E’ davvero possibile cambiare il carattere di una persona? Eppure un vecchio detto recitava:”chi nasce quadrato non può morire rotondo”.
Lo so, se segui psinel da tempo è uno degli argomenti su cui ho più discusso. Ma oggi mentre mi aggiravo per il web sono finito su una pubblicazione scientifica che cercava di dimostrare “quanto, attraverso la volontà si possa modificare il carattere”…Clicca qui sotto e buon ascolto:
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Sei riuscito ad ascoltarlo? Immagino già gli appassionati di psicologia dire: “ehi ma non si può fare un discorso del genere se non si definisce che cosa significa carattere”. Ed in effetti avrebbero ragione, diciamo in modo molto semplice che per carattere s’intende una serie di tratti di personalità più o meno stabili nel tempo.
Negli ultimi anni la ricerca in psicologia ha provato in molti modi quanto questi “tratti”siano plastici. Questa sembra la storia di un po’ tutti gli studi sulla “mente umana”. Ad esempio fino a qualche decennio fa tutti erano convinti che si nascesse “con un certo cervello” e si morisse sempre con quello.
Non solo, le cellule di quel cervello (i noti neuroni) erano visti come non riproducibili. Mentre tutti gli altri apparati hanno una sorta di turn-over prestabilito che va dagli organi meno specializzati, come la pelle che cambia spessissimo a quelli più specializzati come il fegato che cambia più lentamente. Fino ad arrivare al cervello “che non cambia”.
Ed invece oggi sappiamo che non è affatto così, il nostro cervello cambia, anche adesso, mentre leggi queste parole. Ogni micro apprendimento che fai si traduce in una serie di modificazioni biochimiche concrete. Oggi chiamiamo questo processo “neuroplasticità” ed è una delle scoperte più interessanti di questo secolo.
Ma non è solo il cervello fisico a cambiare …infatti come ti raccontavo in questo post, anchei nostri tratti di personalità, con il tempo cambiano. Lo so che sai che “tutto cambia” ma a volte bisogna mettere il dito nella piaga per rendere un concetto più presente. Più andiamo avanti con la ricerca e più ci accorgiamo che ciò che prima pensavamo essere “stabile e granitico” è in realtà in continuo mutamento. Anche la trascrizione del DNA che in teoria doveva restare identica (epigenetica).
In questa puntata del podcast ti racconto uno studio che mette in mostra questa “mutevolezza” anche psicologica, del carattere. E di come, attraverso“la volontà” si possa iniziare a fare dei piccoli passi verso un “cambiamento”. Lo studio in realtà ci mostra che i “cambiamenti” sono molto piccoli e non ci mostra dei dati nel lungo termine (detti longitudinali).
La volontà è dunque una parte di questo processo di “cambiamento” che a me piace più assimilare ad una crescita. Perché in realtà “il cambiamento”è insito nella nostra natura, ma “linguisticamente”(nella nostra razionalità) cambiare significa diventare “altro”, diventare qualcosa di diverso. Mentre personalmente non credo che si diventi”altro” ma che si diventi realmente “se stessi”.
Ovviamente non è scontato “diventare noi stessi”anzi, è più facile imitare i modelli che la società e la cultura ci tramandano. Per questo ti ho di nuovo rotto le scatole con la meditazione, cioè con la “consapevolezza”, senza la quale, ogni intervento di crescita personale (secondo lamia modesta opinione) difficilmente ha”gioco facile”.
“Ma come Genna, tutti i cambiamenti che ho fatto e subito sino ad oggi, sono avvenuti senza che io me ne rendessi conto”. Si è vero che perla maggior parte del tempo, continuiamo a cambiare “silenziosamente”. Ma una persona che lavora su se stessa, come immagino sia tu caro “psinellino”;), deve sapere come sta evolvendo, in quale direzione sta andando!
Tutta la vita è una continua crescita, ti sei mai accorto che via via che diventi “più grande”modifichi come vedi “gli eventi che ti capitano”? Addirittura alcune ricerche hanno dimostrato che le persone “più felici” hanno più di 60 anni. In una società che “odia gli anziani” direi che si tratta di un dato molto interessante…
…crescendo, maturando, perdiamo si delle abilità delle capacità fisiche, la velocità del pensiero ecc.Ma sembra che si acquisisca via via una maggioreconsapevolezza che rende la vita “migliore”.Per quanto mi riguarda questa è l’ennesima prova del fatto che è la “consapevolezza di se stessi” a renderci “migliori”. E’ la famosa”saggezza degli anziani”…
…che potremmo riassumere in un sempliceconcetto “esperienza“. Ma non possiamo dire che si tratti solo di “apprendimento di cose da sapere e da fare” ma si tratta di un processo di auto-conoscenza che ci porta ad essere delle persone “migliori”. Altrimenti uno che sa piùcose di te sarebbe automaticamente più saggio o più “maturo”…
…ti basta fare un salto a conoscere chi insegna in luoghi prestigiosi (come le Università) per renderti conto che questa equazione non è del tutto lineare. Cioè la conoscenza non va di paripasso con la “saggezza” o la “maturità“. Per questo sono convito che nel nostro processo di crescita e cambiamento la variabile più importante sia la consapevolezza…
…e da molti secoli abbiamo degli esercizi che la facilitano… uno di questi è la meditazione.
Concludendo: gli studi presentati dimostrano che è possibile “migliorare i propri tratti di personalità” ponendoci sopra “attenzione e consapevolezza”. Ma al contrario di quanto dichiarato dai ricercatori, secondo me, la sola “forza di volontà” non basta!
E’ necessario tornare a quella “sensazione”…Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un tuo commento qui sotto. Se hai ascoltato l’audio sai che hai un’opportunità imperdibile: fare domande ad un super esperto di psicologia…mi raccomando non lasciartela sfuggire 😉
A presto
Genna