Andare a raccogliere i pomodori in piena estate o fare volontariamente delle gaffe può davvero cambiarci la vita? Questa è una piccola parte di quanto emerso nell’intervista con Gerry Grassi.
Gerry non ama le etichette e come probabilmente saprai è uno dei protagonisti del reality show “Matrimonio a prima vista”… buon ascolto:
“Voglio essere il più contaminato possibile”
Wow ragazzi che affermazione potente! Se ci pensi le cose stanno esattamente così, è praticamente impossibile abbracciare un solo “credo” ed è anche impossibile pensare di essere incontaminati.
Ogni cosa che leggi, ascolti e vedi ti contamina in un qualche modo c’è poco da fare. E quando qualcuno mi dice “voglio fuggire dal mondo per non avere condizionamenti”.
Penso spesso che si tratti di una fuga dal mondo, mentre Gerry Grassi ci dice al contrario che vuole essere contaminato da più cose. Volevo partire da questa riflessione davvero potente.
Dopotutto come sappiamo “così come è impossibile non comunicare” è altrettanto impossibile non influenzarci vicendevolmente… non contaminarci.
Dalla parapsicologia alla psicologia
Ebbene devo ammetterlo anche io sono stato un grande appassionato di parapsicologia e se scavi bene su Psinel puoi trovare delle chiare tracce di questo.
Così come per anni ho seguito l’ufologia, ti sembrerà assurdo detto da una persona che sbandiera l’idea di uno sviluppo personale scientifico.
Ma è stata per me proprio la frequentazione di quegli ambienti che mi ha portato a diventare maggiormente rigoroso nella ricerca di metodi per la crescita personale.
Inoltre la parapsicologia è stata una passione che mi ha consentito di avvicinarmi all’ipnosi che, nel 1991 (il mio primo incontro con l’ipnosi) era vista da molti come una pratica “psico-magica”.
Matrimonio a prima vista
Parlare male dei reality oggi è uno sport condiviso da molti intellettuali, per tanti si tratta della deriva più totale della televisione ma io non sono completamente d’accordo.
Ok non guardo i reality però mi sembra chiaro che se questi sono “veri” possono essere osservati come dei veri e propri esperimenti mediatici di psicologia sociale e sociologia.
E Gerry ci racconta che per accettare il suo incarico si è dapprima assicurato che “tutto fosse reale” e, fra i tanti reality, questo di certo ha una “marcia psicologica in più”.
Dopotutto se le accoppiate funzionano (oltre alla fortuna) significa che le valutazioni psicologiche di Gerry e dei suoi colleghi televisivi sono “corrette”, il che funge anche da validazione delle nostre belle materie.
Non siamo più nel ‘900
Se negli anni 70 un professore andava a parlare in tv delle proprie materie veniva visto come un “traditore della cultura” che era (ed è) contro il populismo e la banalizzazione della conoscenza.
Oggi la conoscenza passa attraverso i media, che lo vogliamo oppure no, le generazioni moderne sono cresciute a “pane e media” e non possiamo fare finta di essere ancora nel ‘900 o nell’ ‘800.
Anche le parole che sto scrivendo in questo momento forse un giorno saranno materiale di studio, studi molto seri che ora non riusciamo neanche ad immaginare.
Si perché oggi internet è ancora vista come “un giocattolo per bambini” nella quale c’è solo tanta spazzatura e persone che ti vogliono ingannare con le “fake news”.
La crescita personale ancora prima della psicologia
Uno degli elementi che accomuna praticamente tutti gli intervistati (psicologi) è una forte passione per la crescita personale che precede quella della psicologia.
Ed è esattamente ciò che è accaduto anche a me, la crescita personale mi ha fatto capire, durante il percorso di studi, spesso molte più cose degli esami che stavo sostenendo.
E’ questo è sempre più evidente, tanto che ti anticipo che secondo me fra qualche anno ci sarà la “materia universitaria crescita personale” (se non c’è già).
Poi un giorno magari parleremo del perché anche la musica è un fattore che unisce tutte queste persone che ho intervistato e in modo completamente casuale.
Una dura lezione…”vai a raccogliere i pomodori”
Fra le esperienze significative Gerry ci racconta che quando è stato bocciato (altra cosa che ci accomuna) i suoi genitori lo hanno mandato a raccogliere i pomodori in estate.
Ed aggiunge: “poi dopo, chissà perché, non sono stato più bocciato”! Insomma ha ricevuto una dura lezione che gli è servita anche negli anni successivi (anche questo ci accomuna).
Troppo spesso siamo vittime delle nostre stesse comodità che non ci consentono di assumerci le nostre reali responsabilità, la vita però (purtroppo o fortunatamente) sa bene come farci cambiare idea.
A me è successo lo stesso con il mercato. I miei genitori fanno gli ambulanti e l’anno in cui mi hanno sgamato che continuavo a marinare la scuola mi hanno costretto ad andare al mercato.
Pomodori e mercato… una manovra strategica involontaria
Gerry Grassi è un terapeuta strategico e nella sua scuola (che è in parte anche la mia) si utilizza la metodica di creare “una paura più grande”.
Se ad esempio il paziente continua a fare una certa cosa perché pensa lo possa aiutare, noi possiamo “spaventarlo” con una paura più grande della precedente.
Lo so, sembra scorretto e poco etico, ma in certi contesti funziona proprio bene. Così personalmente ho capito che era meglio vedere cosa sarei riuscito a fare a scuola piuttosto che svegliarmi con il freddo tutte le mattine.
La paura di fare l’ambulante (con tutto il rispetto che ho per quel mestiere) era superiore alla “paura” di affrontare la scuola. Insomma una ottima lezione di vita comune che forse anche tu hai vissuto.
La depsicologizzazione
Anche questo è un tema che mi ha colpito molto anche se non lo abbiamo sviscerato adeguatamente ma solo implicitamente.
Quando Gerry dice che non gli piace farsi chiamare “dottore” devi sapere che è un’altra cosa che accomuna le persone che ho intervistato.
Questo non significa che la gente non ci tenga agli anni di studio affrontati o al proprio “bigliettino da visita” ma significa sapere che noi non siamo ciò che diciamo.
Cioè le etichette che usiamo per descrivere il mondo non sono il mondo! E’ la classica frase “the map is not the land” o la mappa non è il territorio (che può essere vista in varie modalità).
A volte le etichette psicologiche dicono l’ovvio
Una delle critiche più accese al mio mestiere è il fatto che a volte le teorie psicologiche non fanno altro che confermare “l’ovvio” ciò che la saggezza popolare sa da sempre.
Ad esempio se qualcuno “proietta su di te ciò che pensa” si tratta della classica “gallina che canta per prima e che probabilmente ha fatto l’uovo”.
Come sai abbiamo parlato molto di questo tema riferendoci alla “psicologia ingenua” però è vero che a volte i miei colleghi esagerano con le etichette.
E per “ragionare al meglio” dovremmo invece togliere quelle etichette e cercare di rendere la psicologia più “pop” (nel senso buono) più vicina al “parlare comune”, perché è zeppa di ottime dritte ed intuizioni.
E’ per questo che arriviamo a parlare di “Judo e Surf”
Gerry ci racconta che la sua tesi di specializzazione era sull’unione di “musica, surf, judo e terapia strategica”, apparentemente tante cose senza un legame.
Ma se invece le conosci approfonditamente sai che esistono tantissimi punti di contatto. Così i miei colleghi più illuminati (come Gerry) riescono ad utilizzare esempi comuni per spiegare concetti astratti e a volte di difficile comprensione.
Ed è anche per questo che i miei colleghi non possono fare a meno di utilizzare delle metafore per spiegare il loro lavoro, cosa che ad un primo sguardo li fa sembrare ancora più strani.
Vincere la paura di sbagliare
Questo era il titolo del podcast dedicato alla tecnica descritta da Gerry in puntata, quella sul fare piccole “gaffe quotidiane” che ci consentano di invertire una determinata tendenza:
La paura di sbagliare che può portarci a sperimentare terribili sensazioni. Sembra una cosa da nulla mettersi li e fare dei piccoli errori volontari ma non è così facile.
Da anni prescrivo ai miei clienti qualcosa di simile e posso assicurarti che non si tratta di una cosa semplice. Diciamo che più ti sembra una cosa difficile da fare e più ne hai bisogno.
Qui puoi trovare la puntata che ci abbiamo dedicato che ricalca un vecchio motto di Psinel “Per errare bisogna errare”.
Qui puoi ascoltare una puntata di “radio stop” la radio dove Gerry tutti i lunedì mattina alle 9e20 tiene una piccola rubrica psicologica.
E nella puntata pubblicata si parla proprio di “gaffe” come tentativo di “fallire per migliorare” o come diremmo noi psinellini “errare per errare”.
Si tratta dello stesso identico argomento che ha trattato nella nostra intervista perché (mi ultra ripeto) non si tratta del semplice mettersi li e sbagliare ma di qualcosa di più profondo.
Fortunatamente non devi farlo come se “fosse profondo” ma solo cercare di fare piccoli errori volontari soprattutto se ne temi le conseguenze.
La mente aperta
Se proprio dovessi prendere un singolo fattore che accomuna tutte le persone che ho intervistato fino ad ora è di certo questo: hanno tutti la mente aperta.
Vedi non è facile se fai un mestiere come il mio mantenere la mente aperta, è invece molto più semplice trincerarsi dietro ad una schiera di “certezze scricchiolanti”.
Per questo molti vedono la psicologia più come “un credo che come una scienza”, nel senso che più ci credi e più funziona per questo è bene abbracciare una sola “scuola di pensiero”.
Ma la realtà è che non esiste “una singola realtà” ed ogni bravo collega e appassionato di questi argomenti dovrebbe restare aperto alle influenze esterne. Per questo ho scelto quella bellissima foto di Gerry qui sopra.
Immerso nei libri, più contaminato e aperto di così? 😉
Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto… che cosa vorresti chiedere a Gerry Grassi?
Alla prossima
Genna