Sbagliare ti spaventa? Ti è mai capitato di “fare errori” e poi cercare di rimediarvi, facendo peggio? Tutti sbagliamo e spesso gli anglosassoni dicono “sbaglia velocemente e impara velocemente”.
Nella 86° puntata del podcast di psinel scoprirai una ricerca scientifica che mostra “come trasformare i tuoi errori in risorse“…
L’hai ascoltato? Se segui psinel sai che questo tema mi è molto caro per diversi motivi. Il primo è sicuramente legato al fatto che (come a tante altre persone) neanche a me “piace sbagliare” e ancora meno “ammettere di aver sbagliato”…ma…
…da quando ho iniziato ad ammettere i miei errori, ad “evitare di evitare” di pensarci, ad aprirmi all’esperienza dell’esposizione, le cose vanno molto meglio.
Negli anni ho notato che questa “paura” è talmente radicata nell’uomo moderno che a volte, basta un lavoro su questo timore per far si che diversi problemi vengano al pettine (anche se non ho capelli;)).
Consentimi di usare ancora una volta la metafora del verbo “errare”, che attraverso i suoi diversi significati mostra molto bene come trattare questo argomento. Mi piace anche pensare che la saggezza popolare ne fosse al corrente…
…hai mai sentito dire “beh se non vuoi fare errori ti basta non fare niente“. Ed effettivamente chi resta in disparte a “guardare” raramente potrà fare errori, viceversa chi si lancia nelle cose nuove, chi “ci prova”, sarà più esposto agli errori.
Tornando indietro agli anni 70, potremmo dire che ogni errore è un feedback senza il quale un sistema non sarebbe in grado di auto-regolarsi (la famosa cibernetica). Essere disposti a sbagliare e a rivedere e ammettere i propri errori è il fondamento di ogni tipo di apprendimento e di ogni crescita personale!
In un recente studio alcuni ricercatori hanno voluto osservare da vicino il cervello, durante “l’errore”. Ma non solo, hanno anche voluto vedere la differenza fra il riconoscere il proprio errore o meno.
Ed hanno scoperto che chi riesce a riconoscerlo e a cercarvi “l’insegnamento” attiva dentro di se gli stessi meccanismi neurologici della ricompensa. Mentre chi “non ammette l’errore” attiva dentro di se meccanismi di “evitamento”.
Ed è proprio questa differenza a fare si che, chi è in grado di ammettere i propri errori sia poi in grado di “rimettersi in pista” e ricominciare a fare azioni per raggiungere i propri obiettivi.
Utilizzando un termine moderno, possiamo dire che chi è in grado di riconoscere, accettare e rivalutare i propri errori è maggiormente “resiliente”! In altre parole, è più veloce a rialzarsi dopo aver subito una “battuta d’arresto”.
La nostra esperienza ce lo dice da sempre… se qualcuno fa un incidente in auto (anche molto piccolo) e poi non ritorna a guidare velocemente, rischia seriamente di compromettere le sue abilità di guida.
Ora al di là dell’aspetto traumatico, cioè del fatto che dopo che abbiamo subito un trauma “le cose tendono a cristallizzarsi”, a quanto pare dalla ricerca l’ammettere o meno l’errore fa qualcosa di più sottile:
“Influenza il tuo sistema cerebrale di rinforzi (il circuito del piacere) e di punizioni (il sistema di evitamento)”.
Questo semplice dato di fatto però (secondo me) non è sufficiente per spiegare tutti i fenomeni di “blocco” che possono essere causati dalla “mancata accettazione dell’errore”.
Perché? Perché non siamo guidati solo da “bastoni e carote”, altrimenti – psicologicamente parlando – facciamo un salto di 100 anni indietro tornando al comportamentismo.
Tuttavia quei meccanismi esistono e sono alla base del nostro apprendimento ed il loro studio è indispensabile per comprendere i vari livelli di cui “siamo composti”.
Infatti a differenza degli animali noi possiamo “trovare l’utile nell’inutile”, abbiamo cioè la capacità di meta-cognizione che ci permettono di “osservare il nostro comportamento” …
…e di conseguenza di apprendere da esso ad un livello “superiore” (quando dico superiore intendo a livello filogenetico e non perché “siamo superiori agli altri animali).
Mentre gli animali hanno il vantaggio di “non farsi seghe mentali”, per cui non troverai mai un animale che non esce di casa perché gli hai tagliato male il pelo…
…hanno però lo svantaggio di non riuscire ad “osservare il proprio comportamento” e rivalutarlo. Non hanno in altre parole la nostra flessibilità mentale!
Questa “elasticità” è il nostro più grande vantaggio evolutivo, in grado di farci adattare ad ogni ambiente in cui andiamo… spesso e purtroppo, distruggendolo! (ma questo tema lo lascio ai cospirazionisti;))
“Genna e il linguaggio non è forse uno dei vantaggi che abbiamo?”
Assolutamente si, è quel sistema di simboli che ci permette di comunicare e trasmettere le nostre conoscenze, anche a distanza di millenni e oggi, grazie al web in modo istantaneo e senza limiti temporali.
Ma questo post non è dedicato alle differenze fra specie “homo” e altre specie… ma a dimostrarti quando è importante riconoscere i propri errori, (nel caso) esporli ed imparare da essi.
Un “andare verso” ciò che mina la nostra “immagine personale”, mettendo da parte quella desiderabilità sociale di cui ti ho parlato nel podcast, per superare quei circuiti che spesso abbiamo chiamato di “evitamento esperienziale“.
Lo so, se non hai ascoltato il podcast forse non hai capito molto di quanto ho scritto. Ma come forse saprai, mi piace “costringerti” ad ascoltarlo. Perché al di là della affascinante ricerca citata, potremmo scrivere 10000 libri su questo argomento.
“Ma Genna, tutto non si potrebbe risolvere con l’assioma … non esistono fallimenti ma solo feedback?”
Si e no, perché messa così sembra quasi che non esista una “responsabilità personale” quando sbagliamo. Ed invece ciò che voglio dirti è la fondamentale importanza di assumerti la responsabilità degli errori.
Senza questa “respons-abilità” difficilmente riuscirai a vedere i tuoi errori come feedback ed ancora più difficilmente imparerai da loro.
Guarda questo video del collega Luca Mazzucchelli:
Il modo dire “fail fast” è quello su cui ho puntato il dito tutto il tempo. Qui Luca mette insieme tutta una sere di aneddoti e storie che da anni ci motivano ad andare “verso l’errore”.
Se ti piace la psicologia ti stra mega consiglio il canale Youtube di Luca Mazzucchelli una piccola miniera di ottime informazioni. Sono fiero di essere stato uno dei suoi primi intervistati...guarda qui l’intervista!
A tal proposito, in quella intervista trovi un metodo per motivarti che contempla per l’appunto anche “gli errori”. Invece di “vedere solo i vantaggi ci sono anche gli ostacoli da tenere a mente“.
Concludendo: la cultura alla Arthur Fonzarelli, dell’uomo che “non sbaglia mai” è una cultura fasulla, basata su valori fuorvianti, dove l’immagine è più importante della sostanza, dove è meglio “morire piuttosto che fallire”… è deleteria…
…deleteria per la nostra salute e per l’efficacia delle nostre azioni. Segui i consigli del podcast, dai un’occhiata al Qde e fammi sapere che cosa ne pensi.
A presto
Genna