Che tu debba preparare un esame, restare aggiornato professionalmente o semplicemente imparare qualcosa che ti interessa, questo episodio del podcast fa per te. Oggi ti racconterò cosa ho scoperto negli ultimi anni che mi ha letteralmente consentito di accelerare di 10 volte il mio modo di apprendere… se mi segui sai che ci tengo molto a questo aspetto e quindi direi di tuffarci subito nella puntata che cambierà per sempre la tua capacità di apprendere e imparare nuovi concetti.

Lo strumento

Lo so, se conosci il mondo dell’intelligenza artificiale oppure se sei un semplice appassionato di certo avrai già sentito parlare di NoteBookLM. Ed è anche possibile che tu l’abbia già utilizzato, prima di proseguire però ascolta una cosa: se non l’hai mai usato o se l’hai usato solo superficialmente ti invito a farci immediatamente un giro (dopo aver letto questo post) per toccare con mano ciò che ti ho appena raccontato. Perché questa è a dir poco una rivoluzione che, come tale, può portare vari problematiche (impigrimento della popolazione, ecc) ma anche enormi vantaggi per chi riesce a comprenderne la forza e l’utilità pratica.

Immagina di conoscere una persona saggia che ha letto praticamente ogni libro sulla faccia della terra. Ogni libro che tu possa reperire in formato digitale (da qualsiasi libreria :-)) lui/lei è in grado di riassumerlo nel modo più efficace possibile, di rispondere in modo preciso ad ogni domanda su suo contenuto e farti anche mappe mentali ed un piccolo podcast (a due voci) proprio sul tema che a te interessa. Non so stai studiando o approfondendo un certo tema, mettiamo l’attenzione e ti imbatti nel mio libro “Facci Caso”. Non sai se è il caso di leggerlo, non sai esattamente di cosa parli ecc.

Allora lo compri in formato digitale (o te lo fai prestare ;-)) lo carichi dentro la nostra IA e ti fai fare un piccolo riassunto audio di 6 minuti. Oppure chiedi direttamente all’IA cosa c’è la dentro e se fa al caso tuo o meno. Ecco questo processo puoi farlo con i libri, con ogni video Youtube (di qualsiasi lunghezza), con i file Mp3 e con qualsiasi documento scritto in versione Pdf. E’ una cosa pazzesca, è un po’ come se quel tuo amico in realtà non conoscesse tutto ma fosse così intelligente da risucire ad analizzare qualsiasi documento (alla velocità delle luce) e darti un riassunto (fatto meglio di qualsiasi Bigniami) preciso sul contenuto.

Non solo, può anche sommare le fonti: puoi raccogliere 10 articoli scientifici, 10 libri e 10 conferenze video e audio su un unico argomento, metterle tutte assieme e farti fare: riassunti, sintesi, mappe mentali ecc. Inoltre puoi prendere i risultati di questo strumento stupendo e lo puoi inserire in altre IA come Chat-GPT, Gemini e Cloud. La bellezza di NotebookLM è che invece di sparare risposte pescando dal proprio addestramento o dal web, prende solo ed esclusivamente le fonti che voi ci inserite, il che lo rende sicuro nei confronti delle famose allucinazioni.

Le IA sono solitamente programmate per rispondere sempre, cioè raramente ti diranno: “scusa ma non conosco la risposta”, semmai possono dirti: “non sono autorizzato a darti questa risposta” e cose del genere. Per questo motivo quando rispondono fanno un po’ come facciamo noi, ti danno la risposta più comoda che possiedono e la argomentano (in modo devo dire magistrale) anche quando è una cavolata. Parlando psicologicamente potremmo dire che razionalizzano le proprie risposte per dargli senso e veridicità… anche quando non hanno né senso né verità.

Quindi studiare non serve più a niente?

Assolutamente no e ora provo ad argomentare per bene questa faccenda. Partiamo dalla storia della diffusione della cultura la quale è sempre andata di pari passo con la tecnologia, ed ogni step ha condotto ad un allargamento ed espansione di tale fenomeno antropico. Dalla scrittura alla stampa, dalla stampa ai mass media ogni passaggio ha allargato la possibilità di spargere cultura il che ha consentito un incremento crescente del benessere delle società e degli individui.

Attenzione non sto cadendo nel tranello di Harari, il quale ci invita a diffidare dell’idea che più abbiamo informazioni a disposizione e più ci avviciniamo alla verità. Sto dicendo che a conti fatti più si è espansa la cultura, l’alfabetizzazione della popolazione e più questo ci ha resi maggiormente liberi. Nuovamente, non sto affermando che tutto il progresso è stato positivo per tutti ma che, l’avanzamento della cultura è da sempre un buon indice per capire anche il benessere generale di una popolazione.

Per me la rivuluzione dell’IA ci mette di fronte ad un paradosso utile: cioè che studiare non serve per conoscere (e basta) ma serve per allenarsi. Sì, leggere e studiare servono per accumulare conoscenza e abilità ma come sappiamo tali conoscenze e tali abilità non sono statiche, non è che oggi impari una cosa e poi la conosci per sempre. Questo ce lo chiediamo da sempre: a cosa serve studiare tutte quelle cose se poi non me le ricordo? Serve perché studiare tiene attivo, vivo e in forza il tuo cervello!

La stessa cosa potremmo dirla per il fisico: a cosa serve muovermi se oggi ho macchine, scooter, mezzi pubblici, monopattini (che alcuni odiano) ecc.? Serve perché sappiamo bene che ciò che non usiamo tende a deteriorarsi e ciò che usiamo tende, se trattato bene, a farci crescere e a preservare. Con l’aspetto fisico tutto ciò è visibile a occhio nudo: cioè una persona della mia età (47 anni) che si allena, messa a confronto con un’altro individuo che non si allena ha caratteristiche profondamente diverse (che in età più giovani non si vede così tanto).

Lo stesso vale per il nostro cervello, mi dispiace ammetterlo ma parlare di alcune cose con chi non studia, non legge, non si informa e non è curioso alla mia età, è quasi deprimente! Il che non significa che siano stupidi, che il loro cervello non funzioni ma che sia un po’ meno allenato. Attenzione per allenarci non dobbiamo studiare psicologia, filosofia o matematica ci basta anche solo leggere romanzi che amiamo, saggi che ci interessano o ascoltare podcast (complessi) come Psinel ;-)) (anche leggere post come questi ti accendono il cervello, è come fare una corsa, una serie in palestra ecc.).

Una storiella Zen per l’importanza dello studio

In una famosa storia Zen si racconta che un giorno un allievo zelante, per dimostrare la propria dedizione allo studio, prese un setaccio vecchio e si convinse di poter trasportare un po’ di liquido in quel modo. Ovviamente questo compito risultò impossibile, più l’allievo cercava di pescare acqua più ne perdeva quando cercava di trasportarla, alla fine ci rinunciò e ammise il proprio fallimento. Al che il maestro lo guardo e gli spiegò che non aveva fallito chiedendogli ora di guardare meglio lo stato del setaccio, che invece di essere incrostato era ora pulito e limpido come l’acqua.

E poi aggiunse: quando studi, quando leggi, non devi preoccuparti di ciò che resta dentro di te ma del fatto che quello studio pulisce, è come l’acqua nel tuo setaccio. Come accennavo (e come ti ho detto diverse volte) lo studio è un allenamento, il quale può essere più o meno specifico. L’unico modo per capire questo concetto è attraverso la pratica, ed è per questo che invito spesso le persone che non hanno una routine quotidiana di studio a provare la mia “sfida delle 10 pagine”. Se non hai l’abitudine a leggere prova questo piccolo esperimento:

Scegli un libro che ti piace e di cui sei interessato ed ogni giorno leggine 10 pagine per almeno 1 o 2 mesi consecutivi. Probabilmente non solo finirai quel libro ma alla fine scoprirai che il tuo pensiero sarà più limpido, veloce e creativo. Certo non possiamo fare un vero e proprio esperimento se non creando un clone di te stesso e non facendolo leggere per quel periodo. Ma ti assicuro che ti scoprirai più rapido nel parlare con le persone, avrai pensieri più chiari e nitidi e alla fine, come effetto quasi collaterale: avrai imparato ciò che c’è scritto nel libro (almeno in parte).

Chiunque si alleni fisicamente e con intenzione conosce questo fenomeno: all’inizio devi imparare gli schemi corporei del movimento che poi, una volta appresi e utilizzati verranno sfruttati naturalmente anche in altri ambiti. Se devi trasportare buste della spesa pesanti il tuo modo di farlo cambia radicalmente, ora sai quali muscoli attivare e quali no e come evitare di farti male (ovviamente se ti alleni da un po’ e con schemi motori simili) ecc. Tuttavia nonostante questa forte somiglianza tra corpo e mente (o meglio dire cervello) tendiamo spesso a dimenticarcene, perché?

I motivi sono molti ma uno dei più rilevanti per la mente è che, sembra essere la cosa più resistente al tempo. Se conosci qualche persona anziana ma che non ha subito malattie neurodegenerative (cosa tipica dopo una certa età) vedrai che il suo corpo non ha più la forza di un tempo, la sua pelle e i suoi muscoli (se non si allena) saranno rattrappiti eppure, la testa sembra ancora funzionare molto bene. Uno dei miei maestri era quasi paralizzato al termine della sua vita, ma nonostante tale condizione fisica ha continuato a fare lezione fino a 90 con una certa brillantezza. Tendiamo a dare per scontato che quella brillantezza permanga senza allenamento ma non è così (il mio prof. insegnava da una vita e studiava quelle cose da più di mezzo secolo).

La coperta corta

Ora andiamo un po’ su uno dei temi che abbiamo trattato maggiormente e che io chiamo “il problema della coperta corta” in chiave tecnologica. Ogni tecnologia ovviamente rischia di toglierci una qualche abilità: i mezzi di trasporto ci hanno tolto molta resistenza a camminare e correre per lunghe distanze. La scrittura ci ha tolto molte abilità di memoria. La calcolatrice ci ha tolto molte abilità matematiche. Cosa farà l’intelligenza artificiale dato che sembra saper fare tutto (per lo meno a livello intellettuale)? Si tratta di un problema più antico di quanto si creda, dalla scrittura fino alla nostra calcolatrice.

Perché la coperta è corta? Perché chi non ha usato i mezzi di trasporto ha avuto svantaggi così grandi che forse non è più presente per raccontarli (almeno la sua progenie non è più presente). Chi ha rifiutato la scrittura e la possibilità di segnare “ciò che mi deve tizio e ciò che devo a caio” probabilmente non ha fatto una bella fine (si le prime cose scritte che abbiamo trovato sono semplici “conti economici antichi”, non poemi epici). Come abbiamo visto molte volte noi siamo animali tecnologici, l’essere umano senza tecnologia non è più realmente umano.

Tuttavia chi è riuscito ad usare in modo saggio tali strumenti ne ha ricavato vantaggi importanti. Oggi possiamo tutti godere della saggezza di Socrate e di Platone grazie a ciò che quest’ultimo ha scritto (e non solo Platone). Entrambi non volevano che la gente imparasse a leggere e a scrivere. In altri contesti come quello fisico, abbiamo capito che la sedentarietà ci fa particolarmente male e abbiamo inventato le palestre. E’ possibile che in un futuro non troppo lontano creeremo delle palestre per il pensiero, e l’IA potrà diventare uno dei nostri migliori alleati per decidere intenzionalmente e più liberamente cosa desideriamo apprendere.

Quando quella abilità perde di necessità, cioè non è più necessario usarla, di certo è meno efficace mantenerla ma è anche molto meno stressante. Una cosa è dover fare tutti i conti a mente altrimenti ti fregano, come succedeva qualche manciata di decenni fa. Chi sapeva contare meglio aveva un vantaggio di non poco conto. Un’altra cosa è essere costretti a contare altrimenti la nostra piccola attività va a farsi benedire. Oggi puoi scegliere, non solo di metterci una persona che conta meglio di te (come abbiamo sempre fatto) ma di usare una macchina per farlo meglio.

So che il termine “allenamento” spaventa ma se ci pensi è ciò che fai da sempre… lo facevi da bambino giocando e se poi sei stato fortunato, hai continuato a farlo da adulto lavorando e avanti così. Noi esseri umani non possiamo fare a meno di esplorare e imparare per tutta la vita, per questo ci alleniamo fisicamente anche se non ne abbiamo bisogno (oltre a tutti gli altri 1000 benefici fisici e psicologici connessi all’allenamento) ma anche l’allenamento psicologico porta risultati molto simili. Comprendere un concetto complesso, saper padroneggiare le famose soft skills, sentirci competenti in questo ambito è altrettanto appagante.

Per questo continueremo a farlo… e sarà anche forse l’unico modo per stare dietro all’avanzamento tecnologico e alle sfide ecologiche che ci aspettano.

Ok avrei ancora un sacco di cose da dirti ma credo che il post sia sufficientemente lungo per la nostra attenzione quotidiana.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.