Hai mai sentito dire “non c’è mai un secondo momento per dare una buona prima impressione”? Questo detto riflette molto bene il meccanismo psicologico attraverso il quale costruiamo le nostre “categorie mentali”. Il nostro cervello (o meglio il nostro apparato cognitivo) riesce a creare categoria alla velocità della luce. Così se ad un”primo appuntamento” diamo una “cattiva impressione”è davvero difficile cancellarla… a meno che…buon ascolto 😉
Sei riuscito ad ascoltarlo? La questione scoperta dai nostri due ricercatori dal nome familiare Thomas Mann e MelissaFerguson, è molto semplice: se vuoi rimediare ad una”cattiva prima impressione” devi fare in modo che quella persona veda, quelle prime azioni sotto una nuova luce.
Ancora una volta sembra la scoperta dell’acqua calda, main realtà, se ci pensi bene, scopri che le persone non fanno questo ma cercano di rimediare con nuovi comportamenti riparatori. Così se mi hai percepito come tirchio, questa volta cercherò di pagare tutto io.
Ma a quanto pare, sarebbe molto meglio far sapere al tuo interlocutore, che la prima volta che vi siete conosciuti, ti avevano rubato il portafogli o “avevi la carta bloccata”.E’ proprio questo ciò che hanno fatto i due ricercatori,mostrando alcune scene di un certo Francis a 200 volontari.
Questo Francis era ritratto su alcune slides come un vero ricercato della polizia, con la foto segnaletica. Ed accanto c’erano scritte alcune frasi del tipo: Francis è entrato nella casa dei suoi vicini, ha sfondato la porta, ha rovesciato dell’acqua su un computer portatile, ed ha sottratto un oggetto molto prezioso.
Quando ai 200 soggetti è stato chiesto di valutare Francis, tutti gli hanno dato una valutazione negativa. Questa è stata in grado di creare non solo un pre-giudizio esplicito,cioè riconoscibile da parte dei soggetti, ma anche uno di tipo implicito, cioè “inconscio” (o pre-conscio).
Per capirlo i ricercatori hanno utilizzato il priming ed hanno notato che quando una immagine era preceduta dal volto di Francis (in modo subliminale) questa veniva valutata come “più brutta delle altre”. Dimostrando in questo modo la rapida creazione di un “pregiudizio implicito”.
Secondo la ricerca i “pregiudizi impliciti” sono più difficili da modificare, anzi sarebbero proprio loro i responsabili della lunga durata dell’effetto “prima impressione”. Se ad esempio una sera conosci un tizio, Mario, e scopri che ti sta “sempre attaccato”…
…che magari parla solo con te e con nessun altro e magari ti sembra anche un po’ “sfigato”. E’ facile che tu inizi a pensare che Mario sia una persona sola, che quella sera si è attaccata a te perché non ha amici o una compagnia con cui stare.
Se poi, qualche giorno dopo, lo ritrovassi nello stesso locale, circondato da altre persone, piuttosto che pensare che si tratti della sua compagnia, è molto probabile che si pensi: “guardalo poverino sta facendo la stessa cosa che ha fatto con me, si sta accollando ad un altro povero cristo”.
Secondo i ricercatori, per poter modificare il modo con cui “vedi Mario” è necessario rimettere sotto una nuova luce la sua immagine. Così, se scoprissi che quella sera Mario era in compagnia, ma aveva appena litigato con qualcuno del suo gruppo…
…forse la categoria implicita “Mario accollone sfigato”andrebbe via in un istante. Puoi immaginare questa faccenda in molti modi, Mario potrebbe essere in realtà omosessuale e volerci provare con te, è per questo che si è staccato dalla sua compagnia.
Cosa ancora più affascinante di questo studio è che,se la nuova informazione viene data quando i soggetti sono “distratti”, non riesce realmente a modificare il giudizio implicito. Questo dato, oltre ad essere molto interessante per chi studia i “processi inconsci”apre di certo questioni importanti:
Ci dice che per cambiare qualcosa di “inconscio” servela partecipazione attiva anche del “conscio”…o come si direbbe qui su psinel, serve quello stato di “presenza”che ormai sappiamo essere uno degli stati migliori da frequentare per vivere una vita più piena ed appagante.
Hai ascoltato i miei consigli? Allora non ho più bisogno di dirti altro, anzi si, qualcosa si. Questo effetto non vale solo quando gli incontri sono “vis-a-vis” ma vale anche in incontri mediati come questo: leggendo il post di un tizio che non conosci bene.
Non sai quante volte ho dovuto rispondere a commenti di persone che avevano letto un mio solo post ed erano convinte di aver capito “come la pensavo”. Se poi ci metti che su psinel, ci sono post che risalgono al 2008 la “frittata è fatta”. Infatti come sanno i miei cari lettori, dal 2008 ad oggi ho cambiato più volte opinioni sulla psicologia e sulla crescita personale.
Forse dovrei tornare indietro e, in virtù di questo studio parlare del perché “la vedevo in quel modo”. Ma non ne ho voglia e credo che bisogna accettare anche il fatto di non poter fare una “buona prima impressione su tutti“.Così agisco con un criterio più economico ed utile:
Se al primo colpo non ti è piaciuto il mio blog, fa lo stesso, è chiaro che se mi mandi un commento assurdo ti rispondo come “la vedo oggi”, ma nel caso ci sia solo qualche offesa o qualche pretesa di conoscenza, allora lascio perdere…
…questo è un consiglio che non ti ho ancora dato e che vorrei regalare a chi ha avuto la pazienza di leggermi sino a qui. Non sempre è necessario fare una buona prima impressione, nonostante tutto il cacchio di marketing che oggi ci infilano in testa.
Chi resta su psinel e si ricrede, leggendo altri post o ascoltando qualche podcast, vale 3000 volte di più(come lettore) di chi deve essere convinto a forza delle cose che sto scrivendo. In questa societàlegata all’immagine e alla paura di essere visti come sfigati e inadeguati…
…lasciare che gli altri si facciano le proprie idee senza farci influenzare troppo dai loro giudizi, è di per se una dote che va coltivata. Il che non significa che te ne devi sbattere degli altri, ma solo che devi dare il giusto peso al giudizio degli altri.
Adesso me la tirerò un po’: solo su psinel trovi un post che parla della “prima impressione” ma che non ti da dei consigli per dare una “buona prima impressione”.Questo è un bene? E’ un male? Ai posteri l’ardua sentenza 😉
A presto
Genna