutti quegli orpelli che segnalano “status” possono aumentarlo?
La risposta è “Ni”… nel 2018 un gruppo di ricercatori ha voluto vedere se le persone con alto status percepito fossero scelte come “amici” oppure no.
In pratica hanno chiesto a diversi soggetti di immaginare di essere ad un matrimonio e di dover parlare con due persone diverse: una con una brutta auto ed un’altra con una super auto.
La maggior parte delle persone ha riferito di sentirsi maggiormente a proprio agio ad avvicinare la persona con l’utilitaria piuttosto che il “magnate pieno di soldi”.
Lo stesso è stato fatto con un bell’orologio costoso. Ovviamente si tratta di uno studio indiretto, fatto con domande. Nella realtà bisognerebbe indagare meglio.
Tecnica e metodo
Tuttavia tecnica e metodo non vanno gettati dalla finestra, anzi. E’ utile studiare come comunicare efficacemente per qualsiasi persona.
E’ utile saper emozionare e gestire la prossemica, la mimica, la prosodia e qualsiasi altro aspetto della comunicazione. Ne siamo certi, lo abbiamo anche visto in diversi studi.
Nello studio appena citato si è cercato di vedere se attraverso un addestramento formale alle “soft skills” si potesse aumentare il “carisma percepito” dei partecipanti.
Ma come diciamo spesso: la tecnica è un’impalcatura che sostiene un apprendimento. Una volta appresa la modalità e fatta nostra quella abilità, bisogna smontarla.
In realtà si “smonta da sola” man mano che pratichi. Più impari qualcosa e più tendi a farlo tuo, te ne sei mai accorto?
Conoscere “le parole”
Se hai mai provato a cantare una canzone scommetto che ti sei accorto di questo fenomeno: dove non conosci il testo tendi a cantare peggio.
E’ come dire: se non hai mai fatto quel tratto di strada tendi a guidare peggio di chi invece lo percorre ogni giorno. Banale ma spero serva per chi “non ha mai cantato”.
Se “conosci le parole” puoi dedicarti maggiormente ad altro, all’intonazione, al fiato, all’espressività ecc. Per questo è utile “la tecnica”, cioè imparare “le parole”.
Spero sia chiaro che sto utilizzando un’analogia per mostrare l’importanza della tecnica, cioè imparare tutte quelle modalità per comunicare il proprio “carisma”.
Che viene visto come la capacità di influenzare e persuadere il prossimo, tutte cose che passano dalla comunicazione. E se segui Psinel sai che esistono diversi modi per farlo.
Senza diventare stupidi
Il titolo di questa puntata era una provocazione nata dall’idea stereotipata che hanno alcune persone di cosa significhi “allenare il proprio carisma”. A me viene in mente un attore che finge…non so a te.
Ma la sensazione è questa, quella dell’impostore di cui abbiamo parlato in puntata. Quella dell’introverso a cui chiedono di diventare estroverso, lui sa che sarà una finzione.
Tuttavia è necessario sottolineare che neanche la personalità così come la intendiamo è veramente “fissa”. E pensare che lo sia purtroppo la rende tale, concetto ormai noto grazie al “mindset dinamico/statico”.
Forse il modo migliore per aumentare il carisma “senza diventare stupidi” o almeno sembrarlo, è quello di chiedersi “perché” vogliamo essere più influenti e persuasivi.
Perché vuoi essere più carismatico?
La risposta a questa domanda è forse la più importante di tutte, perché se non sai perché desideri aumentare questa serie di abilità, non ti serviranno praticamente a nulla.
Prima di salutarti e lasciarti alla lettura del Qde voglio lasciarti proprio questa domanda fondamentale, perché. Perché desideri avere più carisma, metti li con carta e penna e scrivi per almeno 10 minuti perché lo vuoi.
Scommetto che avrai delle bellissime sorprese. Se la risposta è esclusivamente “esterna”, del tipo: per influenzare il prossimo, persuadere e manipolare a volontà.
E’ sicuramente una risposta che coincide con la definizione di carisma da dizionario ma che come forse avrai intuito è parecchio fallace. Perché le persone realmente carismatiche sanno che si tratta di qualcosa di “interiore”.
Puoi influenzare realmente il prossimo solo se sei in grado di farlo con te stesso, e per farlo ti serve il “perché fai quello che fai”. Il “valore” o il sistema di valori che sorreggono il tuo desiderio di diventare più carismatico.
Carisma e presenza: una bizzarra ipotesi mette insieme meditazione e carisma
Si può davvero aumentare il carisma di una persona? Prestigio, ascendente, autorità, questi sono alcuni sinonimi dell’aggettivo carismatico ma come si fa?
Alcuni studi dimostrano che imparare a comunicare meglio può aumentare il carisma, così come migliorare la propria posizione di autorità all’interno di una gerarchia, per me c’è anche altro…
Un bel delirio non è vero? Allora riprendiamo il filo dall’idea comune di diventare più carismatici. Per farlo sappiamo che esistono diverse accortezze, come ad esempio imparare a comunicare.
In alcuni studi hanno preso un certo numero di persone e gli hanno fatto preparare un discorso da fare in pubblico. Queste persone venivano attentamente valutate da un gruppo di giudici per il loro carisma.
Queste stesse persone venivano poi formate con qualche dritta di pubblic speaking e nuovamente valutate da un altro gruppo di giudici (i giudici sono persone estratte a caso ed estranee all’esperimento).
La conclusione è abbastanza banale: chi imparava a comunicare meglio veniva anche giudicato come maggiormente carismatico.
Il carisma come autorità
Un altro esempio classico di carisma è legato al ruolo che una persona ricopre. E’ provato che le persone di status superiore possono avere un naturale ascendente sui sottoposti.
Questo effetto è stato misurato anche con parametri indiretti: come ad esempio il fatto che i “sottoposti” tendessero ad uniformarsi all’eloquio del “capo” e non viceversa.
Come sappiamo dagli studi di Cialdini per ottenere questo effetto a volte, basta un semplice camice bianco o una divisa. Basta l’aspetto esteriore per instillare questo genere di effetto.
Chi possiede qualcosa in più…
Anche chi è ricco e possiede cose che tu desideri può avere un effetto carismatico nei tuoi confronti. Se parli con un esponente importante di qualcosa che tu ami tenderai a vederlo come più carismatico.
Il fatto di sapere che quel tizio è “il principe di sti cavoli” tende ad aumentarne il carisma, anche quando le persone non hanno meriti diretti.
Anche ciò che possediamo intellettualmente: sapere che un tizio conosce 40 lingue potrebbe essere un motivo di prestigio e quindi di carisma.
Tutte cose visibili che si possono “mettere in mostra”
Sicuramente il “carisma” è un concetto complesso che prende in esame tutte queste cose. Dal modo di comunicare allo status, da ciò che possiedi a come ti comporti.
Si, anche le azioni che fai determinano il tuo carisma: una persona più decisa, che prende decisioni rapidamente tende ad influenzare maggiormente le persone accanto a se.
Chi fa maggiormente proposte in un gruppo, chi si propone per primo in modo sicuro spesso viene seguito. Se c’è un’emergenza, il primo che prende decisioni chiare diventa subito il leader.
Quindi non sono solo le cose che “possiedi” a determinare il tuo carisma, questo è maggiormente veicolato da propietà psicologiche.
Puoi essere ricco quanto vuoi ma se non sai “gestirti”…
Immagina un famoso uomo d’affari, uno che stimi e con cui ti capita di andare a cena. Tu vorresti seguire esattamente i suoi passi per fare ciò che fa lui.
Mentre siete a cena il cameriere sbaglia a portare le portate, allora il tuo idolo impazzisce, inizia a sbottare e a comportarsi come un bambino. Come inizieresti a vederlo?
Tutto il suo carisma svanirebbe in un attimo! Magari la tua “stima specifica” (rivolta in quello specifico campo) magari non decrescerà ma il suo ascendente su di te si.
Quindi la “gestione di se stessi” fa parte delle doti di una persona carismatica. Come vedi ci stiamo lentamente avvicinando all’ipotesi di questa puntata.
Ma “meditare” non serve solo a gestire le emozioni…
Se hai ascoltato la puntata (cosa che ti stra consiglio altrimenti da qui in poi capirai poco) conosci la mia ipotesi spinta: che la presenza possa veicolare l’attenzione altrui.
Quindi per diventare più carismatico la pratica della meditazione può essere più che utile, non solo per gestire meglio le tue reazioni emotive ed allenare la tua attenzione, ma anche per gravitarla.
Con “gravitare l’attenzione” intendo il fatto che quando qualcuno in tua presenza porta la propria attenzione verso qualcosa anche tu sei istintivamente attratto da quella stessa cosa.
Anche questo è un fenomeno semplice, tendiamo a dare attenzione alle cose a cui anche altri danno attenzione per un principio evolutivo. Se tutti guardano in un punto lo facciamo anche noi.
La meditazione come attenzione verso se stessi
Meditare significa portare attenzione a se stessi, questo nella mia ipotesi può diventare un modo per attrarre anche l’attenzione altrui verso te stesso.
No, non significa portare attenzione alle tue qualità personali, a ciò che stai pensando, alle tue scarpe all’ultima moda o al tuo raffinatissimo modo di comunicare.
Ma significa portare una certa qualità di attenzione a te stesso, attenzione che si può riassumere nel nostro acronimo IOS… Intenzionale, Ora nel presente e Senza giudicare.
Go first…
Con questa esperessione inglese Richard Bandler (il co-creatore della PNL) indica il modo migliore per modificare lo stato di coscienza delle persone che ti circondano.
Se vuoi che una persona si rilassi, cerca di rilassarti tu per primo e vedrai che tenderà a seguirti. Ecco la semplice traduzione di una delle intuizioni più interessanti di Bandler.
Così se vuoi essere più carismatico e quindi far si che la tua presenza “venga notata” tu per primo devi iniziare a notarla. Ecco l’ipotesi avventata di tutta questa puntata!
Portare attenzione a te stesso, momento per momento, con intenzione e senza giudicare è già una sorta di atto di amore verso te stesso.
Un “centro di gravità permanente”
Come probabilmente sai la famosa canzone di Battiato è stata ispirata dagli insegnamenti di Gurdjieff… ora lasciamo stare tutto il misticismo che ci sta dietro ed andiamo al succo.
Questo famoso “centro di gravità” è proprio metaforicamente la nostra presenza. Se riesci ad essere presente acquisisci tutta una serie di abilità che generano carisma:
La presenza ti consente di essere “imperturbabile”, quindi di gestire al meglio emozioni e reazioni (come nel caso della rabbia), ti consente anche di “non cambiare idea sulle cose e sulla gente”.
Ok questa è da spiegare per bene… la presenza si allena attraverso l’intenzione stessa di restare nel presente. Così quando mediti sai che devi spostare intenzionalmente la tua attenzione.
Il potere dell’intenzione
Ed è proprio l’intenzione che sembra trasmettersi con forza alle altre persone. L’intenzione è una sorta di muscolo che rinnovi ogni giorno quando ti sforzi volontariamente di fare qualcosa.
Non sto quindi parlando delle routine o delle famose abitudini, perché queste richiedono poco sforzo ma di azioni che svolgi volontariamente e consapevolmente.
La presenza con il relativo “intento” ti rende capace di perseguire suoi tuoi obiettivi in modo risoluto e potente, così potente da guidare anche la percezione delle altre persone.
La presenza nel corpo
Altro aspetto fondamentale è il rapporto con il tuo corpo. La presenza è fisica e corporea perché parte dai tuoi sensi e dalla capacità di restare a contatto con essi, di percepire e non “pensare”.
Questo ha dei benefici enormi dal punto di vista del collegamento “soma-psiche”, lo dimostrano decine di ricerche ed oggi sappiamo anche che…
…chi ha un migliore rapporto e consapevolezza con il proprio corpo viene percepito anche come più carismatico, perché i suoi gesti risultano maggiormente armonici.
Si gli sportivi non piacciono solo perché sono “atletici e ricchi” ma anche perché hanno un rapporto più stretto con il proprio corpo e questo viene percepito all’esterno.
Carisma = presenza?
Probabilmente questa equivalenza non è corretta al 100%, ci sono tanti altri fattori che compongono il carisma, la maggior parte dei quali sono “esterni a noi”:
Status (che ruolo ricopri professionalmente), quando guadagni, bellezza esteriore, capacità di comunicare in modo efficace ecc.
Ma fra le qualità “interiori” la presenza è sicuramente il “supporto” di ogni abilità che rappresenti il carisma: dalla gestione emotiva alla comunicazione.
Una differenza già vista
Ormai quasi una decina di anni fa ero solito parlare di due personalità contrapposte: il famosissimo Anthony Robbins e l’altrettanto noto Milton Erickson.
E mi piaceva chiedere alle persone chi secondo loro rappresentasse maggiormente l’uomo “carismatico”. La maggior parte della gente diceva a gran voce “Robbins”.
Ma in realtà l’opinione (soprattutto durante i corsi dal vivo) si spaccava in due, perché anche Erickson era parecchio carismatico e capace di farsi ascoltare.
Questo è solo un esempio di come il carisma si possa esprimere in modalità apparentemente contrapposte, ma che forse hanno tutte sotto sotto in comune, la presenza!