Ormai tutti conosco il tema delle convinzioni, molte persone sanno che se una persona crede che sia possibile qualcosa questo suo modo di pensare aumenterà o diminuirà la possibilità di raggiungere quel determinato obiettivo. Non solo, negli ultimi anni la ricerca in psicologia ha tirato fuori termini come “mindset” per indicare convinzioni di ordine superiore in grado di determinare la qualità delle nostre prestazioni. Ma siamo davvero convinti di sapere cosa sia DAVVERO una convinzione?
Fino al 26/11/23 TUTTI i nostri PerCorsi sono in offerta per il Black Friday!
Cosa sono le convinzioni?
Le convinzioni sono abitudini di pensiero che si strutturano in quanto capaci di prevedere ciò che accadrà. Mi convinco che Mattia sia una persona intelligente e quando gli faccio una proposta che richieda un certo ragionamento mi aspetto che mi dica cose sensate. Se ciò accade tenderò a confermare le mie ipotesi, se non accade tenderò a confutarle. Tuttavia non è così semplice la cosa: infatti se credo fermamente che Mattia sia intelligente è possibile che io tenda a confermare questa ipotesi anche se non dice cose davvero intelligenti. Perché?
Perché le convinzioni sono sia predizioni che schemi mentali, lascia che mi spieghi meglio. E’ chiaro che una convinzione si crea in molti modi, osservando qualcosa, avendo un’esperienza o ascoltando una storia (apprendimento vicario, esperienziale o narrativo) tuttavia la gente pensa che una convinzione sia qualcosa di vero che si scopre e non una sorta di scommessa. Cioè, fino a poco tempo fa eravamo tutti convinti che il sole girasse intorno alla terra, poi sono arrivati vari studiosi è abbiamo saputo che le cose non stanno così. Anche se vediamo il sole che si muove intorno a noi sappiamo che quella è una sorta di illusione.
Questo tipo di convinzioni sono sempre “convinzioni” ma non destano particolari problemi psicologici semmai sociali e di altra natura. I problemi per la nostra mente è quando confondiamo questi due tipi di convinzioni: quelle che raggiungiamo attraverso lo studio e la ricerca è quelle che creiamo per muoverci nel mondo. Hanno la stessa forma e natura, ma mentre le prime le dobbiamo dare come scontate “sono conoscenze sul mondo” le seconde sono scommesse sul mondo e questa differenza è molto più importante di quanto appaia.
Tu puoi anche non credere alla forza gravitazionale, ma se ti lanci dalla finestra rischi grosso al di là delle tue convinzioni. La stessa cosa non vale per le altre tipologie di convinzioni, quelle che riguardano aspetti della vita imponderabili ma sui quali è bene fare delle scommesse. “Sono capace di fare quella cosa bene?”; “Marco terrà la sua promessa e sabato usciremo insieme?”; convinzioni su cose imponderabili o che hanno un alto tasso di imprevedibilità. Facciamo un esempio: anche se sei ultra convinto che la tua squadra del cuore sia la più forte del campionato sei pronto a scommettere che vinca tutte le partite? Ovviamente no!
L’esempio illustra bene come siamo bravi e flessibili sulle convinzioni riguardanti il mondo esterno (anche se pure qui caschiamo nel determinismo a volte) ma non quelle che riguardano noi e gli altri. Io posso anche essere convinto di riuscire a fare una certa cosa ma se poi non ci riesco ci resto molto male, molto peggio (la maggior parte dei casi) della squadra del cuore che perde. Lo stesso vale per le aspettative che abbiamo sugli altri: io credo di essere simpatico a Francesca, ma se poi non mi chiama per uscire il sabato cosa penso? Forse non le sono così simpatico come credevo.
Convinzioni e convinzioni
Dunque quando una convinzione è dato di fatto, come la legge gravitazionale la cosa che facciamo è un completo atto di fiducia mentre per le altre modalità no? NO! In realtà la legge gravitazionale non è solo provata dalla scienza ma è anche auto evidente, cioè se caschi te ne accorgi subito che le cose sono attratte (in un qualche modo) verso la terra. Se di colpo le persone iniziassero a volare stai pur certo che la gente inizierebbe a non credere più a quella legge (che non è più ormai una convinzione ma è una legge). Così come qualche anno fa qualcuno non credendo all’empiria della curvatura terrestre voleva provare la terra piatta.
E’ come se esistesse una dicotomia tra convinizioni (opinioni o doxa) e cose comprovate (episteme). Secondo gli antichi greci vi era una netta distinzione tra le opinioni che abbiamo sul mondo e la conoscenza del mondo, avevano già capito che c’erano convinzioni e convinzioni. Non è che se qualcuno ci dice che la terra è sferica questa nozione finisca in un posto diverso di quando credevamo a Babbo Natale, stanno entrambe nella nostra testa e modificano il nostro modo di percepire il mondo. Tuttavia la prima si può provare mentre la seconda no… almeno per ora nessuno ha mai scoperto Babbo Natale 😉
Quindi queste convinzioni cosa sono? IPOTESI sul mondo che, come ogni ipotesi se viene verificata da numerosi esperimenti diventa una legge, un dogma, qualcosa che diamo per scontato. Le convinzioni dunque fanno parte della nostra natura di scienziati ingenui, cioè del fatto che chiunque (anche un bambino) ragiona come se fosse uno scienziato. Anche se molte persone inorridirebbero ad immaginarsi come piccoli scienziati la verità è proprio questa, cioè non è che agiamo come se fossimo degli scienziati è che la nostra testa opera secondo una sorta di proto-metodo-scientifico.
Lo abbiamo visto di recente chiedendoci se la psicologia fosse o meno una scienza, tuttavia come già detto, il metodo scientifico intuitivo ha dei grossi bug, tra i quali proprio il tema delle convinzioni e della loro verifica, la famosa profezia che si auto-avvera, il proverbiale “chi cerca trova”. Cose che in realtà danno noia anche ai veri scienziati ma per noi è molto più facile convincerci ed evitare di aggiornare le nostre convinzioni, perché? Perché in un mondo altamente imprevedibile (come quello in cui la nostra specie si è evoluta) la prima ipotesi utile andava bene, non avevamo bisogno di conoscere “tutta la verità”.
La cosa importante per una buona ipotesi è che porti nella giusta direzione non che ci faccia capire tutto, questo vale anche per la scienza in generale. Nessuno scienziato è convinto di sapere tutto o di aver capito tutto o di poter comprendere tutto, ma sa che quelle ipotesi e le loro verifiche sono l’unico modo per riuscire a costruire vera conoscenza (episteme) ed allontanarsi dalle opinioni (la doxa). Quando l’ipotesi rimane una guida allora tutto funziona bene ma quando essa diventa una sorta di dogma ecco che genera problemi e lo fa anche negli ambiti scientifici.
Convinzioni e ideologie
Qual è la differenza tra una convinzione ed una ideologia? La differenza è che la prima è (o dovrebbe essere) costantemente aperta alla confutazione. Facile no? Per Nulla! Se ci pensi per far entrare nella testa delle persone che siamo noi a girare intorno al al sole e non il contrario abbiamo fatto un bel po’ di baccano e qualcuno ci ha anche (ingiustamente) perso le penne. Una ideologia invece non solo è difficile da confutare ma davanti ad evidenze contrarie tende a proteggersi diventando più forte. Quindi se vuoi capire se una idea che hai in mente è tendente alla ideologizzazione, allora il test è semplice: se fosse il contrario di ciò che pensi?
Se la tua risposta è immediatamente difensiva è facile che sia più una ideologia. Nota che ho detto “più”, si perché in realtà non esistono convinzioni puramente non ideologiche ed ideologie totalmente pure, c’è sempre un gradiente di mezzo. Tuttavia non ce ne rendiamo affatto conto, il meccanismo psicologico secondo il quale diventiamo più o meno ideologicizzati è quello della identificazione. Più ci identifichiamo con una idea e più diventa ideologia. E’ sempre sbagliato identificarci con le nostre idee? No, a volte può essere utile come quando cerchiamo di incarnare un valore importante della nostra vita e in molti altri contesti.
Tuttavia il chiaro segno del fatto che una convinzione è diventata davvero limitante non sta nella classica distinzione: convinzioni limitanti e potenzianti ma sta in quanto ci siamo identificati con essa. Facciamo un esempio: se ho una convinzione potenziante che afferma che sono molto bravo a giocare a scacchi, questa convinzione mi aiuterà in molti modi ma se è troppo rigida, cioè se tendo a sopravvalutarmi ecco che potrebbe portare a cocenti sconfitte. Se in quel contesto non riesco a rendermi conto che il mio avversario è più forte, ridimensionando il mio senso di “bravura” ecco che tutto ciò che potrebbe venirne fuori è molto negativo anche più negativo di una convinzione depotenziante (“non sono bravo con gli scacchi”).
Se mi segui da un po’ conosci bene questi temi, noi creiamo ipotesi raffazzonate sul mondo ma per muoverci agilmente dobbiamo anche credere che siano vere ed affidarci ad esse. Se però tale meccanismo diventa troppo rigido il rischio non è solo quello di sbagliare ma anche di insistere nell’errore dando la colpa di ciò all’esterno, de-responsabilizzandoci e perdendo tutto il nostro potere personale! Le convinzioni sono mappe della realtà circostante che per essere utilizzate efficacemente richiedono: sia la capacità di affidarsi ad esse e sia l’abilità di capire che si tratta di mappe e non della assoluta realtà delle cose.
Immagina di essere in una nuova Città sprovvisto di navigatore (oggi quasi fantascienza, almeno per me) e di creare una mappa mentale su dove si trova il luogo dove ti devi recare. A furia di girare inizierai a creare una mappa sempre più dettagliata del posto, ma potrà capitare se ci resti a lungo che un giorno quella mappa possa fallire, magari perché hanno chiuso una strada e non ne conosci altre. Qui è chiaro cosa dobbiamo fare, cercare strade alternative abbandonando quelle che percorrevamo prima e più rapidamente lo facciamo e prima smettiamo di sprecare energie. “Gli ideologi” restano li fino a quando la strada non si libera, anzi cercheranno di passare anche se la strada è chiusa!
Passare con la strada chiusa
Da questo esempio emerge chiaramente perché a volte ci piace essere totalmente identificati con le nostre convinzioni. Chi di voi ha immaginato un ideologo cazzuto che avanza nonostante la strada chiusa? Sembra esserci una sottile distinzione tra tenacia e testardaggine che in questo caso emerge chiaramente. Tuttavia un vero ideologo non è semplicemente testardo è anche ottuso, perché è come se non si accorgesse che la strada è chiusa, non fa alcun atto di consapevolezza e ciò di certo non gli rende le cose più facili, tranne in casi molto rari.
Quindi dove sta la differenza? Nella nostra amata consapevolezza, che non è il semplice essere consapevoli di ciò che accade o peggio il portare attenzione sugli ostacoli ma è accettare che la strada è chiusa e poi, una volta osservata la realtà, cercare alternative ed eventualmente tra queste, insistere un po’! Tutto questo sarebbe molto più semplice se le persone iniziassero a vedere le convinzioni in questo modo, come delle ipotesi, alcune delle quali sono state realmente confermate (dalla ricerca o dalla esperienza personale) e non come delle realtà assolute.
E’ ancora una volta il tema della flessibilità cognitiva che ci apre questa strada. Questo vale per ogni tipo di convinzione che accogliamo o che vogliamo far crescere dentro di noi, la faccenda diventa davvero rilevante quando queste credenze prendono noi stessi. E se proprio vuoi saperlo, ogni nostra convinzione ha a che fare con noi stessi in un certo senso. Ecco perché ci identifichiamo con quelle che ci piacciono, con quelle che sono più disponibili nel nostro repertorio, con quelle che sembrano più semplici solitamente… perché hanno a che fare con noi!
Il caso estremo è ancora una volta quello del tifoso che può arrivare ad identificarsi così tanto con la propria squadra da avere anche episodi semi-depressivi se continua a perdere. Insomma siamo davanti alla classica Mappa che non è il territorio? Si ma se ci pensiamo bene esistono vari gradi di confusione tra mappa e territorio, diversi gradi di identificazione con le nostre convinzioni. So che sembra assurdo e molto metaforico descriverle come ipotesi, scommesse sul mondo, ma da quanto ci dicono le attuali conoscenze sul funzionamento della mente non si tratta di qualcosa di così incredibile.
Quante volte abbiamo detto che la mente è una macchina che predice ciò che sta per accadere? Che è un simulatore? Moltissime (e se mi stai ancora leggendo scommetto che lo sai molto bene) ecco le convinzioni, qualunque cosa siano, non fanno eccezione! Anch’esse sono predizioni della realtà, schemi, che la psicologia studia da decenni e che purtroppo hanno caratteristiche note, la più importante è che tendono ad auto-rinforzarsi. La nostra attenzione accoglie tutto ciò che rientra nello schema e tende a scartare tutto ciò che non vi rientra, vede benissimo le conferme alle proprie idee ed è cieca alle confutazioni.
Scommettiamo sulla realtà
Ecco il mio nuovo modo di vedere le convinzioni alla luce delle ricerche più recenti: sono scommesse sulla realtà che ci circonda. E’ chiaro a tutti che una scommessa non sarà mai certa, che essa può essere influenzata da molti fattori e che la sua aleatorietà (il fatto che sia casuale) può variare molto. Mi piace vederle come scommesse perché spiega molto bene il loro funzionamento: possiamo scommettere su cose che sono molto probabili perché le conosciamo bene e, al contrario, scommettere su cose molto meno probabili. Come nel campo delle scommesse più è alta la probabilità conosciuta a priori è meno pagherà e ovviamente succede anche al contrario.
Tuttavia al nostro cervello non piace vederle come “scommesse” ma ama vederle come previsioni precise sul nostro agire. Ed è nel momento in cui le vediamo come certe che diventano realmente problematiche, sia che esse siano produttive o improduttive. Quindi l’aspetto più importante non è il contenuto della convinzione ma come ci rapportiamo ad essa, proprio come una scommessa: se mi attacco troppo al risultato di una scommessa soffrirò due volte, mentre aspetto e mentre ricevo il risultato. Ma se invece scommetto e me ne dimentico soffrirò una sola volta, quando saprò l’esito del risultato. Solo che noi vogliamo sicurezza, non ci piace pensare che ciò che crediamo possa essere una scommessa.
Ma come ogni scommessa, ripetiamo, possiamo aumentare o diminuire la probabilità a priori (della quale solitamente siamo ciechi), come facciamo a farlo? Aumentando le abilità e le occasioni possibili di riuscita, allenandoci, trovando le risorse, disponendo l’ambiente, coltivando le giuste abitudini ecc. Proprio come uno scommettitore incallito si dedica notte e girono ai dati per capire su quale cavallo puntare (e a volte ci riesce) ecco che le nostre convinzioni sono come cavalli che però addestriamo noi stessi e dei quali però non possiamo prevedere sempre le prestazioni.
Personalmente io ODIO il gioco d’azzardo ma molte cose della nostra esistenza gli assomigliano, il fatto di fare ipotesi per poi vedere se accadono, è un meccanismo naturale del nostro cervello. Ed è per questo che diventiamo facilmente dipendenti dal gioco d’azzardo, perché quelle sensazioni di certezza ed incertezza ci emozionano e ci fanno anche provare piacere. Ecco spero sia chiaro che la mia è una analogia e che il gioco d’azzardo non andrebbe praticato nei casinò ma nelle nostre vite, siamo noi la cosa più importante su cui scommettere.
Sono le tue abilità, le tue conoscenze, le tue azioni su cui scommettere. Sono le tua attività su cui investire i soldi che vorresti mettere nel gioco d’azzardo, scommettere su noi stessi è forse la forma di gestione delle convinzioni più potente che vi sia. Se poi vuoi capire come gestirle al meglio, ci abbiamo fatto una recente puntata… ma il tema resta sempre lo stesso, abituiamoci a vederle come scommesse che possiamo influenzare attraverso il nostro diretto impegno.
Scommettiamo su NOI stessi!
Genna