Una delle scoperte più incredibili della nostra modernità è stata proprio quella dell’inconscio, che è passata da un’idea mistica ad un concetto filosofico per entrare a far parte dell’indagine scientifica solo di recente.

Ciò che gli ha concesso di diventare non solo egemone nella psicologia del profondo ma anche molto famosa è il legame con la medicina, cioè il fatto che le problematiche psicopatologiche potessero derivare da conflitti inconsci.

Oggi vedremo perché questa è una visione limitata del grande potere che ognuno di noi si porta appresso, senza rendersene conto, buon ascolto:

Demoni da scacciare

Per secoli i moti interiori degli uomini sono stati visti come una sorta di “demone da tenere a bada”, anche quando questi si presentavano per fare del bene, come segni propiziatori, erano comunque visti come manifestazioni pericolose.

Nell’antica Grecia la maggior parte dei rituali erano rivolti a non far arrabbiare gli Dei, a mandarli via perché erano fonte di scompiglio e non di saggezza. Non a caso ci sono sempre stati degli intermediari per riuscire a parlarci.

Ancora oggi esiste la visione che al nostro interno vi siano “delle brutte bestie” che se non vengono tenute a bada possono fare un vero casino. E’ un’idea molto semplice e seduttiva: se ognuno di noi facesse ciò che il proprio istinto di tanto in tanto dichiara, sarebbe la fine.

La fine di che cosa? Della società così come la conosciamo che si fonda sulla cooperazione e sullo scambio. Mentre quelle parti nascoste desiderano solo moltiplicare se stesse attraverso la sessualità, difendere ciò che hanno conquistato attraverso la forza e “mangiare prima e più degli altri”.

Sicuramente la nostra mente riesce a celarci aspetti “ombra”, a difenderci da pensieri poco accettabili e tende anche a mettere da parte le cose traumatiche che abbiamo vissuto, ma nella maggior parte dei casi lo fa per la nostra sicurezza personale.

I meccanismi di difesa

Una delle genialate scoperte da Freud è proprio l’idea che la nostra coscienza tenda a difendersi per evitare l’emersione di materiale inconscio. Cosa che lo psicologo più famoso della storia (anche se non era psicologo) ha scoperto proprio grazie alla sua idea di “contenuti rimossi”.

Lo ha fatto proprio osservando l’ipnosi e la suggestione post-ipnotica, rendendosi conto che le persone, quando gli veniva chiesto perché avevano agito in un certo modo. Modo dettato da una suggestione post-ipnotica, come ad esempio: alle 13 alzati e canta l’Inno nazionale.

Interrogati sul loro comportamento invece di dire: “E’ stato lei a chiedermi di farlo” rispondevano con modalità razionalizzanti, ad esempio: “mi andava di cantare l’inno, perché sono una persona patriottica”. Quindi cercavano una spiegazione consapevole ad un atteggiamento inconsapevole.

Tali meccanismi sono stati visti da Freud come delle difese per evitare di esprimere ciò che realmente era accaduto dentro di loro. Analizzare queste difese è una delle strategie dello psicoanalista per poter indagare la natura delle rappresentazioni inconsce dei pazienti. Della serie: “dimmi come ti difendi e ti dirò chi sei”.

Queste idee non sono fasulle, è vero che tendiamo a razionalizzare ciò che non è razionale dentro di noi. Ma allo stesso tempo però non dobbiamo vedere tali meccanismi come delle fallacie della mente, come il segno della presenza di “un mostro interiore” ma di una intelligenza interiore e superiore.

La psicopatologia

Ciò che ha cercato di fare Freud da medico era trovare una sorta di mappa per le patologie che imperversavano nel suo periodo storico, che poi sono in parte le stesse che vediamo oggi. Per poter trasfomare un argomento filosofico in un discorso medico è passato “per la malattia”.

Come già visto molte volte il concetto di inconscio precede di molto l’apparato teorico di Freud, tuttavia il suo successo non si deve solo al fatto di aver scritto e descritto molto bene il comportamento umano. Ma anche il fatto di aver dato una spiegazione a malattie che prima non avevano alcun senso per la medicina.

C’erano già idee del genere in ambito medico ma Freud riuscì a mettere elegantemente insieme la maggior parte delle teorie che circolavano in quel periodo in un corpus organico di ricerca. All’improvviso l’inconscio non era più una descrizione metafisica della filosofia ma una realtà empirica della medicina.

Un cambio di paradigma incredibile se ci pensi, è come se qualcuno domani scoprisse uno strumento per “pesare le idee delle persone”, come una sorta di bilancia che pesa l’importanza dei nostri pensieri. Per anni abbiamo usato come metafora “il peso delle idee” e all’improvviso diventa un reale oggetto di studio.

Per dargli rilevanza e attenzione però sarebbe opportuno collegare tale “misurazione del peso delle idee” ad un qualche aspetto rilevante per la nostra società, come ad esempio l’aspetto clinico. Se ogni idea che pesa più di 3,5 Kg è pericolosa allora è il caso di continuare a studiare.

Se invece pesare le idee diventa solo un gioco per divertirsi a vedere perché una idea pesa più dell’altra ecco che tale scoperta non farebbe troppa strada.

Al di là del patologico

Come citato in puntata in realtà le concezioni di inconscio come entità che ci protegge, più grande di noi ecc. era già presente nella formulazione di William James. L’inconscio come contenitore della coscienza e non il contrario.

L’inconscio nella prospettiva “medica” è visto come una sorta di magazzino nel quale sono rinchiuse le bestie da tenere a bada. In una concezione più allargata, che è quella che piace di più a me e a molta parte della psicologia moderna, l’inconscio contiene la coscienza.

Di quante cose sei consapevole in questo momento? Poche, cioè in realtà molte ma poche rispetto a quanti stimoli stanno arrivando dall’esterno e poche rispetto ai vari flussi di coscienza che ti attraversano. Come, non sapevi di avere più flussi di coscienza?

Se vuoi scoprire quanta roba sei non basta fare questi giochi intellettuali, tutti possiamo facilmente renderci conto che non siamo consapevoli di molte cose, e tutti possiamo immaginare che si tratti di un modo legato alla limititatezza della nostra coscienza… ma non basta.

Infatti quando ci rendiamo davvero conto di come camminiamo? Quando ci facciamo male e per un qualche motivo siamo costretti a portare attenzione alla camminata. Solitamente non prestiamo attenzione a quel movimento sino a quando non ci da qualche problema. Lo stesso vale per l’inconscio!

Fino a quando tutto fila liscio non ti accorgi di avere dei processi inconsci, ma quando ti dimentichi una cosa, fai dei lapsus, interrompi degli automatismi inciampando, ecco in quel momento ti accorgi di avere “molti flussi di coscienza” non consapevoli.

Il movimento interno

Ma se ti siedi in meditazione, con il giusto atteggiamento puoi scoprire facilmente di essere immerso in un turbinio di processi mentali consci e semi consci, costantemente presenti. Un secondo fa non c’era quella certa idea, ricordo, rappresentazione e adesso invece è presente, come mai?

La nostra memoria di lavoro è organizzata come una sorta di scrivania sulla quale mettiamo i documenti da “elaborare”. Solitamente siamo bravi a decidere la loro priorità: se sei un ambiente pericoloso avrai tra questi documenti, in cima alla pila, quelli sulla “sicurezza”.

Se sei nel tuo luogo di lavoro di fronte a dei clienti, avrai sulla pila di tali documenti quelli relativi alle prassi da seguire nella tua professione. In altre parole abbiamo una certa disponibilità di quei file in base al contesto, agli apprendimenti precedenti e in base alle priorità fissate.

Ma non sempre succede così: basta un colore, un profumo, un suono particolare che porta immediatamente un piccolo scompaginamento dell’ordine dei documenti che abbiamo sul tavolo. Nella maggior parte delle volte non ce ne rendiamo conto perché ritroviamo subito i file rilevanti.

Ma quando siamo molto emozionati, sia in positivo che in negativo, è probabile che a volte ci sembri di non riuscire più a capire a quali “documenti” fare riferimento. Tuttavia qui programmi dentro di te sono presenti, ed in parte lo sai, ed è proprio questo a farti “arrabbiare” o stupire.

Le risorse inconsce

Per Milton Erickson era proprio questa la condizione di patologia, il fatto di non riuscire più ad accedere ai propri “file interiori”, cioè alle cose che si pensava di conoscere e di saper fare. Le persone che sviluppano fobie molto pesanti non sono quelle che solitamente potremmo definire “paurose”.

Ma sono persone che fino all’altro giorno si consideravano coraggiose, che magari facevano qualche sport estremo e che tutti ritenevano dei veri e proprio “cuor di leone”. Sono queste che ci restano molto male quando sul loro tavolo (la memoria di lavoro) non trovano più la voce “coraggio”.

Abbiamo visto questi meccanismi nella puntata dedicata alla “risorse interiori” e ne abbiamo discusso talmente tante volte nel passato da averne letteralmente perso il conto. La visione ericksoniana è molto vicina a quella di William James.

Lo evidenzia anche un interessante libro del 2019 intitolato “William James e Mitlon Erickson” di Dan Shon che in parte ha stimolato la discussione odierna. Un argomento che approfondiremo meglio all’interno del Qde di oggi che come puoi immaginare è molto ghiotto, per gli affamati di questo genere di conoscenze.

Concludiamo con l’inconscio cattivo

Tutta la puntata di oggi si potrebbe riassumere dicendo: per secoli l’inconscio è stato visto come la parte oscura dell’essere umano, basti pensare ai romanzi di quel periodo come “Dr. Jakyl e Mr. Hyde” (dove “Hyde” guarda caso significa “nascosto”).

Oppure l’ancora più noto “Ritratto di Dorian Gray”, con il suo doppio, la sua parte oscura, insomma nello stesso periodo dove Freud attribuiva all’inconscio questo aspetto tetro, relegandolo a “cantina della mente” già molti altri autori la vedevano a quel modo.

Oggi sappiamo invece che l’inconscio è una parte meravigliosa dell’essere umano, del tutto paragonabile ad un angelo custode che si prende costantemente cura di noi. Ah proposito, hai notato che ti ha consentito di continuare a respirare durante tutta la lettura di questo post?

E senza che probabilmente tu te ne sia reso conto? Incredibile e purtroppo però l’inconscio NON è ancora preso di buon occhio, né dai clinici al potere e né dall’opinione pubblica. La gente è ferma all’idea freudiano di inconscio, non mi credi?

Fai così, cerca su google immagini del termine “inconscio”, come ho fatto io per trovare la foto che vedi qui in alto. Troverai un sacco di volti inquietanti e rappresentazioni oscure della mente umana… sono solo pregiudizi di 2 secoli fa che ancora oggi serpeggiano.

Aiutami a diffondere l’idea che l’inconscio sia la cosa più bella che possediamo, condividi questo post e lascia un commento.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.