Come superare un lutto? Questa è una delle domande più frequenti in assoluto, almeno nella mia esperienza, durante le nostre “passeggiate”. Dato che l’argomento è potente ed intenso direi di andare dritti al punto, buon ascolto:

La domanda più frequente

Sì, come affrontare e superare un lutto è sicuramente stata una delle domande più frequenti negli ultimi anni. Come chi segue PsiNel anche sui social sicuramente saprà, ogni settimana mi fate decine e decine di domande e la probabilità che ve ne sia una su questo tema è molto alta.

Dato che quando una persona afferma: “secondo le mie statistiche”, sono il primo a pensare che si tratti sempre di un campione troppo piccolo e che ci si affidi ad una memoria retrospettiva e fallacie, proviamo a fare due conti insieme.

Ho iniziato a fare le passeggiate con frequenza nel 2018, ne ho fatte 2 a settimana sino all’inizio di quest’anno, dove siamo passati ad una sola passeggiata. Se immaginiamo una media (molto bassa) di 50 domande alla settimana, ecco ti lascio fare i conti per non tediarti oltre, ma sono un sacco di domande.

Ecco tra queste c’è sempre qualcuno che mi chiede di parlare di un lutto. E sono state proprio queste domande a mettermi la pulce nell’orecchio per questo argomento, infatti sono diversi anni che pensavo di dedicarci dei contenuti.

Come hai sentito il 5 Settembre del 2021 è mancata mia madre, e da quel momento ho iniziato ad immaginare come sarebbe stato parlarne qui su PsiNel, su questa specie di sito che tra poco cambierà parecchio e forse non lascerà più troppo spazio a questi aspetti personali, per questo continuerò il tema sul Qde.

Posso tornare come prima dopo il lutto?

La paura più grande di chi vive un lutto intenso, se non “traumatico”, è quello di non riuscire più a vivere una vita serena come in precedenza. Devi sapere che questo è uno dei dubbi più frequenti per chiunque viva un trauma intenso o sia vittima di un dolore psichico debilitante. E’ normale porsi questa domanda, anche se essenzialmente è sbagliata!

Noi siamo processi in continuo cambiamento, non siamo oggetti stabili della realtà ma cambiamo di continuo e lo facciamo in base alle esperienze che viviamo. Anche il semplice ascolto di queste puntate ti ha cambiato, e devo dirti una cosa che forse non ti piacerà, non puoi tornare indietro alla persona che eri prima di questo apprendimento.

E’ una cosa spaventosa ma allo stesso tempo meravigliosa, ed è il motivo per il quale anche volendo, non potresti non leggere queste parole. Davvero provaci seriamente per un istante, guarda queste lettere senza leggerle, è quasi impossibile che tu ci riesca, dico “quasi” perché se sei straniero è molto più facile.

Una volta appreso l’italiano, una volta imparato a leggere, quando vedi delle parole scritte non puoi più vederle come un insieme indistinto di segni neri su sfondo bianco. La stessa cosa accade per ogni esperienza intensa della vita, perché anche quella insegna, nel tempo ma insegna.

Tranquilli perché in realtà il DOLORE, ecco quello certamente cambia e certamente diventa gestibile con il tempo e lo spazio necessari affinché avvenga. Ma il suo ricordo ed un certo grado di tristezza, permangono e in alcuni casi li portiamo dietro per molto tempo.

La crescita post-traumatica

Succede la maggior parte delle volte, che quel dolore si trasformi in un apprendimento molto importante, uno di quelli che ti rendono più forte! Il lutto non viene solo per scompaginare la nostra vita ma molto spesso ci rende più forti, più indipendenti e capaci di affrontare le cose più difficili della vita.

Si tratta di un fenomeno ormetico (che produce ormesi) che conosciamo molto bene, ma del quale spesso tendiamo a dimenticarci soprattutto perché è molto doloroso. Vedi quando stai molto male la sensazione è che da quel male non solo non apprendi nulla ma che ti spezzerà piuttosto che rafforzarti.

Nel mondo fisico questo è vero, cioè se senti un male incredibile è spesso perché c’è un danno molto importante. Ma la stessa cosa non vale per la nostra mente, la quale è fortunatamente più resistente di quanto ci si possa immaginare, più resistente anche di molte parti del nostro corpo (anche se ne è parte).

Il lutto di una persona cara è sicuramente una delle sfide più grandi che ci aspettano nella vita, come abbiamo visto nelle precedenti puntate della trilogia, è per questo che non ci piace affatto parlarne e in alcuni casi le persone possono aver addirittura costruito dei pensieri magici intorno a questi temi.

Scommetto che qualcuno avrà visto la nostra trilogia ed avrà pensato: “ma col cavolo che la seguo, non voglio mica disturbare i morti e gli spiriti. Queste cose sono sacre, meglio non parlarne, meglio non pensarci affatto”.

Elefante ed il reframing

Ed ecco perché il sottotitolo di questi episodio è “l’elefante nella stanza”, perché vuoi la educazione di stampo cristiano, vuoi il retroterra scaramantico, insomma non è un argomento semplice da trattare. Per questo sono partito con un (spero potente) reframing!

Molti di voi se ne sono accorti quasi subito e mi avete scritto cose del genere: “Genna, grazie mille per queste puntate perché ho sempre avuto il timore di pensarci, ma ora ho capito che è la cosa più importante a cui dare attenzione per godere del presente”. Questa è una mia interpretazione ma non ci sono andato troppo lontano.

Mi avete scritto in tantissimi cose del genere, significa che questo tentativo di iniziare a vedere la “fine” come una delle cose più importanti è passato. Lo chiamo “reframing” (ristrutturazione) perché è un modo per iniziare a vedere questa cosa da un altro punto di vista, si spera migliore e più allargato.

E nuovamente, quando vedi le cose da un nuovo punto di vista è un po’ come quando impari a leggere! Ed ecco che se per caso sono riuscito in questo mio intento anche solo con l’1% di chi ascolta questi episodi, mi posso ritenere davvero molto soddisfatto (ora la smetto di flexare).

Riuscire a cambiare questo mindset, questa serie di convinzioni sulla morte è una sfida davvero grande ed affascinante e mi auguro di aver portato un pizzico, una semplice goccia in un oceano infinito. Proseguiamo questo tema nel Video (che tra qualche giorno trovi qui sotto) e nel nostro Qde.

Nel Qde ti parlerò di cose personali sul lutto e su altro… tutta questa trilogia è dedicata a mia madre, la quale aveva un nome incredibilmente bello, oltre ad essere stata una donna splendida, forte ed intelligente come poche. Grazie mamma, grazie Notte Rosa!

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.