La prima puntata del podcast di questo nuovo anno è dedicata ancora una volta ai “fuffa coach”, se non sai di cosa sto parlando vai subito ad ascoltare questa puntata.

Il “fuffa coach” è un modo divertente ed irriverente per proteggerti da tutte le cavolate che si dicono nel campo della crescita personale. Oggi scoprirai come riconoscere un fuffa coach con 1 semplice domanda…

Se quando parliamo di crescita personale non parliamo di “psicologia” ma allora di che cosa stiamo parlando? Si è successo di nuovo per questo ho ripreso questo argomento.

Ero ad una cena tra amici ed un tizio inizia a raccontare la sua nuova professione di coach, precisamente di “life coach”. Mi fingo interessato e gli chiedo di spiegarmi di cosa si tratta e lui parte subito in quarta:

Il life coach ti aiuta davvero a risolvere i problemi delle persone non come fanno gli psicologi“.

Me lo ha sparato talmente secco nel muso che mi sono dovuto trattenere dal lanciargli il piatto (anni di meditazione:-)) ed invece gli ho chiesto:

Tu che cosa ne pensi della psicologia?

Mi risponde dicendo che si tratta di cose vecchie, passate, che esistono tecniche potenti e recentissime (come la PNL) che ti aiutano in pochissimo tempo.

Ok, forse l’ho tirata un po’ lunga ma alla fine è stato proficuo perché sono riuscito a convincerlo di un dato abbastanza evidente:

Tutto ciò che viene insegnato ai coach arriva dalla psicologia, non proprio tutto ovviamente perché la “psicologia” stessa è un agglomerato di conoscenze diverse.

Ma come ti ripeto spesso, è facilissimo andare ad un corso e beccare il formatore che sparla degli psicologi e poi continua a citare, spesso inconsapevolmente, i loro studi.

Quindi ecco la domanda: “Tu come valuti la psicologia e gli psicologi”?

Mentre scrivo queste righe sono perfettamente conscio che la mia professione non esiste da sempre e che non ha il copyright sul cambiamento e sulla crescita personale.

Però purtroppo esistono davvero personaggi senza scrupoli oppure semplicemente molto ignoranti che credono di poter svoltare la propria vita diventando coach.

E spesso la colpa non è loro ma di chi propone i corsi di coaching cercando di venderti non una serie di competenze ma una professione a portata di mano.

Una professione che può cambiare la vita… si di chi fa formazione a questi poveri personaggi che dopo qualche mese, se non giorno, se non ore di formazione “può fare il coach”.

Per me il coach è una persona di esperienza

Se sei in palestra e trovi un personal trainer che ha anni di esperienza nel suo lavoro, lui può diventare il tuo vero mentore per guidarti nell’ambito del fitness.

Se conosci un investitore che fa milioni di euro e che ad un certo punto decide di voler fare del business coaching con te, allora buttati subito se è il tuo desiderio.

Si, sto escludendo la parte “life coaching” perché è proprio li dentro che si annidano i centinaia se non migliaia di personaggi illusi dal marketing della formazione, di “aiutare la gente”… fare “gli spiegatori”.

Si perché il coaching è qualcosa di molto più simile ad una “formazione one-to-one”, e se fai i coach non puoi fare finta che non sia così.

Si può davvero essere “life coach”… coach della vita?

Come ti dicevo già nella scorsa puntata, i coach bravi esistono, e sono persone di esperienza che in un modo o nell’altro hanno accumulato anni di conoscenze e abilità.

Non sono persone che hanno seguito un corso o fatto una “scuola” ma sono professionisti che nella vita hanno approfondito così tanto e bene il proprio ambito da poterlo “insegnare”.

Nel senso di “insegnare” come “lasciare un segno” dentro alle persone che desiderano migliorarsi in quello specifico campo.

Da questo emerge chiaramente che “essere esperti della vita” come si descrive il “life coach” è qualcosa di molto molto difficile!

“Eh no, il life coach conosce tecniche che ti migliorano la vita”

Certo e che cosa sono queste “tecniche”? Cose come ad esempio il “setting degli obiettivi”? Parlare dei valori, scovare le nostre profonde motivazioni?

Ah ok, tutta roba presa chiaramente dal mondo della psicologia e allora se “non stiamo parlando di psicologia” di cosa parliamo?

Di solito poi il fuffa coach adora sparlare di cose che non conosce e visto che pensa che la “consulenza psicologica sia una passeggiata” si lancia su proprie teorizzazioni.

Altro segno distintivo del fuffa coach è propri l’inventarsi nuove teorie, per carità lo facciamo tutti, ma quando ne conosci 2 di teorie è facile pensare di avere intuizioni.

Ecco il mio nuovo metodo per vivere una vita felice in soli 30 giorni

Hai mai sentito affermazioni del genere? Di tanto in tanto le faccio anche io, ma a differenza di ciò che stiamo parlando, cerco di motivare il tutto con una semplice cosa:

Citare per filo e per segno perché dico ciò che dico motivandolo attraverso la letteratura psicologica più aderente a quel discorso. Io non m’invento niente!

Ed invece il “fuffa coach” ha proprio la passione della “sparata violenta” dove urla ai 4 venti di aver scoperto il segreto della “felicità” che guarda caso ha scoperto lui alla veneranda età di 32 anni!

 “Ciao Genna, secondo te posso fare il coach a 21 anni?”

Giuro che mi hanno davvero fatto questa domanda, la risposta è “no cazzo”! Non puoi perché sono meno di 5 anni che hai iniziato a capire come girano le cose e anche molto meno di questo ti illudi di saperne.

No non esiste un’età e di certo ci saranno ventenni illuminati che possono aiutare le persone, ma non credo proprio che a vent’anni si possa fare un mestiere simile.

Ciò che capita caro fuffa coach, se mi stai leggendo ora lo capirai ancora meglio, è che ad un certo punto ti scontri con la dura realtà.

Spero che i fuffa coach abbiano successo!

Sotto sotto spero che abbiano davvero successo, sai perché? Perché così iniziano a lavorare, a vedere persone vere e a capire che per fare questo mestiere serve preparazione.

Solo chi ha provato a fare qualche esperimento con gli amici o a qualche corso può pensare che aiutare il prossimo sia una cosa “facile e redditizia”. Non lo è per niente!

E’ un lavoro come tanti altri e necessita una profonda preparazione, pena lo stordimento personale. E si caro amico fuffa coach, le persone quando ci parlano ci influenzano.

E se non sei pronto a gestire questa “influenza” finirai nel mio studio, come ne sono già passati molti in questi anni 😉

Caro fuffa coach sei libero di non credermi

Ora puoi pensare che tutto ciò che ho scritto sia frutto di un professionista frustrato che cerca di difendere la propria categoria (potrebbe essere così no?)…

…ma la verità è che sono anni che bazzico in questo mondo ed ho visto nascere il movimento del coaching da dentro ed ho davvero avuto modo di vedere quanti fuffa coach ci sono.

E sono persone che hanno davvero bisogno di me, c’è stato un periodo (credo 2 o 3 anni fa) che il 30% dei miei pazienti era un coach o un aspirante tale.

Partono dicendo che vogliono imparare qualcosa da me e finisce che invece hanno bisogno di terapia. Ma insisto, non mi credere.

Fidati della tua esperienza, se da tempo stai pensando di andare da un coach, vacci ma ricordati le nostre piccole domandine, giusto per capire.

 120 ore per diventare coach o “fuffa coach”

Proprio mentre scrivo questo post mi è arrivata l’ennesima proposta per diventare un “mental coach” di successo con 120 ore di formazione!

Ammazza 120 ore mica “pizza e fichi” ma non solo, l’offerta è legata al fatto che dopo lavorerai con “il loro gruppo”. Questa è quasi l’ultima novità in questo campo:

Una sorta di “multilevel marketing” del coaching, dove si cerca di creare del networking attraverso i corsi di formazione… come si è sempre fatto ma in modo ancora più fuffaruolo.

Si perché in 120 ore non impari neanche l’ABC della psicologia che sta dietro ad un lavoro così importante come il “coach” o meglio il “mental coach”, che è un modo diverso di dire “life coach”.

 Il coaching oggi è un ottimo business

Come ti raccontavo nella prima puntata, una delle mosse più intelligenti fatta da coach e trainer di PNL è stata quella di “posizionarsi contro la psicologia”.

E’ una vecchia mossa di marketing che funziona sempre, dalla notte dei tempi! Avere un bel nemico comune da combattere, in questo caso gli psicologi e la psicologia.

C’è un piccolo problema però, il gioco qui dura davvero poco, perché non puoi sputare nello stesso piatto da cui trai la maggior parte dei tuoi “contenuti”.

Andava bene fino a qualche anno fa, ma oggi la gente è sempre più competente e desidera avere informazioni di qualità, non si accontenta più del “primo risultato che trova”.

 Non ci posso fare niente “io tifo per la psicologia”

Lo sai è tutta colpa della mia professione ma io tifo per la psicologia che, al contrario di quanto si creda non è la “cura dei matti” o peggio ancora dei “deboli”.

I miei clienti/pazienti sono persone cazzute, quasi sempre persone straordinarie che per qualche motivo hanno richiesto la mia consulenza.

Molto raramente sono delle “pappe molli” senza spinta dorsale. Si ci sono anche quelli ma sono molti meno rispetto alle persone davvero forti.

Forza che però in alcuni casi si ritorce contro di loro! La rigidità di un “ossessivo” gli permette di sviluppare capacità di organizzazione fuori dal comune.

Le “categorie mediche” indeboliscono il “brand della psicologia”

Parlare di patologie, così come ho fatto poco fa dicendo “ossessivo” è deleterio per l’immagine (o brand) della psicologia e dello psicologo.

La psicoterapia è da oltre 50 anni vista come un metodo di crescita personale, ti basta ascoltare qualche convegno degli anni 60 tenuto ad Esalen.

La psicoterapia di quegli anni, quelli del movimento del potenziale umano (Maslow, Perls e compagnia bella) era un inno alla crescita personale sotto ogni punto di vista.

Altro che “cura dei pazzi”. Solo che noi europei abbiamo una storia ancora più radicata, con tanta filosofia, la Chiesa e tante forze contrastanti.

Si lo psicologo si occupa anche di sofferenza

Lo psicologo si occupa anche di sofferenza e la sua “terapia delle parole” è ormai riconosciuta come efficace almeno quanto quella farmacologica.

Questo significa allora che lo psicologo non può aiutarti a crescere, a cambiare o a raggiungere i tuoi obiettivi? Assolutamente no, visto che si tratta di qualcosa di molto simile ma in altre aree della vita.

Ti ricordi la metafora della macchina? Saper elaborare un’auto per farle fare i 300 km/h necessita della capacità anche di saper aggiustare quell’auto se ha dei problemi.

La capacità di “elaborarla” cioè prepararla in modo che migliori le performance richiede anche la capacità di conoscere come funzionano i problemi eventuali.

E se quelle 120 ore le facesse uno psicologo?

Qualche tempo fa in un podcast dedicato al “marketing” (business caffeina) il famoso imprenditore italiano Piernicola De Maria (super esperto di formazione) ha detto:

Insomma ragazzi, ma perché un coach dovrebbe saperne di più di uno psicologo?” ed è proprio ciò che continuo a chiedermi da anni. Ma scusa, capisco che non si voglia andare dal “dottore dei matti”…

…ma se questo ha studiato anche altro? Se ha studiato anche lui le “tecniche del coaching”? Beh allora è chiaro che esiste una sorta di dispercezione del mio vero lavoro, che non si occupa solo di “patologia”.

I miei colleghi si occupano di crescita personale da quando la psicologia è nata, ti basta andare a dare un’occhiata agli scritti di Abraham Maslow e a tutto il movimento del potenziale umano. Se ci si mette pure il cinema con Siani!

Alessandro Siani, simpatico comico e attore partenopeo è uscito nelle sale nel 2016 con “Mister Felicità” un film che, a quanto mi hanno riferito (non l’ho visto) mette in risalto il “mental coach”.

Se ci si mette pure il cinema siamo rovinati mi viene da pensare, per fortuna, sempre in ambito cinematografico da un po’ di tempo gira un video molto divertente dell’attore Gary Oldman…

Ahahah sei riuscito a vederlo? Se non capisci l’inglese ti riassumo cosa dice: in pratica inizia dicendo che per diventare attore ha dovuto studiare parecchio e farsi il mazzo.

Dopodiché inizia ad inveire contro i giocatori di pallacanestro quando vogliono fare gli attori. Fa troppo ridere quando dopo la sfuriata dice: “hai sentito l’emozione che ho trasmesso? Io posso farlo tu no“!

A parte gli scherzi è lo stesso che potrei dire per i miei colleghi coach, noi psicologi studiamo anni (e non si tratta solo di studio teorico) e passiamo attraverso le “prove del fuoco”…

…poi un giorno arriva “mister felicità” ed oplà non c’è più bisogno di persone davvero preparate e di studi realmente importanti.

Insomma, credo di aver scritto il post più lungo di sempre, ma poteri continuare ancora per ore. Aiutami a far crescere questa discussione facendomi sapere cosa ne pensi.

Buon 2017 da psinel
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.