L’ipotesi ardita non è così tanto fantasiosa ma mette insieme due cose molto affascinanti: la meditazione e i frattali. Un concetto molto semplice che è presente praticamente ovunque in natura, ciò che funziona si ripete!
Mi è sempre piaciuto fare ipotesi ardite, fino a qualche anno fa avevamo il “delirio del Venerdì” dedicato a questa sorta di gioco intellettuale, ti ricordi? Bene ti lascio a questo piccolo delirio estivo.. buon ascolto:
Più ce n’è meglio è!
La natura è intelligente ed usa il meccanismo della ridondanza e della ricorsività praticamente ovunque, soprattutto in ciò che è vivo, come me e te. Infatti dentro di noi abbiamo abbondanza di alcune cose, questo per motivi legati alla sopravvivenza.
Partiamo dall’ovvio: abbiamo più neuroni di quanti ce ne servano. Pensa se avessimo 3 neuroni che controllano il braccio, se prendi una botta e sei abbastanza sfortunato rischi di ucciderli tutti e di colpo non puoi più muovere le braccia.
Oppure pensa alle conoscenze che possiedi: nonostante ogni giorno un adulto perda migliaia di neuroni (circa 100 mila al giorno) non ci svegliamo al mattino senza più sapere come ci chiamiamo o come si svolga il nostro lavoro, come è possibile? Ripetizione e plasticità!
Questo concetto vale per qualsiasi cosa: se hai molti soldi puoi perderne molti senza diventare povero; se sei in forma e ti alleni spesso puoi prenderti una settimana di bagordi senza avere un reale calo del fisico; se mediti tutti i giorni puoi preservare i benefici della pratica anche se non pratichi per un po’ di tempo ecc.
Potremmo dire che la natura agisca un po’ così: prende ciò che funziona e lo ripete, e quando noi vogliamo migliorare o preservare una qualsiasi funzione umana facciamo altrettanto. Se non vuoi perdere la capacità di suonare uno strumento dovrai continuare ad esercitarti ecc.
Un gesto elementare ripetuto
Da diversi anni ti rompo le scatole con l’idea di “fondamentali” o “rudimenti”, cioè delle basi che servono per fare bene certe cose; nello specifico i fondamentali sono dello sport e i rudimenti nella musica. Sono da sempre affascinato da queste cose: perché uno sportivo con 20 anni di esperienza dovrebbe fare “dei palleggi”?
Perché un musicista con 40 anni di esperienza fa ancora “quelle scale” e quegli esercizi? La risposta sta ancora una volta nel tenere allenati parti del corpo in vista di una migliore prestazione. Le neuroscienze ci stanno mostrando sempre di più la validità del ripetere i gesti semplici.
Nel campo della riabilitazione cognitiva abbiamo capito che questa funziona bene proprio se facciamo ripetere esercizi semplici, moduli di base che possano allenare domini specifici dell’apprendimento. Se vuoi diventare bravo in matematica non devi solo conoscere la teoria e le formule, devi allenarti con i numeri.
La prof. Daniela Lucangeli ha insistito molto su questo concetto, se vogliamo allenare “il dominio della matematica” dobbiamo allenare le cose base: come ad esempio allenarsi quotidianamente nel fare semplici calcoli a mente. Esistono video game per la neuroplasticità e la riabilitazione che mostrano molto bene questi passaggi.
Se vogliamo che un bambino con difficoltà possa leggere meglio non dobbiamo insegnargli a leggere o fargli leggere cose sempre più complesse, ma dobbiamo lavorare sulla discriminazione degli stimoli. Magari lo facciamo giocare con qualcosa che riproduca tale discriminazione e gli facciamo leggere “cose semplici”, non difficili!
Ripetizione di cose semplici, esattamente come nella nostra cara meditazione, che viene spesso descritta da Culadasa come un “compito elementare ripetuto che può cambiare la mente”. Ed è esattamente ciò che succede, senza andare nello specifico dei contenuti della mente, insegniamo alla mente come gestire se stessa e non ciò che contiene!
Stare attenti e tornare gentilmente
Le semplici istruzioni della meditazione come: “porta intenzionalmente l’attenzione nel presente e quando noti che si distrae, congratulati con te stesso e torna gentilmente su cosa stavi facendo”, si possono applicare praticamente a tutto!
Pensa ad un ambito dove queste semplici istruzioni non servano, si forse quando ti diverti, quando cazzeggi, ma in tutte le altre situazioni della vita sono cose indispensabili. Sono talmente semplici che dimentichiamo la loro importanza.
Spesso la gente mi chiede di dare consigli su come “parlare meglio”, non sono un esperto ma dopo centinaia di puntate ho fatto della mia voce un buono strumento di lavoro. Il mio consiglio è semplicissimo: leggi ad alta voce e lentamente.
La gente non ci crede, io lo faccio, e quando riesco a farlo bene mi aiuta tantissimo. Anche prima di un corso universitario, di fronte a persone che amano la complessità, leggere lentamente e a voce alta prima di iniziare la lezione mi aiuta e mi allena.
Perché se ci pensi bene, per parlare in modo chiaro dobbiamo: saper articolare le parole, saper respirare correttamente, riuscire a scandire in modo chiaro le pause ecc. Leggere lentamente a voce alta fa tutte queste cose insieme! Ancora una volta, cose semplici che se ripetute abbastanza creano grandi risultati, ecco perché la magia dei frattali mi attira!
Ologrammi
Editando l’audio mi sono accorto di non aver affatto accennato agli ologrammi e alla teoria olografica: una robetta che ci prende giusto giusto 10 libri da 500 pagine l’uno. Però posso fare un tentativo riassuntivo: tutti sappiamo che cosa è un ologramma, una sorta di figura tridimensionale fatta di luce, tipica dei film di fantascienza.
Ma in realtà non è fantascienza, esistono davvero e sono creati da lastre fotografiche colpite da un raggio laser. La cosa interessante di queste lastre è che se, ne prendi anche solo un pezzetto molto piccolo, ci ritrovi la figura intera che viene rappresentata.
In altre parole, se una di queste lastre rappresentasse la foto di un tuo amico, e tu la facessi in mille pezzi, in ognuno di questi pezzetti ritroveresti la foto INTERA del tuo amico. Come puoi immaginare questa cosa ha fatto emergere numerose ipotesi su come è fatta la nostra mente, il nostro cervello e in generale tutto l’universo.
Nella puntata ti ho raccontato che moltissime funzioni del cervello sono come “distribuite”, questo per fare in modo che se si perde una certa quantità di neuroni non vadano perse. Ecco è come se seguissero un principio olografico, è come se ogni parte del cervello avesse la capacità di riprodurre tutto ciò che fa il cervello.
Una cosa che fa girare la testa quando la spostiamo sull’Universo e sulle ipotesi (spesso anche un po’ strampalate) su come e cose costituisce la nostra realtà sensibile. Tutte queste complicazioni mi hanno fatto un po’ passare la voglia di approfondire il tema.
Ma per i più “Nerd come me” ci sarà una prosecuzione nel nostro caro Qde…
A presto
Genna