Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di meteoropatia, cioè degli influssi diretti o indiretti del tempo atmosferico sul nostro umore e sui nostri comportamenti. E se di base ci fossero gli stessi meccanismi della persuasione?
Lo so sembra un’affermazione campata in aria eppure esiste tutta una serie di studi molto interessanti che sembra farci pensare che le cose stiano proprio così. Ascolta la puntata e scopri come mitigare la meteoropatia ed evitare di farti fregare da trucchetti psicologici persuasivi che in molti usano.
Perché abbiamo un effetto “carry-over” o riporto?
Perché il prime agisce su di noi? Le spiegazioni sono molte, come il fatto che naturalmente noi siamo nati per apprendere, per tanto ciò che arriva prima ci aiuta sempre a capire cosa ci sarà dopo. Se in più ci aggiungi che tale modalità di apprendimento si basa su simulazioni, allora diventa chiaro.
Su cosa si basano le simulazioni o mappe mentali con cui agiamo nel mondo? Su ciò che conosciamo, cioè su ciò che è arrivato prima. Quindi è del tutto naturale che uno stimolo antecedente possa avere un effetto conseguente, cioè su ciò che arriva dopo.
Qualche tempo fa, prima delle ricerche in psicologia, si diceva che la mente fosse come “impressionabile” usando una metafora che arriva dal mondo della fotografia. Come se i sensi avessero una sorta di pellicola su cui è possibile lasciare una traccia.
Tutti quanti noi abbiamo esperienza di questo, come quando guardiamo una luce e poi togliamo lo sguardo e ci sembra di continuare a vedere quel puntino luminoso. E’ effettivamente una sorta di impressione chimica dei vari fotorecettori del nostro occhio.
Non solo, tutti sappiamo che anche le nostre emozioni tendono in un qualche modo a trascinarsi. Se esco da un luogo e sono tutto felice e contento è possibile che, ciò che ho appena vissuto, influenzerà il mio umore su ciò che accadrà poco dopo.
La meteoropatia
Secondo questo studio di Norbert Schwarz e Gerald Clore la meteoropatia sarebbe un effetto carry-over, cioè qualcosa che ci influenza esattamente come una musica, un colore o uno stimolo qualsiasi. Questo è stato provato da numerosi esperimenti condotti negli anni 80.
Tali esperimenti miravano a capire quanto il tempo atmosferico avesse un effetto sull’umore delle persone. Ciò che i ricercatori hanno scoperto è che questo effetto esiste, è potente ma soprattutto, è inconscio! Cioè le persone non si rendono minimamente conto del suo peso.
Siamo infatti abituati a riconoscere tale consequenzialità degli stimoli quando essi sono particolarmente intensi: come nel caso della luce riportato prima. Ma quando questi sono piccoli, anzi piccolissimi hanno il loro effetto, che i miei colleghi hanno misurato più volte in laboratorio.
La cosa straordinaria è che non possiamo pensare che il tempo atmosferico sia “uno stimolo piccolo” ma dato che siamo talmente abituati alle oscillazioni del tempo è meno probabile che si possa attribuire loro un effetto diretto sulle nostre vite.
Secondo i ricercatori, più diventiamo consapevoli del tempo, cioè dello stimolo prime, e meno questo ha effetto sul nostro umore. E’ come se la nostra amata consapevolezza avesse il magico effetto di mitigare il trascinamento di altri stimoli su quelli conseguenti.
E chi non si sente affatto meteoropatico o la vive all’opposto?
Leggendo questi studi mi sono chiesto come mai, persone come me, non abbiano effetti diretti del tempo. In realtà mi sono risposto in vari modi e voglio condividerli con te: in realtà hanno effetto anche su di me, ma personalmente me ne accorgo solo se sono particolarmente “su o giù”.
In altre parole se mi sento giù mi piacerebbe che fuori ci fosse il sole, e se mi sento “su” e fuori c’è il sole potrei attribuire con maggiore probabilità il mio stato al bel tempo. Ma ovviamente non basta, personalmente credo che ci sia un motivo legato alla mia storia personale.
I miei genitori fanno da generazioni i venditori ambulanti. Chiunque lavori per strada o all’aperto sa quanto è importante tenere monitorato il meteo, così sin da bambino ho visto i miei genitori discutere del tempo atmosferico perché da esso dipendeva se sarebbero andati a lavorare o meno.
E probabilmente, quando fuori era brutto loro restavano a casa, e forse, quando ero bambino questa faccenda era positiva per me. Ed ecco perché (sempre con un grande “forse”) ad oggi mi piacciono anche le giornate uggiose e cupe.
Ovviamente sono solo ipotesi ma credo che possano avere un qualche fondamento, fammi sapere la tua esperienza in caso, soprattutto se il tuo lavoro o meglio, quello dei tuoi genitori era legato al tempo atmosferico.
Ipnosi e inconscio
Questi dati ci dicono ciò che chi si occupa di inconscio, persuasione e cose come “l’ipnosi” conosce da sempre, da quando abbiamo iniziato ad osservare questi fenomeni. Ad esempio chi si occupa di ipnosi sa da sempre che per un buon effetto “post-ipnotico” è necessario creare amnesia, fare in modo che il comando “resti nell’inconscio”.
Una cosa è chiedere al mio paziente di comportarsi in un certo modo in un certo momento: “quando sarai davanti al frigo ti ricorderai le mie parole e invece di aprirlo e abbuffarti sceglierai di bere un bel bicchiere d’acqua!”. Una indicazione del genere è chiara e comprensibile ma se bastasse così poco tutti sapremmo resistere al frigo, no?
Con l’ipnosi si può fare in modo che questa richiesta venga dimenticata e che emerga solo nel momento in cui la persona è fisicamente davanti al proprio frigo. No, non funziona in questo modo così semplice altrimenti avremmo già risolto ogni problema comportamentale con l’ipnosi, purtroppo non è così.
Ma su quelle persone su cui funziona adeguatamente, funziona davvero bene se il comando viene totalmente dimenticato, e dato che una delle fenomenologie più note dell’ipnosi è proprio l’amnesia, la utilizziamo proprio a tal fine per assicurarci un maggiore effetto sorpresa, una migliore: esperienza emozionale correttiva.
Insomma se si vuole lavorare a livello inconscio è importante che questo sia davvero inconscio, così come molti anni fa mi ero scagliato contro alcuni trucchetti che, purtroppo, vengono venduti ancora oggi. Anzi discutiamone un attimo.
I messaggi subliminali
Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare dell’esistenza dei messaggi subliminali, cioè messaggi presentati così velocemente (o coperti così bene) da non essere percepiti dai nostri sensi, ma che in un qualche modo avrebbero un effetto emotivo-cognitivo e comportamentale.
Molte delle ricerche sul “priming” derivano proprio dagli studi sui messaggi subliminali scoprendo essenzialmente che: questi messaggi hanno un effetto, fortunatamente non così forte come si immagina (spingono in una certa direzione) ma non ti trasformano in uno zombie che fa cose senza saperlo, ed il loro effetto è limitato nel tempo.
Non solo, abbiamo scoperto che gli studi che hanno reso noti questi effetti (la presentazione di un messaggio legato alla Coca-cola e ai pop-corn in un cinema americano) erano falsati, cioè non erano stati condotti in modo davvero corretto.
Ora alla luce di queste informazioni (che puoi trovare anche su PsiNel, ne abbiamo parlato per anni) molti espertoni di crescita personale si sono inventati la loro procedura per inviare questo tipo di messaggi. Con la peculiarità che la maggior parte di questi giochi, non solo non funziona ma i messaggi sono sovraliminali.
In altre parole, se ti dicono che ti influenzeranno segretamente ma poi riesci a sentire/vedere/percepire il messaggio, anche solo minimamente, non si tratta di qualcosa di subliminale. E dagli studi sulla meteoropatia è evidente che se tali messaggi diventano espliciti perdono il loro potere persuasivo.
Consapevolezza ed intenzione
Per fortuna quando siamo consapevoli ed intenzionati riusciamo a mettere da parte questo effetto, perché? Perché se ci pensi la consapevolezza, così come l’intenzione agiscono allo stesso livello. Aspetta che mi spiego meglio: come livello intendo che anche loro attivano delle “impressioni” che influenzano ciò che arriva dopo.
Facciamo un esempio: sei al supermercato e sei intenzionato a comprare solo cose sane, te lo sei appena ricordato ed hai anche una lista della spesa. Non conta a questo punto il fatto che tu possa entrare in contatto con un messaggio inconscio a comprare ciò che non è nella tua lista, ma saranno i tuoi propositi a guidarti.
Tale guida diventa anche inconscia, proprio come nella pratica meditativa. Quando mediti ed intenzionalmente ti ricordi di prestare attenzione al respiro stai dicendo alla tua mente inconscia: “ti prego torna a questa sensazione ogni volta che puoi” aumentando la probabilità che ciò accada. Anche l’intenzione ha un effetto carry over!
Anzi, la verità è che il 90% delle cose che pensiamo e facciamo sono pressoché inconsapevoli, per tanto non dobbiamo diventare più inconsci per agire meglio, suggestionandoci che le cose debbano andare in un certo modo, ma proprio il contrario.
E’ questo che ho capito una decina di anni fa quando mi sono imbattuto ancora nella pratica meditativa. Ma voglio raccontarti questa sottile faccenda in modo più dettagliato e lo faremo nel nostro Qde. Dove troverai un vagonata di riferimenti, perché ne abbiamo parlato davvero tantissimo.
Ci vediamo dall’altra parte
Genna