Ecco la pratica psicologica più potente per ottenere cambiamenti, potenziamenti e molto altro. E’ una metodica talmente semplice da essere difficilissima, talmente evidente da essere invisibile. No, non si tratta solo di giochi di parole.

Comprendere la meta cognizione in tutti i suoi aspetti, molto probabilmente ti sorprenderà, buon ascolto:

La semplicità delle cose difficili

Immagina di andare ad un colloquio di lavoro e di venir a sapere che il tuo esaminatore odia la parola “quindi”, se per caso ti sfugge sono guai, il colloquio va a farsi benedire e sciuperai una bella occasione.

Per quanto questa sfida possa sembrare semplice è in realtà difficilissima, per riuscire ad evitare una semplice parola di uso comune, sarai costretto ad osservare continuamente ciò che stai per dire e questo ti renderà molto meno efficace.

Questo esempio estremo ci mostra quanto sia difficile osservare noi stessi senza creare dei piccoli intoppi nella nostra “spontaneità”. E’ un tema che abbiamo visto più volte e che riprenderemo in un video che troverai sul mio nuovo canale YouTube tra qualche giorno.

Il punto è che anche se ti sembra facile tenere a mente una cosa del genere, cioè detta in parole povere ACCORGERTI di ciò che ti capita dentro, in realtà è molto molto difficile. I motivi sono tanti, il principale è ancora una volta il nostro cervello risparmiatore, il quale per non sperperare energie si affida agli schemi automatici che ha già appreso.

Come capita spesso, le cose importanti da fare le conosciamo tutti la cosa difficile è metterle in pratica. Lo so, sono noioso a ripetere diverse volte questo concetto ma è necessario: tutti sappiamo cosa dovremmo fare per non ingrassare e restare in forma, ma è facile farlo? No, è semplice, nel senso che non è complicato ma non è facile da portare avanti neanche un po’.

Consapevolezza e consapevolezza

Questo genere di consapevolezza l’abbiamo notata tutti una volta nella vita, anche più volte nella vita, soprattutto se ciò che facciamo consiste in auto-regolazione continuativa, come nell’esempio del musicista. Il quale dovrà stare in quel luogo di mezzo che chiamiamo flow e rendersi conto di quando non ci è più o uscirne volontariamente per analizzare il brano prima di un solo.

Ecco, questa meta-consapevolezza richiede esercizio. Le prime volte che meditavo mi sono accorto quasi subito di questa somiglianza per 2 motivi che voglio condividere con te: il primo è quello che ho appena accennato, io mi definisco musicista, ho suonato per decenni con gruppi e ancora oggi suono appena ho un minuto di tempo libero.

Il secondo motivo riguarda le mie passate esperienze con la trance ipnotica, la quale mi ha insegnato cosa significa proprio “non essere presenti in modo intenzionale” che è ciò che facciamo quando ci stacchiamo da un contesto per concentrarci su di noi… come nel flow quando si suona.

Insomma musica e trance mi hanno fatto capire bene la differenza con la meta-cognizione, che può sembrare come una sorta di “trance” ma non è così, è l’esatto opposto. Quando sei in trance (nel flusso) non hai meta-consapevolezza di ciò che sta accadendo, ci sei immerso completamente dentro.

Quando sei nel flusso è come se fossi dentro una corrente che ti trascina ma senza renderti conto di essere nella corrente. La meta cognizione è invece la presa di consapevolezza del fatto che quella spinta che senti è data dalla corrente, è il rendersi conto di essere nel flusso.

Auto-correzione

Come fa uno sportivo bravo a restare nel flusso per ore? Non lo fa, in realtà entra ed esce da quello stato di grazia ed è proprio alla sua abilità di regolare il potere della meta-cognizione, perché se si ferma troppo ad osservarsi mentre è nel flusso non solo rischia di perderlo ma anche di sbagliare.

Musicisti, sportivi professionisti e meditanti (e molti altri) hanno in comune queste caratteristiche, la capacità di entrare in uno stato di massima concentrazione (il flow) e continuare a notare quando ne escono per ritornarci.

In realtà lo facciamo tutti ma a gradi differenti: in questo preciso momento per capire queste parole devi entrare uno stato di coscienza che ti consenta di mettere sullo sfondo alcune distrazioni che ti circondano. Di tanto in tanto arriverà una distrazione, la metterai da parte e tornerai qui.

Se la lettura è piacevole e distesa probabilmente anche quel riconoscimento meta-cognitivo sarà piacevole e disteso: “Oh guarda mi sono appena distratto, ora torno a leggere” se al contrario è una situazione tesa anche la reazione potrebbe esserlo: “Porca zozza non riesco a stare a leggere neanche per 2 minuti di seguito, avrò mica qualche problema attentivo? Devo farmi visitare?” ecc.

E’ sempre la stessa cosa?

So che se mi segui da tempo penserai di avere un deja-vu, perché si tratta di argomenti che abbiamo trattato tantissime volte, ma la verità è che ciò che ci sta sotto, la funziona della meta-cognizione è praticamente presente in ogni aspetto della nostra realizzazione personale, per questo sembra sempre la stessa cosa.

Si tratta ancora una volta un modo particolare per parlare di presenza, ma come vedi non ti sto invitando direttamente alla pratica della meditazione ma solo a portare maggiore attenzione a questi processi. Perché puoi imparare a notarli e (in parte) a regolarli senza alcuna pratica meditativa.

Sembra “sempre la stessa cosa” perché ciò che ci viene richiesto per essere più consapevoli è il semplice accorgerci di ciò che sta accadendo, tutto qui! Ma c’è un problema, a nessuno piace rendersi conto di ciò che sta accadendo, soprattutto se questa cosa è negativa, è un errore.

E quando succede di avere il massimo della nostra consapevolezza mentre facciamo qualcosa? Quando ci accorgiamo di non essere più sul pezzo, quindi quando stiamo sbagliando. Ripetiamo: se stiamo bene, se non abbiamo alcune aspettativa in quell’ambito probabilmente la cosa non ci darà fastidio.

Ma più siamo identificati con ciò che stiamo facendo e più rischiamo che, ad ogni piccolo errore, vi siano altrettanti meccanismi di difesa interiori costituiti da: ipercompensazioni (ma no dai tu sei più forte di così), da controllo (“Dai Genna basta che ti concentri e puoi farcela, resta concetrato) ecc

La meta cognizione fa una cosa molto particolare, svela l’altarino di qualcosa che non ci piace per niente ammettere a noi stessi e ne parleremo nel Qde… questa è la parte più importante, ti aspetto!

Qui sotto trovi il Video Approfondimento:

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.