Nel mondo di oggi, siamo costantemente distratti da una quantità enorme di informazioni in continua competizione tra loro: i social media, le nuove tecnologie e più in generale tutti gli stimoli provenienti dall’esterno spesso ci impediscono di dare il nostro massimo, causandoci non pochi problemi… In che modo accade tutto questo?
Semplice, rubando risorse alla nostra capacità di prestare attenzione. In quest’articolo scoprirai come aumentare la tua concentrazione e mantenere il focus sui tuoi obiettivi, desideri e bisogni.
L’attenzione è come un muscolo, inizia ad allenarlo e potrai sperimentare sulla tua pelle il potere della concentrazione e i suoi innumerevoli benefici.
Quest’articolo contiene:
- Che cos’è l’attenzione?
- Elimina le distrazioni
- Nota i piccoli cambiamenti intorno a te
- Pratica la meditazione di consapevolezza
Che cos’è l’attenzione?
Quando parliamo di attenzione o di concentrazione (attenzione sostenuta) ci riferiamo ad un processo di selezione attiva e passiva delle informazioni che prendiamo in esame in un determinato momento. La parola chiave, quando si parla di attenzione, è proprio quella di processo.
Infatti, la capacità di restare concentrati per svolgere un determinato compito è un’abilità che richiede uno sforzo costante e prolungato. Questo sforzo, ad esempio, si riflette nella nostra abilità di trascurare tutte quelle informazioni o tutti quegli stimoli che interferiscono con ciò che abbiamo scelto di fare, intenzionalmente e deliberatamente.
Ancora, mettere da parte le informazioni inutili o che non ci interessano, ci consente di non essere in balia delle circostanze esterne e di mantenere il focus sul più importante punto di riferimento: noi stessi.
Un altro aspetto fondamentale da tenere a mente è che l’attenzione non è soltanto un muscolo da allenare ma anche un filtro attraverso cui leggere le esperienze di vita. Ti è mai capitato di andare ad un concerto con un amico per poi scoprire che in realtà tu sei l’unico ad aver apprezzato così tanto quella esibizione? Scommetto proprio di sì.
Situazioni simili alla precedente accadono poiché ciascuno di noi cambia a seconda del proprio filtro attenzionale e cioè, a seconda dei propri interessi o desideri, delle proprie conoscenze o esperienze. Ciascuno di noi, insomma, è diverso dall’altro nel senso che riesce ad essere concentrato su certi stimoli piuttosto che su altri, per un breve intervallo di tempo o, invece, per uno assai più lungo.
Per comprendere meglio la natura dell’attenzione è utile considerare che al suo interno esistono sia delle componenti passive sia delle componenti attive.
L’attenzione, infatti, è un fenomeno (anche) passivo dal momento che non sempre possiamo decidere consapevolmente a cosa prestare attenzione, quanto meno in un primo momento.
Pensa ad esempio a ciò che accade quando ti capita di ascoltare qualcuno che pronuncia il tuo nome. Scommetto che molto spesso, quando accade ciò, ti capita di distrarti rispetto all’attività che stai svolgendo per poi, eventualmente, riconoscere che in realtà ad esser stato pronunciato è il nome di qualcun altro.
In un modo simile, tendiamo naturalmente a prestare attenzione a quegli stimoli che si associano ed emozioni molto forti, soprattutto se negative. Quando proviamo un forte spavento, infatti, il nostro organismo orienta il nostro sguardo e la nostra attenzione verso un stimolo che potrebbe essere potenzialmente pericoloso per la nostra sopravvivenza. È come se trasmettesse il seguente messaggio: “Attenzione! Smetti di fare quello che stavi facendo finora e occupati di questo stimolo, potrebbe essere pericoloso!”.
Anche se può sembrare che l’ambiente giochi un ruolo determinante sulla nostra capacità di concentrarci, in realtà non è proprio così. Infatti, possiamo significativamente allenare il muscolo della nostra attenzione con dei semplici esercizi quotidiani.
La componente attiva o intenzionale dell’attenzione, infatti, può essere costantemente esercitata e potenziata. Vedila in questo modo: quanto più riesci a portare consapevolezza sulle tue risposte automatiche, quanto più diventi consapevole di come la tua attenzione saltella da uno stimolo all’altro, tanto più riuscirai ad essere presente a te stesso e al mondo che ti circonda.
Elimina le distrazioni
Il primo passo per essere più concentrato è molto semplice quanto essenziale: scegliere o preparare un ambiente di lavoro privo di distrazioni. Ad esempio, se lavori da casa, trovare un angolo tranquillo e ben separato dalle altre stanze è fondamentale per massimizzare la tua produttività e attenzione.
Una volta che avrai allestito la tua postazione di lavoro con lo stretto indispensabile, è arrivato il momento di fare un passo in più: non concedere agli altri il potere di distrarti più del necessario.
Come avrai intuito, spesso accade che a distrarci siano dei colleghi, i nostri familiari o, ancora, i nostri amici. In queste situazioni potrebbe essere difficile se non imbarazzante far notare loro che, in un particolare momento della giornata, si vorrebbe essere concentrati per svolgere il proprio lavoro. Come gestire questa situazione?
Mettendo delle regole, chiare e trasparenti. Ovviamente, se hai particolare confidenza con la persona che più spesso riesce a distrarti sarà più facile farle notare che, in realtà, avresti bisogno che ti “lasciasse in pace” un po’ di più, magari durante dei momenti prestabiliti della giornata.
La cosa ovviamente si complica un po’ se devi rapportarti ad un superiore. In questo caso, per far sì che tu venga ascoltato più facilmente, potresti motivare la tua proposta argomentando che in realtà la produttività aumenta se non sei spesso distratto da email o da (presunte) riunioni urgenti.
Il nocciolo della questione è portare acqua al tuo mulino sì con discrezione e calma, ma anche con una certa sicurezza e convinzione.
Nota i piccoli cambiamenti intorno a te
Quando parliamo di concentrazione è fondamentale riconoscere una proprietà fondamentale del nostro cervello: il risparmio energetico.
Il nostro cervello, infatti, si affida molto ad un insieme di simulazioni mentali per interagire con il mondo circostante e per, più in generale, fare delle previsioni su ciò che potrebbe o non potrebbe accadere.
Nonostante ci sia un vantaggio indiscutibile legato all’utilizzo di quest’attività, talvolta accade che affidarsi troppo a questo simulatore mentale ci porti a trascurare delle informazioni potenzialmente importanti. Prova ad immaginare lo scenario seguente.
Sei al bar con un tuo amico e fai fatica a seguire i suoi discorsi perché li trovi terribilmente noiosi. Ti capita di fare pensieri del tipo: “Adesso mi racconterà di nuovo di tutte le sue conquiste amorose e andrà avanti per ore e ore” oppure “Possibile che non riesca a parlare di altro se non degli stessi argomenti?”.
Come avrai intuito, la noia è spesso qualcosa che ci impedisce di prestare attenzione ad uno stimolo, soprattutto per un periodo di tempo prolungato. Ma c’è una buona notizia: la noia può cedere il posto alla curiosità con il giusto atteggiamento mentale e con la giusta dose di esercizio.
A questo punto, infatti, possiamo sfatare il mito per cui la nostra attenzione dipenda esclusivamente dagli stimoli esterni. Numerosi studi hanno osservato che allenando il nostro focus, possiamo essere meno in balia degli stimoli esterni e più ancorati a ciò a cui abbiamo scelto di prestare attenzione, intenzionalmente.
Ti propongo un esercizio utile a educare la tua attenzione a notare i cambiamenti intorno a te.
Vai in un luogo all’aria aperta, fermati e nota come si muovono le nuvole. Prova a fermarti per un certo lasso di tempo e a notare tutti i cambiamenti che riesci ad osservare nella forma delle nuvole, nella velocità con cui si muovono, nel mondo in cui il vento le spinge, ecc.
In questo modo, col passare del tempo, allenerai il muscolo della tua attenzione e lo metterai al servizio delle tue scelte, riducendo l’importanza data agli stimoli esterni e alle loro caratteristiche.
Se vuoi approfondire l’esercizio delle “nuvole”, ti invito a guardare il seguente video di approfondimento.
Inizia a praticare la meditazione di consapevolezza
La base di ogni pratica di meditazione è l’attenzione.
La meditazione di consapevolezza, infatti, ha come scopo quello di addestrare le nostre risorse attentive per riuscire ad utilizzarle in modo più efficace e per, in generale, metterle al servizio di ciò che per noi è importante: i nostri desideri, i nostri bisogni e i nostri obiettivi.
Una delle caratteristiche fondamentali della pratica meditativa è quella di allenare la capacità di osservare i contenuti della nostra mente, le nostre emozioni o rappresentazioni, i nostri pensieri o i nostri ricordi.
Impegnandoci a non identificarci con tutti questi contenuti mentali e, ancora, cercando di non giudicarci negativamente quando cediamo alle distrazioni esterne, contribuiamo a rafforzare la nostra attenzione.
Praticando la meditazione di consapevolezza, quindi, sperimentiamo un fondamentale atteggiamento mentale: la gentilezza verso noi stessi o self-kindness.
Coltivando la self-kindness, infatti, riusciamo a non dare (troppo) spazio o attenzione ai pensieri giudicanti o punitivi ed è proprio in questo modo che, successivamente, facciamo meno fatica a mantenere il focus o la concentrazione su ciò che stavamo facendo.
Adesso che conosci gli atteggiamenti e i mindset implicati nella pratica della meditazione non ti resta altro se non tanto esercizio quotidiano.
Dando un occhio all’articolo su come fare meditazione scoprirai tutto ciò di cui hai bisogno per migliorare efficacemente la tua concentrazione in pochi e semplici passi.