Gli studi più accreditati su come impariamo e cambiamo atteggiamenti e opinioni ci mostrano quanto sia importante il ruolo della “sorpresa”. Mentre un tempo si pensava fosse il segnale di un nuovo apprendimento (come quando si esclama “Eureka”) o uno stato “apertura al mondo” oggi sappiamo che è molto molto di più.
Buon ascolto…
Eureka
Quando una persona accanto a te ha una nuova idea (ed esclama idealmente “Eureka”) che tipo di faccia fa? Che emozione è quella che potremmo immaginare sul volto di una persona che ha appena avuto un “insight”? Se dovessimo trovare un attore e chiedergli di fare una faccia da “idea improvvisa” a che tipo di emozione si appellerebbe?
Lo so la risposta è scontata in questo contesto ma non lo è in generale. Il fatto che sia la “sorpresa” l’espressione non verbale di quando raggiungiamo una certa idea potrebbe sembrare un semplice caso, ma così non è. Come abbiamo visto nelle puntate dedicate alla creatività l’insight (eureka) è stato studiato a fondo dai miei colleghi della scuola della percezione Gestalt nello scorso millennio.
L’Insight viene visto come una riorganizzazione percettiva improvvisa, come quando ti viene in mente qualcosa, l’esperienza è che salti fuori dal nulla, per questo “sorprende”? Come sappiamo si tratta di un processo interiore, potremmo chiamarlo inconscio, che emerge all’improvviso come se non vi fosse stato necessario alcun ragionamento. Ed effettivamente non sembra subito esserci una “causa-effetto” con ciò che stiamo facendo.
Cioè puoi ad esempio porti una domanda importante in questo momento e ricevere una risposta di colpo mentre stai facendo tutt’altro. Succede perché i tuoi meccanismi interiori funzionano molto bene anche senza la tua consapevolezza ed è proprio questa questa interviene che “ti sorprendi” di ciò che ti salta alla mente.
Cosa succede durante questa “presa di consapevolezza”? Avviene un vero e proprio cambio di percezione, come quando ti accorgi di qualcosa a cui non avevi ancora pensato, ad un punto di vista nuovo ecc. La sorpresa è una sorta di metro di misura del fatto che è avvenuto un cambio, anzi molto di più, una ri organizzazione di una qualche situazione che vedevi in un certo modo. Per questo i miei colleghi hanno iniziato a pensarci seriamente.
Un vero cambio di paradigma
Nel 1988 Robert Rescorla, uno psicologo della Università della Pennsylvania che si è occupato per anni di condizionamento (soprattutto sugli animali) ha pubblicato un articolo davvero pazzesco per la mia professione: “Il condizionamento pavloviano: non è ciò che pensi che sia”. Cosa che a volte abbiamo anche tradotto come “non è un meccanismo stupido”, si tratta di qualcosa che è bene approfondire per dare un pizzico di contesto al “potere della sorpresa”.
Come abbiamo visto in questo video il condizionamento scoperto da Ivan Pavlov è stato di certo una delle cose che ha rivoluzionato il campo della psicologia. Ha fatto capire che era possibile influenzare l’aspetto centrale della nostra vita, i nostri comportamenti e come essi vengano influenzati costantemente da stimoli esterni. La storia è famosissima ma se per caso sei qui per la prima volta è bene spendere qualche parola.
La leggenda racconta che un giorno, durante la rivoluzione di Ottobre (Russia 1917) l’assistente di Pavlov entrò nella stanza dove stavano misurando la quantità di saliva di alcuni cani. Non appena accese la luce e anche i macchinari che misuravano la salivazione si accorse che i cani stavano salivando, era qualcosa a cui avevano assistito numerose volte; il segnale luce indica che i ricercatori sono in laboratorio e anche che probabilmente tra poco riceveranno del cibo.
La cosa che incuriosì lo sperimentatore e poi fu elaborata da Pavlov, fu che la semplice accensione della luce non solo segnalava la possibilità del cibo (i cani iniziavano ad abbaiare o a comportarsi come quando hanno fame) ma che la quantità di saliva prodotta era molto simile a quella che si produceva quando erano davanti ad un vero piatto di crocchette per cani (o qualsiasi altra cosa abbiano dato a queste povere bestie).
In pratica la risposta incondizionata (RI) salivazione non era stata attivata dallo stimolo incondizionato (SI) cibo ma da un altro stimolo, la luce. Pavlov si chiese se tale processo potesse essere effettuato in modo intenzionale, costruendo così catene di stimoli condizionati (SC) diversi da quello originario. Ad esempio schioccare le dita e far salivare il cane, scoprendo che si poteva fare cambiò per sempre sia il suo ambito, la fisiologia ed aperse la strada allo studio scientifico del comportamento umano (la psicologia).
Dalla variabile spazio-tempo alla sorpresa
Quali erano le variabili più importanti per condizionare i cani di Pavlov? La contiguità degli stimoli e la ripetizione. In altre parole era necessario che il cibo e la luce (o qualsiasi altro SC) fossero vicini affinché il cane li potesse associare assieme. Ed è quella che nel mio video ho chiamato variabile spazio-tempo, più le cose sono vicine nello spazio e nel tempo e più diventa facile associarle, anzi a volte le si associa anche solo per tale contiguità.
Nei suoi studi, avvenuti quasi un secolo dopo Pavlov, Rescorla si rese conto che alcuni apprendimenti erano solidi anche senza contiguità. Come ti ho raccontato un caso emblematico è quando un animale ingerisce un cibo che lo farà stare male, il fatto è che tale sofferenza può emergere anche ore dopo aver mangiato. Il che elimina quasi del tutto la contiguità tra stimolo e riposta, ma non solo, ognuno di noi ha esperienze dirette di apprendimenti non contigui ma permanenti.
Ti faccio un esempio: ami le carote ed hai trovato un negozio biologico che ti piace tanto, il commesso sta ore insieme a te ad illustrarti quanto le sue cose siano buone e come le cresca con amore e natura. Poi un giorno leggi sul giornale che quel tizio è stato indagato perché coltivava in tutt’altro modo, se ci tieni alla tua alimentazione è molto probabile che basti questa notizia (anche se non verificata direttamente) a farti cambiare negozio.
Dunque ciò che ti fa cambiare idea non è tanto il fatto di aver scoperto contigentemente la cosa, cioè che sia avvenuta mentre eri nel negozio o a qualche mal di pancia dopo l’ingestione delle carote, ma dalla sorpresa. Cioè dalla differenza tra ciò che pensavi, credevi e ti aspettavi da quel fruttivendolo e ciò che invece hai appena letto su quel giornale o che ti è appena stato riportato da qualcuno. Più credevi nella buona fede del commerciante e più avviene un “effetto sorpresa”.
E più tale sorpresa è potente, spiazzante e più apprendi velocemente. Magari sei un esperto di pesticidi e vedi che il tizio spruzza proprio i peggiori sulle tue carote, questo viola completamente l’idea che ti eri creato sulla qualità di quella verdura. Più vi è discrepanza tra ciò che pensavi e ciò che hai visto e più imparerai velocemente a non fidarti più di quel verduriere e forse, a diventare in generale più diffidente nei confronti dei “verdurieri chiacchieroni”.
Apprendimento e comicità
Quindi ora è chiaro il legame tra ciò che impariamo e la comicità? Probabilmente si ma prendiamoci ancora qualche istante per parlarne. Una cosa ci fa ridere quando viola le nostre aspettative, una battuta ben fatta crea una sorta di scenetta prevedibile che poi finirà in un modo poco prevedibile. La nostra risata sgorga proprio nel momento in cui quella parole ci sorprendono e ci aprono la mente.
Non è un caso che alcuni studi dimostrino che guardare filmati comici ha degli effetti benefici sul cervello, in molti credono che sia perché “ci si sente bene” e in parte è sicuramente così. Ma sono pronto a scommettere che prima o poi scopriremo che fanno bene anche perché aprono la nostra mente, cioè attivano quell’insieme di meccanismi tipici dell’apprendimento, della curiosità, dell’apertura mentale.
Pensaci, ti è mai capitato di essere arrabbiato con qualcuno o con qualcosa e, per qualche motivo (magari totalmente estraneo alla faccenda) ridere di te stesso per quella situazione? E’ una sorta di meta-cognizione di ciò che sta accadendo, in quel momento il problema su cui ti stavi arrovellando, la rabbia nei confronti di quella persona ecc. Tutte queste cose tendono a svanire nel nulla, con una semplice risata!
Ma come fa la sorpresa ad essere così importante per ciò che impariamo? Le risposte sono molte ma se ci pensiamo la risposta è semplice: immagina un nostro antenato che si aggira per la giungla, di colpo trova un pericolo che lo spaventa molto (cioè lo sorprende perché non se lo aspettava) è vitale il fatto che si ricordi dove si trovava per evitarlo in futuro. La stessa cosa funziona in positivo: trovi una piccola oasi con acqua fresca e frutta, la cosa ti sorprende, ed è bene tenerlo a mente.
Vedi il punto è che se non ti sorprende non ti resta in testa. Se sai che la dietro c’è un frutteto, trovare della frutta non ti sorprende ed è inutile rinforzarne l’apprendimento, ma se non hai mai visto quel luogo tenerlo a mente è importante quasi quanto tenere a mente che dall’altra parte, ci sono animali feroci e pericoli mortali. In entrambi i casi ciò che accomuna la sorpresa “positiva e quella negativa” è il fatto che essa serve per fissare i ricordi!
Magia e sorpresa
La magia intesa come illusionismo e arte di intrattenere ha alla base lo stesso identico principio: violare le nostre aspettative e lo fa in un modo talmente articolato da essere un oggetto di studio molto interessante. Ti faccio un semplice esempio: molti maghi fanno alcuni gesti ripetitivi proprio per creare l’idea di un gesto completo, appositamente come specchietto per le allodole per poi violare le nostre aspettative.
Puoi farlo anche tu in piccolo, ad esempio: prendi un piccolo oggetto e tenendolo in mano lancialo in aria e riprendilo. Fai in modo che il gesto sia largo e plateale, ripeti più volte questo gesto e alla quarta o quinta volta che lo fai non lanciarlo più. Se lo farai bene, usando tutto il corpo e in modo particolare il tuo sguardo (devi guardare l’oggetto come se lo seguissi con gli occhi, anche quando non lo lanci) la gente penserà ad una piccola magia.
Lo so non c’è alcun effetto di prestigio qui, tuttavia questo meccanismo è alla base di moltissimi loro giochi. Ti mostrano un gesto che ha un senso: “lanciare una pallina in alto e guardarla mentre è in volo” un po’ di volte, fino a quando il cervello crea una sorta di causa-effetto, poi la violano di colpo. Anche qui giochiamo sull’effetto sorpresa ed ovviamente potrei usare altri 1000 esempi diversi e anche meno belli, come ad esempio “la strategia di guerra”.
Ma la magia ha una peculiarità che a noi interessa, il fatto che tale effetto sorpresa più è stato intenso e più modifica la nostra memoria sull’evento stesso. Ci sono diversi studi ha conferma del fatto che, quando una persona assiste ad un effetto magico davvero sorprendente, quando gli viene chiesto di riparlarne dopo qualche mese, pare che nella sua memoria sia diventato ancora “più magico” e sorprendente.
Quindi l’effetto sorpresa non fissa solo nella memoria ma fa si che tutto ciò che sta la dentro, intorno a quella memoria, prenda una piega nella direzione della sorpresa. Se scopri che i tuoi amici non ti salutavano per strada perché stavano per organizzarti una festa di compleanno a sorpresa, quando ripenserai a quel tuo amico che ti ha evitato e al dispiacere provato, non avrai più quella memoria ma tutt’altra.
Ed è anche su tale effetto che abbiamo disegnato parte del nostro percorso Scrivi la Tua Storia (lo trovi nell’area dei corsi Online) proprio sul fatto che anno dopo anno, seguendo il nostro percorso ti stupirai di ciò che hai fatto e di ciò che farai. E questo creerà un solco di successi e di equilibrio mentale mai avuto prima. Dagli un’occhiata!
A presto
Genna