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Ti sei mai cimentato con un “brain training”? Hai presente quei giochi dove si usa memoria, ragionamento, attenzione ecc.? Si avvicina l’estate e tutti vorremmo portare con noi le nostre parole crociate.

Di certo fa bene tenere acceso il cervello ma a quanto pare, oltre ai rebus sulla spiaggia, ti conviene anche fare un po’ di sana meditazione.

E’ così ragazzi, da quando esistono applicazioni per allenare la mente e da quando queste sono anche supportate da studi, il mondo è pieno di persone che si cimentano con le loro performance cognitive.

Anche a me piace fare quei giochini, ultimamente ne sto usando uno per iPhone (non ci guadagno niente a segnalartelo) che si chiama Peek. Lo seguo in modalità gratuita è ha dentro anche il nostro caro CBM…ti ricordi?

Tuttavia devo ammettere che la ricerca è discordante sugli effetti positivi di questi giochini. No tranquillo, male non fanno, ma non abbiamo neanche la sicurezza che facciano così bene.

Il vero “problema” si chiama transfert

No non mi riferisco al transfert freudiano ma a quello “cognitivo”. Cioè a quanto e come si trasferisce una certa abilità da un ambito all’altro.

Se faccio le parole crociate divento davvero più abile con le parole? E questo può aiutarmi per prepararmi prima di un discorso? Oppure è meglio fare altro?

Domande del genere riempiono le menti di psicologi e pensatori di tutti i tempi. Nel corso degli anni abbiamo trovato numerose abilità o meglio meta-abilità che si possono trasferire facilmente.

La consapevolezza è la meta abilità per eccellenza

Che cosa è una meta-abilità? Una capacità che ne include anche altre, se ad esempio sai tenere il tempo, questa abilità potrebbe esserti utile in molti campi diversi.

Suonare uno strumento, ballare e perché no comunicare con gli altri, richiede “senso del tempo”. Ogni competenza si basa su qualche “insieme di sotto-abilità” più o meno trasferibili, generalizzabili.

La consapevolezza è probabilmente la meta-abilità di tutte le abilità!

Per quanto ci siano centinaia di studi a provare i diversi benefici della consapevolezza, se ci pensi bene è qualcosa di straordinariamente semplice ed intuibile.

Chiunque abbia sperimentato la meraviglia del flow, della sensazione di essere completamente coinvolti in una qualche attività, conosce in modo intuitivo i vantaggi della presenza.

Nonostante questo sembra strano che una “allenamento non concettuale” abbia un effetto su come organizziamo il nostro “mondo concettuale”. Lo studio (che trovi qui) dimostra effetti sulla memoria e sul ragionamento.

Assomiglia realmente ad un allenamento

Per le neuroscienze questi effetti non sono così sorprendenti. Dato che le pratiche di meditazione sviluppano “fisicamente” parti del cervello adibite a diverse funzioni, si presuppone un incremento di quelle stesse funzioni.

Se aumenta lo spessore della corteccia prefrontale, ci si aspetta che capacità come l’auto-controllo e la capacità di “non reagire” migliorino. Così quando sentiamo che ha effetti sull’amigdala e su tutti i circuiti delle emozioni.

E’ un po’ come dire, vado in palestra e rafforzo le braccia. Poi non dovrei stupirmi quando riesco a trasportare comodamente le casse d’acqua che prima mi costavano tanta fatica.

Si tratta di un vero e proprio incremento di “capacità”!

E qui mi piace un sacco giocare con le parole così come abbiamo fatto in passato con il verbo errare, ti ricordi? Allora la parola capacità in italiano assume diversi significati.

I due più comuni si riferiscono ad una “abilità”, cioè la capacità di fare qualcosa o meno oppure alla “capacità” di un contenitore di ospitare liquido. Cioè quanto “spazio fisico” ha a disposizione.

La consapevolezza sembra avere effetti positivi lavorando su questi due aspetti. Da un lato aumenta fisicamente le nostre abilità  (accrescendo parti del cervello e connettendolo maggiormente) e dall’altro lato, questo aumento amplia “lo spazio dentro di noi”.

Diventare “più capaci” nel senso di riuscire a contenere più cose

Se immaginiamo la memoria “come un magazzino” allora è facile intuire che più è capace e meglio funziona. Proprio come un computer, se ci metti troppa roba dentro rallenta!

Fortunatamente il nostro “magazzino” sembra essere davvero infinito, ma mentre molti lo vendono come un effetto del “contenuto immagazzinato”, cioè del software che modifica l’hardware, oggi sappiamo che le cose sono leggermente diverse.

Quando riempi un disco rigido di informazioni questo resta uguale a se stesso… noi no!

Ogni informazione che acquisisci modifica leggermente quelle che c’erano in precedenza. Piaget lo definiva come “assimilazione e accomodamento” delle informazioni.

E’ un pò come dire che ogni nuova applicazione del tuo smartphone ne amplia anche l’aspetto fisico. Un po’ succede anche nella tecnologia se ci pensi bene.

Un nuovo sistema operativo può far funzionare molto meglio un vecchio hardware. Ma questo ovviamente non ne modifica le parti fisiche, mentre per il cervello le cose sono diverse.

Meditare è un po’ come dare attenzione all’hardware

Perdonami se uso questa metafora meccanicistica, ma calza molto molto bene. Quando pratichi la consapevolezza sei a contatto con ciò che senti e percepisci dentro di te, è qualcosa di altamente sensoriale.

Solitamente osservi i tuoi pensieri ed emozioni (il software) attraverso i tuoi stessi pensieri ed emozioni. Mentre nella meditazione cerchi di osservarli attraverso la sensorialità, cioè ciò che senti e percepisci nel qui ed ora.

Alcuni lo definiscono un modo “non concettuale” e anche secondo me questa descrizione calza a pennello. Il che non significa, come pensano molti, che non bisogna pensare!

Ma significa riuscire a restare “nella sensazione” mentre scorrono “pensieri ed emozioni”. 

E’ questo ciò che stupisce nello studio di cui ti parlo oggi. Il fatto che aumenti una certa abilità concettuale (come richiamare concetti dalla memoria) attraverso una pratica “non concettuale”.

Questo è anche il concetto che ho cercato di raccontare durante la “seconda Live di psinel su facebook”, il fatto che durante la meditazione non ti stai allenando a “memorizzare” delle cose, eppure diventi più bravo a memorizzare.

Si, ci sono benefici della meditazione molto più “lineari”, come ad esempio il fatto di “non reagire”. Anche se non ce ne rendiamo conto, quando cerchiamo di “non giudicare” durante la pratica o di “non reagire” stiamo allenando un muscolo emotivo importantissimo.

Questa estate, portati sia le parole crociate che la tua pratica!

Se questa estate, magari sotto l’ombrellone, vedi accanto a te un simpatico signore abilissimo con le parole crociate, sappi che se mediti a fine vacanza, vi siete allenati allo stesso livello.

Spero sia chiaro che se desideri aumentare una qualche competenza specifica devi: studiare e praticare. Non ci sono santi, anche se mediti per 40 anni, questo non ti permetterà di essere un buon “medico” ad esempio.

Se invece mediti per 40 anni, ed insieme ci aggiungi lo studio, la curiosità e la pratica… ecco che uniamo realmente le forze con parti di noi che prima erano addormentate, e possiamo realmente ricevere un super allenamento che qualcuno ha anche chiamato “risveglio”.

Risveglio e accrescimento del cervello!

No non è la classica sparata, il cervello cresce davvero in base a ciò che apprendi. E nella pratica della meditazione cresce in modi che ormai sono prevedibili e sono “modi” molto positivi.

Ecco un video di Sara Lazar, la maggior esponente mondiale nello studio delle neuroscienze e delle tecniche di consapevolezza:

Sara racconta in modo divertente come è entrata in contatto prima con lo Yoga e poi con la meditazione. Lo ha fatto nel modo classico, ho bisogno di stare meglio e cerco una qualche soluzione.

Ma invece di avere solo benefici a livello fisico ha iniziato a notare di essere più calma e concentrata, e questo ha fatto scattare in lei l’interesse dal punto di vista neuroscientifico.

Oggi i suoi studi provano in modo inequivocabile i diversi vantaggi della pratica della meditazione sul cervello. Molti di questi li ha presentati nel video… quindi se non l’hai fatto, guardalo, è anche sottotitolato 😉

Il segreto di pulcinella… è la neuroplasticità!

Il “segreto di pulcinella” è qualcosa che solitamente tutti sanno ma che il “diretto interessato” non sa. Noi siamo i diretti interessati del nostro cervello e noi stessi sappiamo cosa ci serve per migliorare in un qualche ambito.

Esercizio, studio e dedizione! Questo lo sappiamo tutti, ma pochi sono disposti a credere che non conta quanti anni hai, che tipo di scuole hai frequentato e se i tuoi genitori sono stati pessimi…

Non è mai troppo tardi per dare una “svegliatina” al tuo cervello!

Fammi sapere cosa ne pensi, lascia tutte le domande che vuoi perché proverò a risponderti con una “Live di facebook”, clicca qui, ed iscrivendoti alla mia pagina potrai vedere anche quelle precedenti.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.