Leggendo questo articolo scoprirai come riconoscere i sintomi dell’ansia, come distinguerli tra loro per comprendere se tu, un tuo familiare o conoscente, avreste bisogno dell’aiuto di un esperto.
L’ansia può diventare un problema grave e debilitante, le informazioni che leggerai in quest’articolo sono intese a darti una panoramica generale sull’ansia e sulle sue sfumature: non sostituiscono il parere di uno specialista della salute mentale!
Tra i sintomi principali dell’ansia troviamo:
- Preoccupazioni continue e irrazionali rispetto a situazioni future;
- Agitazione, irritabilità o nervosismo;
- Tensione muscolare;
- Irritabilità;
- Disturbi del sonno, ad esempio nell’addormentarsi o nel restare addormentati;
- Sensazioni di soffocamento o mancanza di fiato;
- Palpitazioni, battito cardiaco accelerato;
- Sudorazione eccessiva o improvvisa;
- Secchezza delle fauci o difficoltà a deglutire;
- Nausea o fastidi addominali;
- Sensazione di vertigini o spossatezza;
- Apprensione o paura costanti;
- Evitamento di situazioni, contesti che possono provocare paura o ansia;
- Pensieri intrusivi o ossessivi;
- Pensieri ripetitivi e negativi;
- Paura di perdere il controllo;
- Paura di situazioni sociali o di essere giudicati negativamente dagli altri;
- Sensazione di distacco dalla realtà (derealizzazione) o di distacco da sé stessi (depersonalizzazione);
- Attacchi di panico (vedi Disturbo da attacchi di panico).
Se vuoi approfondire le sfaccettature dell’ansia o se, invece, vuoi capirne di più su come l’ansia si presenta nella vita di tutti i giorni, prosegui nella lettura: in questo articolo scoprirai…
- Che differenza c’è tra l’ansia e la paura?
- I disturbi d’ansia
- Il disturbo d’ansia generalizzata
- Il disturbo da panico
- Il disturbo d’ansia sociale
- La fobia specifica
- L’agorafobia
Che differenza c’è tra l’ansia e la paura?
L’ansia è uno stato di apprensione che si prova rispetto all’anticipazione di un problema. Al contrario, la paura si definisce come una reazione ad un pericolo immediato, che si è appena osservato.
Quindi, la caratteristica centrale che distingue queste due emozioni è la natura della minaccia da affrontare: mentre per la paura si osserva una reazione ad un pericolo che si è appena identificato l’ansia, invece, anticipa una minaccia che potrebbe o non potrebbe verificarsi.
Sia l’ansia sia la paura sono descritte da un’importante attivazione sul piano fisico o fisiologico anche se la seconda, più di ogni altra emozione, è quella che innesca le reazioni più forti e intense nel nostro corpo e nella nostra mente.
A questo punto, però, è importante sfatare un mito: “Essere in ansia o provare paura per una qualche cosa sono degli aspetti negativi della nostra vita e, quindi, è meglio che vengano completamente eliminati o cancellati”
In realtà, nessuna emozione è completamente negativa o positiva. Infatti, provare dell’ansia potrebbe motivarci a prevenire dei problemi che seppur lontani nel tempo potrebbero senza dubbio metterci i bastoni tra le ruote.
L’ansia che proviamo al pensiero di poter essere bocciati ad un esame importante o quella che, ancora, sentiamo quando vogliamo fare colpo su qualcuno…
In tutte queste circostanze essere in ansia è spesso desiderabile: ci consente di affinare i nostri sensi e di attingere a quelle risorse indispensabili per dare il nostro meglio.
Un ragionamento simile si applica alla paura. Diresti mai che una persona completamente tranquilla, di fronte ad un leone inferocito e affamato, stia mostrando una reazione perfettamente adatta al contesto in cui si trova? Esatto, direi proprio di no.
La paura, infatti, allo stesso modo dell’ansia, è in grado di innescare delle risposte che possono potenzialmente salvarci la vita: scappare da un pericolo imminente o combattere per la nostra sopravvivenza.
E quindi, dov’è il problema? Il vero problema si osserva quando queste due emozioni prendono il sopravvento nella nostra vita, quando ci sembra di vedere che il pericolo sia sempre dietro l’angolo e pronto per procurarci angoscia e sofferenza.
È ormai risaputo che l’ansia e la paura, se superano una certa soglia, possono assumere la forma di veri e propri disturbi con sintomi ben definiti. È il caso dei disturbi d’ansia e delle fobie specifiche.
I disturbi d’ansia
Complessivamente i disturbi d’ansia rappresentano il tipo più comune di disturbi psicologici. Numerosi studi suggeriscono che circa il 28% della popolazione mondiale fa esperienza di un disturbo d’ansia durante la propria vita. Altri studi, ancora, indicano che in realtà la prevalenza di tali disturbi è assai maggiore.
Quali sono i criteri in base ai quali comprendere se si sta soffrendo di un disturbo d’ansia? Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) sottolinea che per fare una diagnosi vera e propria:
- I sintomi devono interferire con importanti aree della propria vita (ad esempio il lavoro o le relazioni familiari);
- I sintomi non devono essere causati da farmaci, sostanze psicoattive o da una particolare condizione medica;
- I sintomi devono durare da almeno 6 mesi, o da almeno 1 anno per particolari disturbi (disturbo da panico);
Una volta evidenziate quali sono le caratteristiche principali dei sintomi clinicamente rilevanti dell’ansia, il DSM-5 individua tra le principali forme dei disturbi d’ansia:
- Il disturbo d’ansia generalizzata
- Il disturbo da panico
- Il disturbo d’ansia sociale
- L’agorafobia
- La fobia specifica
Disturbo d’ansia generalizzata
Il disturbo d’ansia generalizzata descrive la particolare condizione di chi sperimenta continue e incontrollabili preoccupazioni. Le stesse, infatti, si presentano in numerosi ambiti della propria vita: lavoro, famiglia, la propria condizione economica, la propria salute, ecc.
Altro aspetto che caratterizza il disturbo d’ansia generalizzata è la tendenza a focalizzarsi in modo estremamente rigido sul proprio futuro, innescando una catena di pensieri ripetitivi e incontrollabili detta rimuginio.
Rimuginare costantemente su cosa potrebbe andare storto, su quali problemi catastrofici potrebbero o non potrebbero verificarsi è una delle caratteristiche centrali di questo disturbo.
Un altro tema molto importante a cui prestare attenzione è il seguente: spesso non rimuginare diventa difficile dal momento che si crede che, in qualche modo, sia in realtà utile e necessario. Queste particolari idee prendono il nome di meta-credenze e specificano che cosa pensiamo del nostro modo di pensare o, in altri termini, come riflettiamo e ci relazioniamo al nostro mondo interiore.
Tra i sintomi fisici, invece e ad esempio, osserviamo una certa irrequietezza o incapacità a rilassarsi, sensazioni di continua tensione muscolare o agitazione, sensazioni di intorpidimento o formicolio.
Ora che hai compreso che possono essere numerose le sfumature dell’ansia, ti invito nuovamente a leggere queste informazioni con un semplice atteggiamento di curiosità, per evitare di cadere nella trappola dell’ “autodiagnosi”.
Se, però, senti che alcune di queste condizioni descrivono in modo preciso e puntuale ciò che provi quotidianamente, ti invito a considerare il supporto di un professionista: affidarti ad un esperto, infatti, ti aiuterà a comprendere come sbloccare l’ansia e come far crollare l’impalcatura che la sostiene, giorno dopo giorno.
Il Disturbo da panico
Il disturbo da panico è una particolare condizione in cui si sperimentano dei frequenti attacchi di panico e, allo stesso tempo, una costante preoccupazione di averne di nuovi. Ma che cosa si intende per “attacco di panico”?
Un attacco di panico è una fortissima crisi che si sperimenta a prescindere da un particolare evento attivante e in cui si osservano forti apprensione, terrore e sensazioni di morte imminente insieme a una serie di sintomi fisici. Tra questi troviamo, ad esempio:
- fiato corto;
- palpitazioni;
- nausea;
- fastidi allo stomaco;
- dolore al petto;
- sensazioni di forte calore;
- sensazioni di soffocamento;
- sudorazione;
- perdita dell’equilibrio.
Altri sintomi che possono descrivere gli attacchi di panico sono la depersonalizzazione (la sensazione di percepirsi al di fuori del proprio corpo) e/o la derealizzazione (la sensazione che il mondo non sia reale) e la paura di perdere il controllo o di morire.
Un aspetto che caratterizza il panico è che i sintomi tendono a intensificarsi nel giro di 10 minuti e, molto spesso, portano al bisogno urgente di allontanarsi dalla situazione che si crede abbia innescato lo stesso attacco di panico.
Anche in questo caso viene in aiuto il DSM-5 che individua le caratteristiche centrali del disturbo necessarie per fare una vera e propria diagnosi:
- la presenza di attacchi di panico ricorrenti e inaspettati;
- la presenza di preoccupazioni che durano da almeno un mese e che hanno come tema la possibilità di essere vittima di nuovi attacchi e o di possibili conseguenze negative degli stessi.
Il Disturbo d’ansia sociale
Il disturbo d’ansia sociale interessa tutte quelle persone che provano un’intensa e persistente paura nelle situazioni sociali. Più precisamente, nelle relazioni interpersonali, le persone con un disturbo da ansia sociale temono che diranno o faranno qualcosa di imbarazzante che verrà giudicato negativamente dagli altri.
È come se pensassero, in un certo senso, che gli altri siano sempre e in ogni caso pronti ad evidenziare possibili errori o sbagli che si potrebbero commettere. Non importa quanto piccoli o trascurabili possano essere.
Anche in questo caso, il DSM-5 chiarisce quali sono le caratteristiche in base alle quali diagnosticare il disturbo:
- La presenza di una paura estrema che si innesca quando ci si trova in situazioni in cui si potrebbe essere esposti al giudizio altrui;
- La presenza di frequenti comportamenti di evitamento aventi come obiettivo l’allontanamento da tutte quelle situazioni fonti di ansia.
Sulla base di quanto hai letto finora, è facile intuire che azioni quali parlare in pubblico, presentare una relazione in classe o durante un incontro di lavoro e parlare con persone autorevoli sono estremamente difficili per chi soffre di un disturbo d’ansia sociale.
Per comprendere meglio le caratteristiche di questo disturbo, stavolta ti presento Giulio.
Giulio è un uomo di 35 anni che afferma di sentirsi sempre in ansia quando prova a fare conversazione con le altre persone. Il livello di disagio di Giulio è cresciuto così tanto negli ultimi anni che adesso non interagisce più con gli altri, ad eccezione di sua moglie.
Tra le preoccupazioni principali di Giulio c’è quella di sembrare stupido agli occhi degli altri e questa preoccupazione, a volte, diventa così forte da impedirgli di ricordare qual è l’argomento della conversazione. Come se non bastasse, il suo costante preoccuparsi lo fa spesso balbettare e incespicare mentre parla.
Con questa breve vignetta avrai sicuramente capito quanto faticoso e impegnativo può essere vivere con un disturbo da ansia sociale.
Una cosa è, infatti, preoccuparsi di cosa dire per fare colpo su un amico e ben altra cosa è, invece, sperimentare un livello di ansia tanto grande da immobilizarci e paralizzarci.
La Fobia specifica
La fobia specifica è un particolare disturbo d’ansia che si osserva quando si sperimenta una forte paura rispetto ad un particolare oggetto o situazione. Ad esempio, la fobia potrebbe interessare particolari animali ( serpenti, insetti, uccelli ecc. ) oppure specifiche situazioni ( vedi la paura delle altezze ).
Coloro che soffrono di questa condizione spesso sono in grado di riconoscere che le proprie emozioni sono estreme o esagerate eppure, non riescono a fare a meno di sperimentare una forte paura quando fanno i conti con i propri timori.
Per comprendere meglio la natura di questo disturbo, ti presento Federica.
Federica è una donna di 40 anni e di recente le è stato offerto un lavoro molto prestigioso in Australia. Nonostante l’offerta allettante, Federica sta seriamente considerando di rifiutare l’offerta perché, avendo un’estrema paura dei serpenti, è preoccupata che vivere in Australia significherebbe trovarsi faccia a faccia con quell’animale che teme così tanto.
La fobia di Federica è così forte che la spinge ad evitare tutto ciò che le possa anche solo lontanamente ricordare la forma di un serpente. Infatti, evita di uscire di casa e soprattutto all’aria aperta, evita del tutto di guardare la televisione e di leggere libri sulla natura.
Ti rivedi nella descrizione di Federica? Spero per te di no.
Vivere con una fobia specifica può essere estremamente difficile, soprattutto quando le strategie di evitamento che utilizziamo per gestirla diventano troppo rigide e inflessibili.
L’Agorafobia
L’agorafobia è un particolare disturbo d’ansia che interessa tutte quelle situazioni in cui sarebbe difficile scappare o mettersi in salvo se si verificassero sintomi d’ansia. Tra le situazioni più in grado di provocare ansia troviamo:
- folle o gruppi di persone molto numerose;
- luoghi affollati (centri commerciali, chiese, cinema, treni, ponti, ecc.);
- fare lunghi viaggi.
Accade spesso che molte persone con agorafobia smettano quasi del tutto di uscire di casa. Nel caso in cui, invece, siano in grado di farlo, uscire di casa richiede di sopportare livelli di ansia estremamente elevati.
Per fare una vera e propria diagnosi di agorafobia, Il DSM-5 descrive che devono essere presenti ansia o paura in modo sproporzionato in almeno due situazioni particolari. Situazioni in cui sarebbe difficile scappare o ricevere aiuto nel caso si dovessero sperimentare sintomi imbarazzanti o sintomi che assomigliano al panico.
Tra queste situazioni, ad esempio, c’è quella di essere in casa da solo, viaggiare sui mezzi pubblici, stare in spazi aperti, sostare in parcheggi o trovarsi in supermercati, essere in spazi chiusi come negozi, teatri, cinema, oppure attendere in piedi e in fila.
Per fare una diagnosi vera e propria è importante notare che queste situazioni devono provocare ansia o paura persistenti. Per affrontare al meglio le stesse, molto spesso chi soffre di agorafobia o evita del tutto queste circostanze o invece, le tollera soltanto grazie alla presenza di un accompagnatore.