I “fuffa guru” sono ormai diventati una sorta di categoria di mito del web, tutti gli puntano il dito contro ma pochi sanno che ognuno di noi potrebbe esserlo. Oggi vedremo insieme 6 indizi rivelatori che ci aiutano a capire chi e cosa sia un “fuffa guru” e come evitarlo… ma anche come evitare di diventarlo.

Siamo tutti (un po’) fuffa-guru

Partiamo dal retoricò presupposto che nessuno di noi ha la verità in tasca. Per quanto ci piaccia immaginare di poter capire meglio di altri le cose sappiamo di non sapere, per fare una citazione colta e sempre azzeccata. Allora perché parlare di “fuffa guru”? È forse solo una questione giuridica? Per me c’è in ballo molto di più di quanto si possa immaginare.

Il vero problema qui non sono i ciarlatani che fanno abuso di professione ma sono quelli che ci credono forte e creano sette! Certo anche chi fa abuso della professione o racconta cose false per motivi di marketing è pericoloso ma credo che il peggiore di tutti sia il settarismo che circola in questi luoghi.

Il motivo è semplice, creare sette consente a queste persone tutte le tipiche dinamiche che li aiutano a mantenere il potere. Dunque è proprio la capacità di creare un nemico, un luogo dove sentirci speciali e protetti, si trasformano in presupposti per un graduale lavaggio del cervello di cui molti furbini si servono.

Ora se ci pensiamo bene, luoghi in cui uno si sente protetto, libero, accolto anche se professa idee strampalate, che crei un effetto di bolla informativa… ecco che un luogo del genere è abbastanza comune, se ci pensi siamo proprio in quel “luogo”. Internet consente a tutti di amplificare questo senso di comunità è tutto ciò che lo circonda.

Per assurdo anche Psinel potrebbe essere vista come una setta? No, perché? Perché una setta non si affida mai alla ricerca scientifica poiché essa è sempre rivedibile e non segue il principio di autorità. Cioè l’efficacia delle sue informazioni non dipende dal potere di chi le propone ma dalla raccolta di dati, formulazione di ipotesi ed esperimenti. Inoltre è proprio la ricerca scientifica ad essere usata come nemico contro cui lottare!

Scienza e tuffa-guru

La vera scienza, cioè il metodo scientifico è incompatibile con i guru, perché come ti dicevo in puntata la vera ricerca è un processo comunitario e non è fatta neanche da singole persone. Certo nella storia della scienza tutti abbiamo in mente nomi di geniali pensatori ma si tratta più di narrazione che di realtà, per quanto possa sembrare assurdo la scienza è democratica.

Cioè non conta che tu sia un nome importante (autorità) non conta che tu abbia fatto una scoperta eccezionale, ciò che conta è quanto sono validi i dati che hai raccolto e se essi possano essere ripetuti da altre perone. Una volta che altri scienziati hanno verificato le tue ipotesi, hanno ottenuto risultati simili (nel tentativo di confutare e non verificare) allora la comunità scientifica inizia a trattare la tua idea come una “teoria solida”.

Capisci che tutto questo processo è lontanissimo da qualsiasi tentativo o di proselitismo, il quale si nutre proprio dell’opposto: cercare di evitare confutazioni, selezionare informazioni che confermino le proprie idee, allontanare chiunque muova critiche (come ostracismo, violenza più o meno diretta ecc.), osannare le idee di singole persone ecc.

Ciò non significa che la scienza sia priva di guru? Assolutamente no, la gente ama seguire persone che le guidino, lo so che può sembrarti assurdo ma più le cose si fanno complesse (come nel campo della psicologia) e più la gente si vuole affidare a persone che appaiano forti. Proprio come succede nella politica, più le cose sono complesse e confuse e più si cerca un leader forte, spesso autoritario, da poter seguire.

E’ del tutto naturale che una persona che passi la vita a fare ricerca in un certo campo venga visto come una sorta di vate, un goat in quell’ambito, il problema è se questi individui sfruttano la posizione per propagandare cose anti scientifiche per proprie ideologie o per qualche tornaconto. Io non ci vedo nulla di male se “monetizzano la propria carriera” la cosa pericolosa è se lo fanno andando contro la ricerca (vedi vari premi Nobel No vax).

Sono i peggiori o quasi…

Chi ha una vera preparazione in un qualche campo o è addirittura considerato una sorta di genio è ancora più pericoloso nel campo del “gurismo”. Siamo così abituati a dare credito a chi ci sembra averlo che facciamo da sempre pubblicità con attori che interpretano medici per promuovere i farmaci. Negli anni 50 chi interpretava un medico in tv veniva bombardato da richieste di consulenze mediche!

Non solo, questo stesso fenomeno lo vediamo oggi su internet, conosco bravi divulgatori che parlano ad esempio di “informatica” ai quali viene spesso richiesto di fare consulenze tecniche in quell’ambito. Magari sono solo appassionati non veri esperti e spesso non sanno come rispondere , il problema è quando questa cosa accade nel campo della salute.

Ripeto spesso a chi mi prega di diventare il suo psicologo che io non sono più bravo di qualsiasi altro mio collega. Il fatto che io divulghi in rete, che sia conosciuto, che abbia un seguito illude le persone che io sia mediamente più bravo dei miei colleghi, ma questo è una sorta di effetto ottico. Se ti piace come parlo dovresti apprezzarmi per quello non per ciò che dico di saper fare ma per ciò che sto facendo… non è proprio la stessa cosa.

Infatti le peggiori sette sono state create da persone che erano realmente competenti in un qualche ambito e forse le peggiori sono ancora quelle che non possiamo definire sette. Come ad esempio capi scuola di determinate correnti di pensiero diventano spesso l’incarnazione di questo gurismo. Personalmente l’ho visto fin troppe volte ed ho anche capito una cosa abbastanza banale!

Più il guru di turno difendeva la propria creatura e più era probabile che essa fosse assolutamente strampalata, anti scientifica e spesso deleteria per il suo ambito di applicazione. Sembra quasi che queste persone si rendano conto del fatto che le proprie idee possano essere messe in discussione e si chiudano in difesa. Io ne ho visti tantissimi nel campo della psicoterapia.

I peggiori in assoluto

I peggiori guru in assoluto non sono quelli che in modo truffaldino mettono su una finzione intenzionale, certo sono pessimi anche loro ma credo che quelli più pericolosi siano coloro i quali credono davvero nelle proprie teorie. Sono quelli che si farebbero immolare piuttosto di portare avanti le proprie idee, confondendo vari livelli di realtà: la fedeltà nei confronti di ciò che pensano con una sorta di purezza di quel pensiero.

Ma le nostre convinzioni non funzionano così, anzi hanno un comportamento proprio contrario: se non sono confutate tendono ad auto rafforzarsi. Se oggi ti convinci dell’esistenza di un qualcosa tenderai a confermarlo soprattutto se non lo confuti, cioè una credenza diventa tanto più forte tanto più ha la possibilità di auto rafforzarsi, facciamo un esempio:

Immagina di convincerti che un tuo collega voglia metterti i bastoni tra le ruote, se non fai niente per verificare questa idea, chiedendo a lui e ad altri colleghi, cercando di ragionare apertamente su cosa succede, quella convinzione tenderà ad auto confermarsi. Tenderai a vedere ogni sua azione vaga (a cui fai fatica dare un senso) come il segnale che ti stia realmente mettendo i bastoni tra le ruote.

Purtroppo è molto più difficile confutare che verificare, è molto più facile credere che smetterla di credere. Smetterla è quasi sempre doloroso, come quando ci hanno detto che Babbo Natale non esisteva, è stato certamente meno bello di quando ci hanno racontato della sua presenza. Tutti tendiamo a credere in qualcosa, il problema è quando non ci rendiamo conto che si tratta di una convinzione e non di una realtà.

A quel punto possiamo avere 10 lauree, essere stimati come esperti ma cadremmo nella trappola troppo semplice di chi verifica invece di confutare. Di chi vuole avere ragione invece di voler migliorare quel campo di cui si occupa, di chi è troppo pigro per impegnarsi, studiare, discutere per ottenere un punto di vista migliore. Insomma è facilissimo diventare “fuffa guru”.

Bianco e nero

Se vuoi comunicare con forza devi essere netto e magico. Cioè se voglio avere un sacco di follower online o conquistare il consenso politico dovrò usare una comunicazione semplice e soprattutto netta, divisiva e polare non una morbida e possibilista. Il problema è che la vera conoscenza è in realtà vaga, sfumata e tridimensionale, nel senso di multi sfaccettata.

Il pensiero sfumato non acchiappa anche se è quello che si avvicina maggiormente alla realtà. La gente vuole cose certe, non ama percepire indecisione, vaghezza, ambiguità perché il cervello fa troppa fatica a gestirla. Quando vivi qualcosa di ambiguo il tuo cervello passa tutto il tempo nella ricerca di un appiglio di sicurezza e solo quando lo trova tira un sospiro di sollievo.

Questo ci porta ad essere attratti verso ciò che ci sembra vero in assoluto, ma come puoi immaginare non esiste nulla del genere, per quanto lo si cerchi. Questo significa che sia sbagliato cercare la sicurezza? Assolutamente no ma di certo è sbagliato pensare che quando ci sentiamo tali significhi che abbiamo realmente compreso, le cose sono esattamente al contrario.

E’ quando capisci di non aver capito, quando sai di non sapere che cresci e migliori. Purtroppo però questo richiede uno sforzo mentale molto grande, non appena ci adagiamo su ciò che sappiamo rischiamo di caderci. Ecco perché ti ho detto che chi è senza peccato scagli la prima pietra, tuttavia dobbiamo stare attenti e cercare di vigilare, diventare capaci di discernere, perché nessuno lo farà per noi!

Purtroppo mi duole ammettere che il mercato sembra aver vinto, non si tratta di una affermazione anti liberale o cose del genere, ma intendo che quando una cosa tira diventa automaticamente “la migliore” ma non perché lo sia realmente. Fino a quando parliamo di cose futili il problema non si pone, ma quando queste hanno a che fare con la nostra salute, direi che dovrebbe interessarci di più!

Dovremmo essere tutti come Enrico Fermi

Nel 1938 Enrico Fermi, uno dei più importanti fisici di tutti i tempi (soprannominato il Papa dai suoi colleghi) vince il premio Nobel. Qualche anno dopo però alcuni ricercatori tedeschi dimostrano che ciò che gli aveva valso il premio non fosse corretto, dunque la scoperta di Fermi era sbagliata, una cosa che avrebbe fatto arrabbiare qualsiasi ricercatore. Il problema a quel punto era, come glielo diciamo a Fermi che la sua scoperta era sbagliata?

Roberto Mercadini racconta molto bene questa storia nel suo libro “Bomba Atomica”, in soldoni quando la notizia fu data al “Papa” egli invece di arrabbiarsi, intristirsi o cercare di difendersi, sembra che fosse invece molto entusiasta e curioso di capirne i motivi. Era contento che qualcuno avesse capita il suo errore e da quello avesse disvelato nuovi misteri della fisica. Credo che questo sia il vero atteggiamento di un vero scienziato.

Ecco questa sorta di disponibilità verso gli errori che tutti dovremmo avere, perché prima o poi tutti sbagliamo e perché ciò che capiamo oggi (o che crediamo di capire) prima o poi verrà smentito, penso che sia il mindset migliore da coltivare e da ricercare per evitare la FUFFA. Fermi potrebbe essere messo come ad esempio non solo per le sue geniali scoperte ma per aver dimostrato questa capacità di sapersi smentire.

Questa è la capacità anti-fuffa più importante da coltivare, non è facile per niente, personalmente ci provo ma non ci riesco sempre. Spesso mi trovo arroccato nelle mie idee per poi rendermi conto di quanto fosse inutile esserlo, dobbiamo stare attenti perché la nostra “intelligenza” non è il requisito migliore per evitare la fuffa. Anzi spesso più siamo bravi ad argomentare e più diventiamo pericolosi perché riusciamo a raccontarcela e a raccontarla.

Il requisito è questa sorta di “umiltà della conoscenza” (gnoseologica per i filosofi) che ci aiuti a fare questa complessa operazione, perché sono convinto che ciò che piace alla società influenzi praticamente ogni cosa. Per questo possiamo in un qualche modo aiutare la società cercando di acquisire una mentalità alla Fermi, sia per chi parla di queste cose e sia per chi le ascolta.

Un indizio poco conosciuto e riconoscibile

Un indizio che ho dimenticato di inserire (volontariamente) è legato alla citazione delle fonti. Ora spesso non è davvero possibile quando si parla e si divulga citare tutte le fonti, non so se hai mai visto un paper scientifico che è composto per la maggior parte di citazioni, ecco quei continui rimandi non sono così comuni (anche perché risultano spesso molto pesanti) ma ciò a cui faccio riferimento è qualcosa di ancora più sottile.

Mi riferisco a non dire “dove si prende il materiale” che si cita, non solo quindi non si citano le fonti ma ci si arroga il diritto di aver scoperto certe cose solo perché “siamo i più conosciuti in quel campo”. Lascia che mi spieghi meglio, con questo mi tolgo un macigno dalle scarpe e lancio una sfida a chi si occupa di divulgazione in Italia. Psinel ha molti anni ed abbiamo parlato davvero di tutto, io sono molto curioso e amo andare alla ricerca di nuovi autori internazionali.

Molti tra i più famosi sono stati citati in anteprima italiana qui su Psinel, poi sono stati lanciati da case editrici grandi o da organizzatori di eventi, i quali raccontano ancora oggi di essere stati i primi a parlarne. Ma la verità, cosa verificabile facendo una rapida ricerca su Psinel (anche usando lo strumento della time machine per assodarne la veridicità) è che hanno preso spunto da noi senza mai citarci in tal senso.

E’ un male? Non sempre, soprattutto quando è una grossa casa editrice, ma quando è un fuffa-guru le cose diventano pericolose. Come ti dicevo alcuni di loro sono molto famosi, molto più noti di me e i motivi li abbiamo spiegati qui sopra, facciamo due sport completamente diversi. Il problema non è che non mi riconoscano come “il primo che ne ha parlato” ma che alcuni di essi rubano le nostre interpretazioni di quegli autori da anni.

Cioè non si limitano a dire “ah sai sono stato il primo a parlare della tizia” ma usano esattamente i nostri contenuti. Per questo non possono dire: “ho conosciuto questo autore da Psinel” altrimenti non potrebbero dire di aver capito certe cose da loro. Ora tu penserai che questo sia un delirio di persecuzione, potrebbe esserlo. Allora ti lancio una piccola provocazione… in questi giorni il mitico Huberman ha pubblicato una intervista con la Dottoressa Elissa Epel.

Io ho letto il suo libro sullo stress l’anno scorso, non ne ho ancora parlato perché ci sto facendo sopra un sacco di ricerca per ibridare il suo stile con altre metodiche sullo stress. Nei prossimi mesi tirerò fuori una puntata di Psinel in cui parlo del suo lavoro e le mie interpretazioni. Scommettiamo che tra poco troveremo altri autori che ne parlano esattamente nello stesso modo? Magari non subito, qualche mese a volte qualche anno… insomma abbiamo molti estimatori segreti!

Ok sassolino… anzi macigno, tolto (guarda il Ps)… proseguiamo…

I soldi fanno la felicità?

Qualche tempo fa, in un incontro pubblico che puoi trovare qui su Youtube ho parlato ancora una volta del noto studio sulla soglia di ricchezza per la felicità, i famosi 75mila dollari all’anno. Si trattava di uno studio molto autorevole dato che era stato condotto dal premio Nobel Daniel Kahneman, quindi potremmo quasi dire che sia una cifra giusta? Una cifra perfetta e definitiva? Assolutamente no.

Ed è infatti recente un nuovo studio, nel quale è presente anche il premio Nobel, che sembra indicare che la nuova soglia della felicità sia molto più alta, circa 500 mila euro all’anno. Sei volte e mezzo la cifra calcolata in precedenza, ma come è possibile? Questa è la dura realtà di chi fa seriamente ricerca e anche di chi, come noi, ne usufruisce. Dobbiamo prepararci ai cambiamenti e allenarci a lasciar andare le nostre vecchie convinzioni ogni volta che i dati di realtà ci dicono il contrario.

Prossimamente tornerò a parlare dello studio ma per ora non è importante, la cosa più rilevante è avere a portata di mano un esempio lampante di come funziona realmente la ricerca. Che è il contrario del proselitismo, il contrario della fede, il contrario del credere… lo so, avere gente che crede nelle stesse cose che crediamo noi, avere fede nell’invisibile e credere, ci fa sentire molto bene, ma spesso ci ingabbia in realtà fittizie che non fanno bene a nessuno se non a chi ha creato “la setta” 😉

A presto
Genna

Ps. La Epel è già nota in Italia per i suoi studi sullo stress e sui telomeri, quindi sarà una cosa leggermente diversa rispetto a quando si parla di uno sconosciuto. Tuttavia vedrai che come interpreterò il suo modo di parlare di stress verrà ripreso pienamente in diverse occasioni, da persone molto molto più famose di me (ecco sono proprio loro ;-)).


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.