E’ davvero importante saper gestire lo sguardo? Ma gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima? Oggi proveremo a rispondere ad alcune di queste domande.
Saper gestire lo sguardo delle persone è una delle abilità comunicative più ricercate su Psinel per questo ho deciso di andare a pescare gli studi più interessanti su questo tema.
Buon ascolto…
Un irresistibile automatismo “maleducato”
Ti è mai capitato di essere seduto al tavolo con un amico/conoscente che ha appoggiato il suo cellulare davanti a te, ad un tratto arriva un “bip” una notifica e i tuoi occhi ci cadono sopra?
Credi di aver avuto difficoltà a farti “gli affari tuoi” come si dice in modo poco elegante? In realtà sei caduto vittima di uno degli effetti più complessi della gestione dello sguardo.
Il fatto che siamo terribilmente attratti da dove puntano gli occhi delle persone che ci circondano. Se ad un tratto tutti iniziano a guardare per aria, ecco che lo fai anche tu.
In una vecchia “candid camera” un gruppo di persone si fermava a guardare in aria e lentamente altre persone si fermavano per guardare anch’esse, il punto però è che non c’era niente da vedere.
Ti è mai capitato di guardare dove non dovevi?
E’ un riflesso automatico che dobbiamo volontariamente controllare per non fare brutte figure oppure, d’ora in poi potrai dare la colpa a me e magari dire:
“Ti giuro che non volevo guardarti il cellulare, è tutta colpa di quel tizio che fa quel podcast strano, lui dice che è del tutto naturale essere attratti dallo schermo di un altro”.
Si ed è tutta colpa dei nostri schemi mentali ed anche del tipo di occhi con cui siamo accessoriati. Se hai ascoltato la puntata sai che noi esseri umani siamo gli unici ad avere occhi “di tipo IV”.
In altre parole siamo gli animali con gli occhi più visibili in assoluto. Del nostro occhio non è visibile solo la pupilla sullo sfondo bianco (la sclera) ma anche la direzione che prendono.
Mentre tutti gli animali sono attratti dalla direzione della testa, noi esseri umani siamo maggiormente attratti dalla direzione degli occhi.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima?
Da questo punto di vista assolutamente si, a quanto pare abbiamo “occhi visibili” proprio con lo scopo principale di comunicare con le altre persone massimizzando la cooperazione tra pari.
Se credi ancora che l’evoluzione umana sia avvenuta attraverso la competizione è perché (come era successo a me) non ti è stata spiegata molto bene la teoria di Darwin.
Il quale non parlava della vittoria del “più forte” ma della vittoria del “più adatto” e a quanto pare chi riesce a collaborare efficacemente ha anche maggiore capacità di adattamento.
Ecco perché i nostri occhi sono così visibili ed ecco perché siamo così bravi ad intuire le intenzioni altrui osservandoli.
Fisssare negli occhi
Una delle motivazioni per cui i vecchi post sullo sguardo hanno avuto molto successo è legato al fatto che molte persone “temono lo sguardo”.
No non sto parlando di persone timide o troppo aggressive (anche se chiaramente questi possono problemi) ma in generale.
Lo sguardo ha un forte potere sul comportamento e ha un effetto ipnotico, per cui quando ci guardano fisso potrebbero darci fastidio.
E anche tu potresti dare fastidio quando fissi un’altra persona. Per questo può essere importante allenare “lo sguardo”.
Un allenamento più emotivo che tecnico
No non ti sto chiedendo di passare ore allo specchio senza sbattere le palpebre (non so se lo sai ma questo è un training che esiste davvero).
Perché il problema principale con la “fissazione” è legato alle emozioni che provi durante questo atto e non all’atto stesso.
Quando ci perdiamo negli occhi degli altri possiamo emozionarci a tal punto da perdere il nostro stato di presenza.
L’allenamento tecnico è utile se hai difficoltà nel guardare gli altri ma sostanzialmente si tratta di lavorare sulle tue emozioni.
Guardare fisso o spostare lo sguardo?
Come sanno i bravi comunicatori non bisogna “guardare fisso” gli altri ma avere uno sguardo fluttuante sul suo viso.
Gli occhi fungono da “sottolineatori” per cui usa con parsimonia la fissazione prolungata che funge come “promemoria”.
Cioè se vuoi che una parte del discorso resti maggiormente impressa, ecco è in quel momento che devi prolungare lo sguardo.
Se invece stai ascoltando, lo prolunghi quando noti che la persona sta dicendo qualcosa di importante.
Essere presente
Potrei dirti che se impari ad essere presente e quindi a gestire anche le tue emozioni tutto filerà liscio, ma è proprio vero?
In linea di massima si, ma come dicevamo alcune persone non hanno dimestichezza con l’aspetto comunicativo degli occhi.
Se senti di avere questa difficoltà sforzati di usarlo meglio, di prolungare lo sguardo senza essere intrusivo…
…di sottolineare non verbalmente le cose importanti, soprattutto se hai difficoltà. E’ chiaro che la presenza rende tutto migliore 🙂
Perché serve presenza?
Il primo motivo è quello emotivo, se sei presente all’interazione ti farai meno catturare dalle tue emozioni.
Il secondo motivo è legato all’ascolto, come abbiamo visto più volte il modo migliore di ascoltare il prossimo è proprio attraverso la “presenza”.
Il terzo emotivo è per evitare di perderti fra i tuoi giudizi e le tue supposizioni. Come hai sentito, tendi ad interpretare gli sguardi altrui.
Lo sguardo degli altri ci veicola si le sue intenzioni ma a volte siamo noi a ricamarci sopra, ad andare “troppo avanti col pensiero”.
Aspettative e intenzioni
Di recente abbiamo parlato del “potere delle aspettative” con il dott. Davide Lo Presti qui c’è qualcosa che voglio farti notare:
In realtà ne abbiamo parlato in questa puntata dedicata all’interpretazione del linguaggio non verbale, dove trovi tutta “la verità” su questo mondo abbastanza controverso.
Il fatto che è difficile durante questo tipo di osservazioni notare la differenza fra “aspettative e intenzioni”.
Nei consigli ti chiedo di osservare le persone e di provare ad indovinare le loro intenzioni, questo però può essere oscurato dalle aspettative.
Mappa e realtà
Visto che questo è uno degli argomenti di punta di Psinel non voglio annoiarti troppo ripetendo sempre le stesse cose.
Ma il punto dolente è sempre quello: una cosa è affidarsi alle mappe (le aspettative) e un’altra è riuscire a notare le “inteizioni”.
Perché è chiaro che nel faro devi affidarti a ciò che sai (alle tue mapp) ma nello stesso tempo devi essere flessibile per capire che sono “mappe”.
Per cui se vedi uno che guarda il sedere di una bella ragazza magari non ti accorgi che in realtà vuole rubarle il portafogli fino a quando non succede. Resta nel presente!
Ma possiamo davvero leggere la mente altrui dagli occhi?
Certamente, lo facciamo già da altri 1000 indizi, ma questo non significa che ciò che leggiamo sia poi attendibile. Ma di certo resta una reale dose di capacità di lettura che purtroppo abbiamo constato.
Dico purtroppo perché il test di riferimento è stato creato per l’autismo, che come forse sai è una patologia con uno spettro amplissimo (esistono tantissime forme diverse di autismo).
Gli autistici hanno solitamente difficoltà nell’interpretazione delle emozioni nel volto delle altre persone. Così esiste un test che parte proprio dal riconoscimento degli occhi e delle loro emozioni.
Vengono mostrate delle immagini di occhi abbastanza esplicite, e il soggetto deve selezionare fra 4 stati emotivi quello più azzeccato. Gli autistici fanno molta fatica ad individuarli, in realtà alcuni sono così complessi che tutti potrebbero far fatica.
Lo specchio dell’anima
C’è poco da fare, se vuoi capire se il tuo interlocutore ti sta mentendo o meno è molto probabile che la tua attenzione sarà diretta ai suoi occhi. E se hai fatto corsi di PNL, allora sei davvero fregato 😉
Si perché esistono “teorie” sui movimenti oculari e su come organizziamo le informazioni nella mente, anche se non sono state validate dalla ricerca qualcosa di vero c’è.
E’ vero che quando qualcuno porta gli occhi verso l’alto è facile che stia “immaginando” internamente qualcosa. In generale se uno muove gli occhi senza guardare da nessuna parte è facile che stia pensando.
Ma evita di perderti dietro a troppi dettagli teorici e tecnici, perché basta come sempre la nostra cara presenza e qualche piccolo accorgimento per migliorare “il tuo sguardo”.
Avvertenze per i consigli
Il modo migliore di applicare i consigli di oggi è quello di non cercare in alcun modo di influenzare/manipolare il prossimo ma semplicemente osservare cosa succede.
Proprio per i meccanismi di cui abbiamo discusso ogni volta che incroci lo sguardo di qualcuno non puoi fare a meno di attribuirgli uno stato interno. Ma è vero? Non sempre per questo devi solo osservare.
Evitare di attribuire stati emotivi per poi crederci assolutisticamente. Altrimenti mi diventi come quegli invasati di “non verbale” che interpretano ogni singolo movimento del corpo.
L’atteggiamento mentale corretto è invece di apertura, osservazione, gioco e scoperta. Può capitare che ci si senta sfidati, spaventati o qualsiasi altra emozione negativa.
Gli occhi “lanciano emozioni”
Proprio come in un romanzo di magia i tuoi occhi possono “lanciare emozioni”, non mi credi? Allora vai sul web e cerca volti spaventati o affranti e guardali per qualche istante e vedrai.
Si, anche una fotografia fa un effetto simile, ma il massimo risultato di “contagio emotivo” lo abbiamo quando ci guardiamo dritto negli occhi.
Come ti ho raccontato nella storia su instagram basta la fotografia di una persona che guarda un oggetto con disgusto per farci apprezzare meno quell’oggetto. E’ un po’ come se avesse “lanciato con gli occhi il disgusto”.
E’ chiaramente una metafora questa del “lancio” perché in realtà si tratta di una “vibrazione”, di una sintonia che rende ancora meglio con analogie fisiche prese dall’acustica, come la risonanza.
Ecco un “vlog” riassuntivo
Fammi sapere di cosa ne pensi e condividi questo post se pensi possa essere utile a qualcuno che conosci.
A presto
Genna